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venerdì 30 dicembre 2022

 lunedì 20 novembre 2017

Il feudo di Racalmutoalla nostra quegli uomini che l’esposizione ai rigori, la fatica prolungata e l’assoluta mancanza di prevenzioni e di rimedi alle malattie, più precocemente offriva alla falce inclemente della morte. Corpi che la povertà escludeva anche dal rito pietoso della conservazione nella tomba insieme a qualcosa di caro e al viatico verso l’esistenza che non dovrebbe avere fine. Ritornavano, con rapidità, in polvere la debole carne e le fragili abitazioni di quelle generazioni.»
Il prisco insediamento - se ben comprendiamo i suggerimenti che i successivi riveli sembrano fornirci - avvenne in quella contrada che dopo ebbe a chiamarsi di Santa Margheritella, da sotto il Carmine all’antro di Pannella incluso, dalla Madonna della Rocca sino alle Bottighelle dell’attuale corso Garibaldi, tra S. Pasquale e la Piazzetta. Poi, le abitazioni si estesero negli altri tre quartieri: San Giuliano, Fontana e Monte.
I racalmutesi tengono molto alla tradizione che vuole la chiesa di Santa Maria come la più antica, risalente addirittura al 1108: una chiesa - si dice - voluta dai Malconvenant, che si indicano come i primi baroni del casale. Non è facile farli ricredere. La ‘notizia’ ha per di più una fonte scritta: quella dell’abate Pirri. Gli storici locali la danno per certa, ed anche i restauratori della chiesa, negli anni ottanta di questo secolo, parlano di facciata “normanna”.
Il Pirri, palesemente, collega la notizia ad un paio di diplomi che si custodiscono tuttora negli archivi capitolari della Cattedrale di Agrigento. L’archivio fu oggetto di studio a cavallo tra il secolo scorso e quello corrente per la nota questione delle decime della mensa vesvovile agrigentina. Fu un feroce alterco fra giuristi incaricati di difendere le ragioni dei grossi agrari della provincia, riluttanti a riconoscere le antiche tassazioni ecclesiastiche, e giuristi, canonici e storici di parte cattolica, tutti alle prese con la dimostrazione che trattavasi di tasse dominicali e quindi di gravami ancora validi.
Nel 1960, il vescovo Peruzzo - ormai, nella quiete voluta dal concordato del 1929 e nella sudditanza alle autorità ecclesiastiche propinata dal consolidato regime democristiano - incaricava il grande paleologo Mons. Paolo Collura di uno studio obiettivo e serio dei tanti vecchi diplomi. La pubblicazione che ne è seguita è pietra miliare per ricerche del genere. Noi siamo andati a cercare quelli che riguarderebbero la chiesa di Santa Maria di Racalmuto ed abbiamo scoperto che non possono attribuirsi al nostro paese. Vi sono, sì, due diplomi del 1108 e vi si parla dei Malconvenant e della fondazione di una chiesa dedicata a S. Margherita, ma è evidente che la località nulla ha a che fare con la nostra Racalmuto .
Si riferisce evidentemente ad alcuni ben specifici di codesti diplomi, il Pirri per fornire notizie su Santa Margherita di Racalmuto, come d'altronde nota lo stesso Collura (). Ma come si può ben vedere, sia per le precisazioni del Collura sia per l'ubicazione dei fondi sia per i toponimi, qui ci troviamo a Santa Margherita Belice (o presso i suoi dintorni) e Racalmuto va senz'altro escluso. () E’, poi, certo che Racalmuto non appare mai in modo incontrovertibile nel carte capitolari di Agrigento che vanno dalla conquista normanna al 1282. Non è chiaro se ciò sia dovuto ad un tardo affermarsi del toponimo arabo del nostro paese o ad una sua indipendenza fiscale nei confronti della curia agrigentina. Noi, come detto dianzi, propendiamo per la tesi della tarda fondazione del paese di Racalmuto, qualche decennio prima del diploma del 1271 su cui ci siamo soffermati sopra.
