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mercoledì 30 gennaio 2013

Questo è il testamento di don Paolino D'Asaro, il fratello di Pietro D'Asaro che d'altronde era entrato in seminario per farsi prete. Poi si fermò, ma chiese ed ottenne la chierica e fu chierico coniugato.
Don Paolino invece prete lo divenne e per quel che ci risulta fu anche un buon sacerdote. Alla morte del ventiquattrenne conte Girolamo II del Carretto, la passionale contessa ebbe bisogno anche lei di un mundualdo. A Racalmuto venne in figlio bastardo di Giovanni del Carretto che ebbe comunque a dargli il nome del casato nobiliare. Codesto don Vincenzo del Carretto fu prete, ottenne mezza Racalmuto come parrocchia facente capo alla Matrice. A don Paolino si concesse l'altra mezza Racalmuto, quella decentrata e come chiesa parrocchiale si elesse San Giuliano. San Giuliano fu parrocchia per breve tempo. Solo nel primo ventennio del Novecento ritornò ad essere parrocchia per accontentare padre Picone. Padre Picone fu fatto monsignore per intercessione laica di un parente importante a Roma e al Vaticano. Per non fare torto a nessuno anche padre Farrauto ebbe il monsignorato. L'arciprete Casuccio che già monsignore lo era ascese al grado di Cameriere Segreto di Sua Santità. Il mio amico padre Puma non ebbe degnazione se non mi pare alla fine dei suoi giorni. Padre Martorana inceve appena parroco della Matrice (il titolo i arciprete però era andato in fmo) ebbe le insegne violacee, la fibula e le borchie di ministro del Signore insigne.

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