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venerdì 18 ottobre 2013

per l'istituto dell'autotutela res melius perpensa mi concedano nunc pro tunc la mia non so quanto desiderata residenza. Poter dire civis romanus sum, suona meglio

Gent.ma  Signora Vice Prefetto
Commissaria Sindaco del
Comune di Racalmuto,

Le invio questa lettera pubblica nella speranza che qualche anima buona (meglio qualche nemico di qualcuno) riesca a richiamare la Sua attenzione su questa mia (che poi forse doglianza si può chiamare di un cittadino magari mancato aspirante residente racalmutese).
Sa Signora 80 anni fa io qui ci sono nato. Sono nato in via Fontana, n. 80, in via Fontis dicevano carte neglette della Matrice che io studio da 60 anni circa. (Ora la chiamano in altro modo per dispetti che si facevano degli strani dioscuri racalmutesi).
Sono stato residente racalmutese per circa 35 anni prima, per un paio di anni tutto sommato l'altro ieri. Essendo stato alto dirigente della banca d'Italia prima e per sette anni circa delle Finanze dopo, ho avuto bisogno di dislocare qua e là la mia residenza, come credo stia capitando a Lei.
 Il 19 giugno del  2012 mi punge vaghezza di tornarmene nel dolce suol natio. Sia chiaro sarebbero stati costi aggiuntivi per me, buoni guadagni per il Comune che avrebbe potuto incassare l'addizionale sulla mia IRPEF che non è quella di Berlusconi, ma via di un qualche importo è. Ho pure un paio di case a Racalmuto e ci pago pure l'IMU. Insomma pensavo che qui al mio paese avrebbero fatto i salti di gioia pur riprendendosi un loro figlio peraltro con apporti di buone tasse.
Passa un giorno passa l'altro, nessuna nuova.  Dopo una quindicina di mesi vado all'Anagrafe e sono subito evasivi e dopo mi fanno aspettare tanto che essendo un vecchio arteriosclerotico, mi rigiro sui tacchi e me ne vado a casa.
Scrivo allora la seguente lettera:
Preg.mo Sig. Dirigente dell’Anagrafe di Racalmuto

C/o Segretario Comunale di Racalmuto

e, p.c. Gent. ma Signora Vice Prefetto

D.ssa Maria Salerno

Commissario sindaco di Racalmuto


Premesso che il sottoscritto dottor Calogero Taverna, nato a Racalmuto il 10 maggio 1934, per un emnpito di nostalgia che capita ai vecchi, ebbe ed ha voglia di ritornare anche giuridicamente nel consorzio civile natio, avanzò oltre un anno e mezzo fa formale richiesta a Codesto Comune per riavere la residenza, indicandola in via Francesco Martorana, 11 bis.

Non sto qui per amor di patria a specificare cosa ebbi a subire per l’imperizia di giovani donne credo LSU non use ad usare questo terribile strumento che è il comupter. Ma almeno dopo due visite a vuoto della mattinata, il pomeriggio finalmente la pratica poté perfezionarsi questa volta per la competenza di un addetto di sesso maschile.

Sennonché è passato un tempo infinito ed un silenzio incomprensibile ne è seguito. Con la presente chiedo quindi che mi venga comunicato l’assenso alla mia postulazione, contro cui nulla si può obiettare a meno che non si confonda la richiesta di residenza (per la quale oltretutto il Comune avrebbe tanti vantaggi nelle entrate tributarie a mio danno) in concessione di domicilio coatto (che grazie a Dio non mi serve).

Nel ringraziare si porgono distinti saluti

……………………………………………………

Calogero Taverna

Via Francesco Martorana, 11 bis

Racalmuto.

Avrà notato che mi ero permesso di mandargliela per conoscenza. Gliela ho mandata per posta. Ma  son sicuro che Ella non ne sa nulla perché diversamente non avrebbe permesso al Suo Ufficio Anagrafe di rispondermi come potrà vedere nell'acclusa riproduzione.
Che dire in proposito? posso pure ammettere che a suo tempo la mia "richiesta d'iscrzione ha avuto esito negativo". Bene ma mi si vuol comunicare? Ma perché "esito negativo"? Orsù via non si può essere tautologici e scrivere che ciò "in quanto in data 26/07/2012 l'accertanento è risultato negativo". E chi ora dopo 14 mesi e solo perché ho scritto anche a Lei me lo dice? Francamente  non capisco bene chi. In grassetto mi risponderebbe "il Resp. Dell'Ufficio Anagrafe" ma vi è un segnaccio che forse sta a significare cancellatura. Sotto invero vi è un timbro (ma via si legge male ed io non riesco a sapere nome e cognome del pubblico ufficiale che firma quella esilarante misteriosa tautologica motivazione, se - ma non lo farò mai - volessi perseguire i responsabili personali di certa non so come chiamare questa mia ennesima disavventura comunale)-.
Ma lo chiedo ora pubblicamente a Lei: mi volete dire in che senso è stato "negativo" l'"accertamento"? Mi hanno detto, perché dei vigili sono andati a casa mia, hanno suonato il campanello e non rispondendo nessuno hanno detto (o sctitto) che io non stavo a Racalmuto. Ma vivaddio! io ho chiesto la residenza al mio paese non il domicilio coatto!
Ma vediamo un po' le date. Avanzo l'istanzza il 19/06/2012 (debbo pensare ad una topica per quel 2013 del vostro rigetto. Diversamente sarebbe comico che undici mesi prima che io avanzassi richiesta "in data 26/07/2012" (profeticamente o prodromicamente) codesto Comune mandasse dei vigili a controllarmi e redigere - in base a quali elementi? - "un accertamento con risultato negativo".
Ma superiamo l'inghippo. Se ho presentato - come ho presentato - il 19 giugno del 2012 istanza di residenza, il comune se ne sta quieto e  sereno ed aspetta che finisca anche la festa del Monte per mandare qualcuno "ad accertare" se mi si poteva concedere (prego restituire) la residenza? Ed io dovevo starmene al caldo racalmutese aspettando peggio del Vangelo i visitatori apostolici? Potevo andarmene (come me ne sono andato) in ferie dove più mi gradiva o avevo chiesto il domicilio coatto per cui me ne dovevo stare tappato in casa? Dove sta scritto?

Non mi dilungo Signora Prefetto Commissario Sindaco, ma guardi che tutto ciò è avvenuto sotto il vostro commissariamento (ovvio le cose del 2012 sotto  la sua o il suo predecessore, ma questa esilarante risposta negativa ricade tutta sotto la sua responsabilià)- E quanto a desiderabile buona amministrazione pubblica  Racalmuto è stata sempre quella che è e non avevamo bisogno che ci mandassero pretoriani romani.

Non so se Lei si convince che insomma i suoi uffici hanno sbagliato e quindi pe
r l'istituto dell'autotutela res melius perpensa mi concedano nunc pro tunc la mia non so quanto desiderata residenza. Poter dire civis romanus sum, suona meglio.

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