Caducata l'attendibilità della fonte documentale del Pirri, si sbriciola la narrazione del nostro Tinebra-Martorana sull'argomento. Il Capitolo II ed il III che contengono notizie sulla "signoria dei Malconvenant" e su "Santa Margherita Vergine" che corrisponderebbe "alla nostra Santa Maria di Gesù" sono destituiti di fondamento storico. Il Tinebra-Martorana mostra solo un'indiretta conoscenza dell'abate netino. Egli si avvale dell'opera di «Padre Bonaventura Caruselli da Lucca, La Vergine del Monte a Racalmuto» e del «Lessico Topografico siculo di Amico - Tomo 2°, pag.393-4». L'Amico è esplicito nel dichiarare la fonte delle sue notizie sui Malconvenant e su Santa Margherita Vergine: è il Pirri della Not. Agrig. Il Pirri fu sicuramente indotto in errore dai suoi corrispondenti del Capitolo agrigentino e nasce così la favola di Santa Maria chiesa del XII secolo.
L'avallo di Leonardo Sciascia al lavoro del Tinebra Martorana ha ormai canonizzato tutte quelle 'pretese' notizie della storia di Racalmuto e non sarà facile a chicchessia rettificarle o raddrizzarle. Malconvenant e chiesetta vetusta di Santa Margherita-Santa Maria saranno usurpazioni storiche cui i racalmutesi non vorrano rinunciare, tant’è che, ancora nel 1986, il padre gesuita Girolamo M. Morreale ribadiva quel falso scrivendo che, indubitabilmente, «frutto della rinascita normanna fu per Racalmuto il riordinamento del culto. Il conte Ruggero conferì l'investitura di signore delle terre di Racalmuto a Roberto Malcovenant che dopo venti anni dalla liberazione vi fece sorgere la prima chiesa sotto il titolo di S. Margherita vergine e martire, vicino l'attuale cimitero, dotandola di fondi agricoli che convertì in prebenda canonicale. Rocco Pirro colloca l'erezione della chiesa nell'anno 1108 e precisa che avvenne con licenza del Vescovo di Agrigento, Guarino (+1108)» () Il mendacio storico è proprio duro a morire, se anche un colto ed avveduto gesuita vi incappa or non sono più di dieci anni fa.
Quanto a falsità storiche, ancor più salienti sono quelle che confezionate dal Tinebra Martorana, furono ribollite da Eugenio Napoleone Messana: sono le incredibili avventure della Racalmuto nel crogiuolo della rivolta del Vespro. Vuole il Tinebra Martorana che nella lotta tra Manfredi di Svevia e Carlo d’Angiò si accodò ai baroni filofrancesi «Giovanni Barresi, signore di Racalmuto. Il quale raccolta quanta gente potè dai suoi vasti vassallaggi di Racalmuto, Petraperzia, Naso, Capo d’Orlando e Montemauro, volse le armi contro il seno della sua stessa patria.» Scoppiata la rivolta del 1282, «Giovanni Barresi, che palesemente aveva seguito la fortuna dei francesi, e durante il loro dominio era stato in auge, ebbe la peggio allorché vennero fra noi gli Aragonesi. Premio meritato, fu spogliato dei suoi domini, che passarono al reale patrimonio. Così la baronia di Racalmuto appartenne per qualche tempo al regio Fisco e poi fu concessa alla famiglia Chiaramonte.»
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giovedì 29 dicembre 2022

