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venerdì 8 marzo 2013

Racalmuto, nostalgia inestinguibile




Caro tenore Salatore Puma, hai inorato Racalmuto. Sbalordisti in quel di Modena che di canto e di lirica se ne sono sempre intesi. Ma ora Racalmuto ti onora? Una specie di museo al teatro serve più a loro, a qualche precario che ad onorarti. Ti hanno dedicato una via? Hanno organizzato un revival al Teatro Margherita, o lì si deve recitare qualcosa ultle a qualche deseredato? Tuo nipote Totò ha incisioni tue deliziose. Foto non mancano, stampa specializzata abbonda.

Se le mie ricerche, se i miei riscontri, se le mie ipotesi ragionate colgono nel segno, qui sorgeva l'antica Matrice sub titulo di S, Antonio Abate. Desolatamente fatiscente la si abbandonò. Si preferì scegliere la chiesuola dell'Annunciata un po' più a monte. E là si treferi la parrocchia.Fervettero i lavori di abbellimento, ma soprattutto di ingrandimento. Occorrevano sempre maggiori carnarie per la crescita della popolazione.
 
 
 
 
 
Vecchie case dietro la matrice. Qualcuno ancora vivente vi abitò.Ora sta meglio, molto meglio. Racalmutosi è molto abbellita; oggi è cittadina. I visitatori la lodano, gli stanziali la denigrano. Io la esalto e con me decine di migliaia di racalmutesi sparsi per il mondo, con dentro una nostalgia inestinguibile.

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