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martedì 12 febbraio 2013

BIS IN IDEM

Lettera aperta ai banchieri di buona volontà.
Esistono? No! Solo vi è in Italia un banchiere dei banchieri che vi si può iscrivere. Ma, Tremonti e la BCE gli hanno tagliato non solo gli alberi del prestito di ultima istanza (un certo risconto “sottofascia” che era una delizia e consentì all’Italia contadinella, quella bonomiana, di divenire la settima potenza industriale del mondo), ma anche i praticelli della vigilanza propulsiva (si chiamava controllo quantitativo dell’ordinamento sezionale del credito), e pure il sottosuolo tuberoso da cui fiorivano moral suasion, misure di ristoro, riserve obbligatorie assistenziali, anticipazioni al tesoro (almeno prima del divorzio) e via discorrendo.
Il povero banchiere dei banchieri oggi è così malridotto che manco conto economico più riesce a fare, tanto da privarci a noi frotte di dipendenti in servizio e in quiescenza anche della agenda quasi coreacea che tenevamo in bella mostra nelle credenze di casa nel suo succedersi annuo. E di questo passo comincio davvero a temere che prima o poi anche l’integrazione pensionistica se ne vada in fumo.
Al signor governatore ho già scritto e pur eretico irredimibile mi ha risposto e persino con toni gentili. Ma si guarda bene dal chiamare queste cariatidi che il Padre Eterno lascia ancora su questa terra per una consultazione riservata e cauta come peraltro siamo stati educati a fare in decenni di affinamento morale e culturale sotto l’egida di palazzo Koch.
La Banca d’Italia avrebbe bisogno di un manager d’ispirazione ligia al glorioso istituto, né banca né stato, ma che sia esperto in cose di banca, quelle della prassi e non quelle del Kamasutra del Servizio Studi. Istituzionalmente questo manager – io che non ho figli né nipoti del genere un figlio di ispettore superiore che queste caratteristiche ce le ha tutte, potrei segnalarlo - potrebbe venire nominato dalla sera alla mattina quale vice direttore generale aggiunto, il quarto uomo del Direttorio, insomma. E potrebbe e dovrebbe essere contornato da un Consiglio di Saggi, come nell’Iliade (vedasi foto allegata) che provenienti dalla stessa Banca d’Italia oggi sono in quiescenza ma non in liquefazione mentale. Ovvio che come dicono in chiesa prima caritas incipit a me ( ma possono scartarmi); non mi offendo e faccio nomi che non tutti sono nei miei ardori amorosi: De Sario (che a dire il vero consigliore lo è di diritto), Grossi, Giardino, De Robbio, Lamanda e nessun altro.
C’è da fare conto economico, facendo banca: articolo 19 o non articolo 19, i compiti istituzionali quelli sono: se non stampare (più) almeno prestare i soldi. Dove prenderli: mi ricordo Carli con i cosiddetti prestiti compensativi appoggiati alle enormi, neghittose riserve. La Markel non permette? Mandiamola a quel paese.
Ora che anche il papa tedesco lascia, reagiamo.
A proposito, avevo scritto già qua l’altro giorno sulla vicenda MPS come la vedo io e l’IOR vi è gravemente coinvolto tanto da far temere oltre Tevere qualche sparata giudiziaria. Dopo le elezioni qualcosina i giudici anche lì dovranno mandarla. Meglio che questo canutissimo vecchietto vada in convento. Come in qualche tragedia inglese: nobile Ofelia, vai in convento! perché vuoi generare altri peccatori?
Così la mia autocandidatura a consigliere di Visco è bella e frantumata. Non per nulla mi sento un eretico iconoclasta, manco la bedda matri di lu munti di Racalmuto rispetto. Andrò all’inferno!. A mia moglie la corteggiavo così: è il giorno del giudizio, i morti risorgono all’eterna gioia o all’eterno dolore, ma abbracciati insieme non ci curiamo di nulla: né di INFERNO né di PARADISO (Heine).
Ho sghignazzato l’altro giorno per i condoni di Berlusconi. Aggiungo oggi una chicca: ieri uno di questi professionisti poliglotta dell’alta finanza, mi ragguagliava su come si svolse il condono del 5 per cento. I capitali stavano in Italia, quei capitali per gran parte dei politici erano. Avevano inventato l’anonimato per evitare i guai di cui dissi ieri. Bastava un attestato di banca estera. Lussemburgo, Vaduz, banche olandesi fecero i soldi (extra 5%) per attestare i desiderata. Tutto falso dunque, o quasi. Perché i signori magistrati invece di perdere tempo con i prescritti accordi di trent’anni fa con la mafia di Brusca e Provenzano, non acclarano? Potremmo evitare che qualche colpevole anche ex biancofiore acceda persino al colle più prestigioso di Roma.

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