 Don Luigino MESSANA, paradigma di quel succulento personaggio don Ferdinando Trupia delle Parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia. Qui immortalato in una foto rivelatrice dei colloqui alquanto birichini tra Sciascia che offriva sigarette a più non posso a don Luigino, seduto di fronte al Circolo Unione. Dalle fantasiose scorribanda di Don Luigino nacque il lungo racconto del Quarantotto degli Zii di Sicilia di Sciascia, e l'inverosimile saga della masciddrata letale che il nonno di don Luigino, don Luigi Messana., medico fisico, avrebbe dato ad un suo villico, stecchendolo all'istante. Donde il detto tutto racalmutese, tutto CircoloUnione; che tempi, un galantuomo nun po' dari ma masciddata a lu so' mitateri. Don Luigino alias don Fernando Trupia fu il cugino di due grandi personaggi racalmutesi, donna Elettra Messana e l'ispettore superiore il gr..uff. Ettore Giuseppe Tancredi Messana.

Domenica Valenti e Giuseppe Stringi

lunedì 26 dicembre 2022

 Hank Bukowski E ovviamente come ineludibile hai sfrontatamente ragione... vivi in una millenaria plaga cattolica apostolica romana chiesa papale; ed ogni termine ha appunto millenni di stratificazioni culturali . Tu 'altro' sei naturaliter spinto a coassialiarti .. altrimenti saresti alieno ed espulso. Io ho il destino opposto: battezzato cresimato confessato comunicato con nozze ritualmente benedette con infanzia e prima giovinezza rigidamente intrise di mirabilia cristologiche marianologiche, ossessionato di cadere nelle vomitevoli trappole de sexto et de nono etc io così opero ovviamente nella maturità il disgustato rigetto. Comunque sono vissuto per 88 anni discretamente.. Insomma non posso lamentarmi.

sabato 24 dicembre 2022

 Per la miseria anche poeta e poeta di sommo respiro... e qui mi batti centomila a zero; mai scritta una poesia psecie quelle a rima baciata, Non son capace. Veramente ne ho scritta una sola a quindici anni quando ero cotto di una biondina dagli occhi azzurri, mia coetanea. Ovviamente babbarie di cui m sono subito vergognato; e da lì la mia preclusione alle condense stilistiche formali: dire in un verso un tortuoso e slabbrato concetto. Non ti dico manco buon natale : perché alle scemenze sant'anselmo o sant'agostino o tertulliano e via discorrendo che vorrebbero farmi credere che la secnda persona della santissima triinità scende dll'empirio e da dio si fa uomo, questa è una oceanica stupidità. Mai un dio s esiste si può fare uomo: è come se qualcuno - per fare un esempio banale e socialproletario- mi volesse far credere che un oceano si possa racchiudere in un bìcchiere d'acqua. Quanto poi al natale vero e proprio quell'affermazione che un dio umanizzato possa essere uscito dal ventre di Maria lasciandola vergine, mi lascia proprio di stucco: quella storia, anzi quel dogma di fede non mi convince affatto: "non credo quia absurdum!

giovedì 22 dicembre 2022

 

mercoledì 5 febbraio 2014

I REGISTRI DELLA CANCELLERIA ANGIOINA - VOL. VIII - A CURA


        I REGISTRI DELLA CANCELLERIA ANGIOINA - VOL. VIII - A CURA       

        DI JOLANDA DONSI' GENTILE -                                   !  

        (Ricostruiti da Riccardo FILANGIERI con la collaborazione        

        degli Archivisti Napoletani) vol. VIII 1271-1272  Napoli 1957 !!!

        N. 209. - Executoria concessionis facte Petro Nigrello de        

        BELLOMONTE mil., quorundam casalium in perrtinentiis             

        Agrigenti, vid. Rachalgididi, RACHALCHAMUT  et Sabuchetti, que   

        casalia olim fuerunt Frederici MUSCA proditoris, et casalis      

        Brissane, R. Curie dovoluti per obitum sine liberis qd.          

        Iordani de Cava, nec non domus ubi dictus Fridericus             

        incolebat).                                                   !!!

        (Reg. 1271.A, f. 246). Fonti: De Lellis l.c.                  !  

        Dal Secreto Sicilie - cfr. op. cit. pag. 65                      

        La localit… viene nell'indice, a pag. 333, rifrita a Racalmuto   

        (veramente  sta scritto: Racalnuto).                          !  

        Per De Lellis l.c. bisogna intendere: Carlo De Lellis,           

        Notamenta ex registris Caroli I. Trattasi di un manoscritto.  !! 

        Il documento trovavasi gi… pubblicato in una analoga opera:      

        REGESTA CHARTARUM ITALIAE - 'GLI ATTI PERDUTI DELLA              

        CANCELLERIA ANGIOINA' - transunti da Carlo de LELLIS,            

        pubblicato sotto la direzione di Riccardo Filangieri, a cura     

        del R. Istituto Storico per i Medio Evo - Roma 1939 - Vol. I a   

        cura di Bianca Mazzoleni- Il testo palesa molte difformit…,      

        sia pure solo formali.                                        !  

        ®966 - Petro Negrello de Bellomonte militi, exequtoria            

        concessionis casalium in pertinenciis Agrigenti, videlicet       

        Rachalgididi, casale Rachalchamut et Sabuchetti et casale        

        Brissane, nec non domus in qua habitat Fredericus Musca          

        proditor; que casalia Rachalgididi, Rachalchamut et Sabuchetti   

        et dicta domus fuerunt Frederici et casale Brissane devolvit     

        per obitum  sine liberis quondam Iordani de Cava.¯ (f. 246)   !! 

