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domenica 15 settembre 2013

Leggo una pagina di Leonardo Sciascia (La corda pazza).

Calogero Taverna

Sei veramente eccezionale. Sulla matematica scherzavo. Volevo provocare. Mio fratello è ingegnere. Lo seguivo all'università dannarsi l'anima per trovare l'accorgimento (non mi ricordo più come si chiama) e risolvere una espressione non so con quante incognite. Lo piglio ancora in giro perché mi avrebbe spiegato che vi sono due zeri (zero + e zero -). Le "derivate" non ho mai ca...pito cosa sono- Ora mi tocca vedermela con certe operazioni finanziarie. Solo che li chiamano al maschile: derivati. Calogero Taverna
circa un minuto fa ·

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Leggo una pagina di Leonardo Sciascia (La corda pazza).

Leggo una pagina di Leonardo Sciascia (La corda pazza).

.... forse soltanto Greco, oggi poteva rendere attraverso la rappresentazione in figure, intatto il senso dell' "Ars amatoria:" quell'erotismo objectal compatto e luminoso come un corpo celeste in cui la donna si inscrive e in cui il piacere in se stesso ruota e si inebria librato sulle passioni e sulle angosce, intangibilmente sereno e armonioso; quella saggezza erotica insomma, in cui le componenti fisiche e psichiche dell'amore perfettamente si equilibrano e le prescrizioni tattiche e strategiche - d'ordine psicologico, comportamentale, cosmetico e positionnel - non dicono di una guerra ma di un gioco. Il gioco dell'amore: di quando l'amore non era legato alla morte e al male.

Da Ovidio bisogna fare un salto sino a Boucher. [...] In Boucher la dea dell'more non nasce dal mare ma dal letto; e il suo trionfo è tutto in un lenzuolo che i putti sollevano da lei, svelandola nuda ad una specie di conversazione tattile (lo schema compositivo fa un po' pensarealle sacre conversazioni). Il mare, in basso nell'ovale, èrappreso in pura decorazione; tanto Boucher, voleva tenersi sicuro da quella agitazione che appena qualche annodopo comincerà a trascorrere nel mondo di Fragonard

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Postfazione del tutto personale

Se non si ha DNA distillato in milioni di anni in questa tortuosa landa di un altipiano su cui si sparge un paesino dal brutto nome arabo, Racalmuto, se non si sogna contorti, se non si brama in un impotente lussurioso peccare, se non si è iniziati alla vita del sesso tra velleitari giochi al dottore e onanismi sotto rudi lenzuola, non si scrive così, o non si pensa così o non si muore così.

Mi accusano spesso di fare molto ricorso a Sciascia, a scritti di Sciascia, a visioni di Sciascia, io che pur dovrei essere l'opposto di Sciascia, il nano a fronte del sardonico gigante. A prima scusante, il mio Sciascia non è quello degli amici della noce, o degli implumi aspiranti al verseggiare o allo scrivere in evirata prosa d'arte. In seconda battuta, vi sono le ataviche leggi della simiglianza che me lo impongono.

N.B. Quanto ad Emilio Greco, non sono riuscito a trovare questa succulenta Venere: che mi aiutino le eccellenti signore che sono molto abili e grandemente sagaci in siffatto campo dell'arte.

Calogero Taverna

Sempre Sciascia in LA CORDA PAZZA

Greco ha operato .... attraverso una visione del mondo essenzialmente erotica , di armonia erotica. Sorgente di questa armonia è, naturalmente, il corpo, della donna; e da lei si irradia in tutte le cose: forma, ritmo, misura del mondo.

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... i segni stupendi di Greco corrono sul foglio bianco a far sorgere il dorso perfetto, l'ammirevole fianco lungo, la gamba giovanile, le sciolte e libere chiome. E come il poeta di duemila anni fa, Greco può dire che né da Febo, né da Clio, né dalle sorelle di Clio ha appreso quest'arte: "unus opus movet hoc". Che è il senso profondo di ogni arte amatoria, di ogni arte umana di amare: né gli dei né le muse possono insegnare agli uomini l'amore, e anzi gli uomini debbono insegnarlo agli dei.

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