        Vi appunta la sua attenzione ( ma con qualche inesattezza):      

        Illuminato PERI: Uomini, citt… e campagne in Sicilia dall'XI     

        al XIII secolo - Laterza, Bari 1978.                          !  

        Nella nota n. 6 al cap. XXI (cfr. pag. 331 e 332) riduce in      

        questi termini l'assegnazione di Racalmuto:  ®La nuova           

        lotteria feudale dai _Reg. ang._  (e cio‚: I Registri della      

        Cancelleria angioina, ricostruiti da R. Filangieri di Candida    

        e dagli Archivisti napoletani, Napoli 1950 sgg. - cfr. pag.      

        294) .......RAHLHAMUD e altri casali gi… di Federico Mosca e     

        Giovanni de Cava ( VIII, pag. 65, a Pietro Nigrel de             

        Bellomonte) ...¯                                              !  

        La nota riguarda il seguente passo di pag. 266: ®Erano           

        espressione, nell'insieme, e con maggiore evidenza i secondi,    

        del movimento nella cerchia dei feudatari di sicilia             

        verificatosi sotto Carlo d'Angi• : una lotteria che tocc•        

        intiere terre e casali; ma che, se non mise in circolo una       

        feudalit…  irriguardosa per ambizioni fondate su reale           

        potenza, non cre• neppure un solido aggangio alla dinastia       

        (6).                                                          !  

        Anche perch‚ i nuovi signori non foruno accompagnati da un       

        seguito che avesse presa sul tessuto demico o valesse quanto     

        meno a contenere prevenzioni e risentimenti, nostalgie seppur    

        strane e aspettative magari vaghe ...¯.                       !!!

        I REGISTRI ANGIOINI                                           !! 

        NELLA PREFAZIONE AL I VOLUME (NAPOLI 1950) VIENE SEGNALATO CHE   

        ®L'archivio della Cancelleria Angioina di Napoli, inviato        

        durante la guerra per misura di protezione antiaerea, insieme    

        con gli altri atti pi— importanti degli archivi napoletani,      

        in una villa presso S.Paolo Belsito (1) (Tali scritture, in      

        866 casse, furono depositate nell'ampia villa Montesano dei      

        signori Contieri), Š stato intieramente distrutto                

        nell'incendio di quel deposito, il 30 settembre 1943, per        

        ordine di un comando germanico, come chiarirono i militari       

        che tradussero in atto il criminoso proposito (2).               

        (sull'incendio di villa Montesano, vedi la Relazione             

        pubblicata nel Rapporto finale sugli Archivi, a cura della       

        Sottocommissione per i monumenti, belle arti e archivi della     

        Commissione Alleata, Istituto Poligrafico dello Stato, 1946,     

        pp. 54 ss.).                                                  !  

        Forse oltre cinquecentomila documenti erano trascritti o         

        notati in questo magnifico complesso archivistico, che           

        conteneva gli atti dei Sovrani angioini di Napoli dal 1265 al    

        1435.                                                         !! 

        Dalla rovina furono salvi, per essere rimasti in sede, gli       

        antichi repertori di Pietro Visconti, di Sigismondo Sicola e     

        Michelangelo Chiarirto, oltre una parte di quelli, pi— ampi e    

        completi, di Carlo de LELLIS, cioŠ i tre grandi volumi           

        corrispondenti ai registri di Carlo II, di Roberto e di Carlo    

        Duca di Calabria.                                             !! 

        ... Repertori compilati dal De Lellis sui registri  di Carlo I   

        distrutti nella rivolta del 1701.... Gli Atti perduti della      

        Cancelleria Angioina, transunti da Carlo de Lellis, pubblicato   

        sotto la direzione di R. Filangieri, in REGESTA CHARTARUM        

        ITALIAE, vol. I a cura di B. Mazzoleni, Introduzione (Nella      

        biblioteca nazionale di Roma: Dep. S.S. 94 (093) (450) R         

        341/25 De Lellis - Storia).                                   !! 

        R. Istituto Storico Italiano per il Medio Evo - Regesta          

        Chartarum Italiae - Gli atti perduti della Cancelleria            

        Angioina - etc. (v. sopra)                                    !  

        Per il nostro documento: ®REGISTRO 1271.A  - SECRETIS SICILIAE   

        - (FOGLI 244-264 = PAG. 953-1049)                             !  

        "Notamentum ex Registro Regis Caroli Primi 1271 Lictera A in     

        Regia Sicla". Questo registro Š gi… stato pubblicato             

        integralmente da A. BROCCOLI, Cancelleria Angioina, il           

        Registro di Carlo I d'Angi• 1271.A in Regia Sicla in Archivio    

        Storico Campano, anno I (1889) fasc. I,  fol. 54-98; fasc. II    

        fol. 5-48; fasc. III e IV, fol. 5-76. - Esso Š contenuto nel     

        manoscritto di Carlo de Lellis dal titolo: NOTAMENTA EX          

        REGISTRIS REGIS CAROLI Iø, vol. Iø, fol. 404-494.                

        Nell'inventario dei Registri Angioini compilato nel 1568 al n.   

        12 esso Š cos descritto: ®Item uno altro registro di carta ut   

        supra intitulato Registrum Regis Caroli Iø anni 1271, comincia   

        'Scriptum est Bayulis' et finisce 'ultimo augusti XV             

        indictionis' di carte  n. 248¯.                               !! 

        cfr. pag. 248: ®_PROVISIONES SEQUENTES DIRIGUNTUR SECRETIS       

        SICILIAE_                                                     !!!

        CFR. pag. 250 : ®N. 966 Petro Negrello de Bellomonte ...  etc.   

        c.s.¯.                                                        !!!

        Pietro, Conte di Montescaglioso, Camerario del Regno, BEAUMONT   

        (de) o BELMONTE ( cfr. pag vol. VIII 127, 128, 145, 173, 187,    

        191, 199 etc.) NEGRELLO PETRO DE BEAUMONT (cfr. pag. 65 e        

        182).                                                         !! 

        Pag. 145 (n. 246) - ®Mandatum pro mutuo unc. C cum Petro de      

        BELLOMONTE, Montis Caveosi et Albe Comite, Regni Siciliae        

        Camerario¯. Reg. 1272, XV ind. f. LXVIII,t) De Lellis l.c. n.    

        580.                                                          !!!

        Da una ricerca presso  i volumi illustativi degli Archivi di     

        Stato e specificatamente quello  riguargante Napoli (Archivio    

        di Stato di Napoli, Piazzetta Grande Archivio, 5 tel.            

        08/204594 dir. 204046), i 'Notamenta' del de Lellis che          

        riguardano Racalmuto (atti relativi a Carlo Iø del 1271.A)       

        risultano distrutti  nel 1943.                                !! 

        RICERCHE PRESSO L'ARCHIVIO SEGRETO DEL VATICANO               !!!

        -_SACRA CONGREGAZIONE DEI VESCOVI E REGOLARI_                 !  

        Per la ricerca indicare il fondo sopra sottolineato e quindi     

        la 'SEZIONE' (_E_ per vescovi, sacerdoti ed altro; _M_ per le    

        monache), il mese e l'anno. Tali dati possono desumersi dalla    

        Rubricella. Per controllo, consultare i volumi del PROTOCOLLO    

        per ordine numerico.                                          !!!

        - Rubricella 213 - Dicembre 1885 - Girgenti: Supplica delle      

        Collegine di Racalmuto circa il convento - Sez. M - n. 198. Il   

        documento dovrebbe riguardare un contrasto con il sac.           

        Vincenzo Macaluso. Ho richiesto il fascicolo, ma al posto dei    

        documento trovasi un foglio meramente indicativo con             

        l'annotazione ' advertatur' (?).                              !! 

        - Rubricella 213 - Febbraio 1885 - Girgenti - La popolazione     

        di Racalmuto circa il Sac. Vincenzo Macaluso - Sez. E .       !  

        Nel PROTOCOLLO GENERALE sono specificate le seguenti date:       

        3.3.1885 (Ep.co pro sui notitia) - 11.5.1885 - 16.4.1885 -       

        7.5.1885 e l'indicazione 22684.                               !  

        Nel fascicolo di febbraio 1885 non si trova alcunche'.