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lunedì 2 dicembre 2013

Lu parrinu "occhi russi".

Stralciamo dall'intervista Sferrazza all'arciprete Casuccio.

 
Siamo nel novembre (21)del 1979.
Sferrazza: Il 1909 Mons. Casuccio viene nominato sacerdote, entra i paese e comincia il suo ministero sacerdotale;

Casucio: con l'arrivo di noi quattro [novelli sacerdoti] il numero [dei sacerdoti racalmutesi] salì a 25 . una cosa di paradiso entrare in matrice e sentire l'intreccio del dialogo nella recita del Breviario, o addirittura sentire i canti, .. Nelle feste il canto non mancava mai, anche perché non mancava mai persino nei giorni feriali la Messa cantata conventuale.

Sferrazza: Ci furono (nel clero) fatti curiosi che potevano impressionare? Qualche leggerezza?

Casuccio: Oh sì, le leggerezze non le fanno gli Angeli!

Sferrazza: Come si spiega il caso di quel sacerdote, che aveva gli occhi rossi e che era notevolmente ignorante? Fu un caso patologico eccezionale, o vi erano dei sacerdoti veramente non all'altezza?

Casuccio: Quello si deve allacciare alla condotta direi genericamente parlando, dei conventi, della vita di quelli che seguirono le vocazioni religiose dei conventi

Sferrazza: Lui era dunque religioso? E non erano già da temo soppressi i conventi dopo Garibaldi?0 Chi era questo "Parrino occhi russi"?

Casuccio: Sì, e dirò di quale congregazione ... Lo so, non ricordo bene ...

Sferrazza: Uscì dall'istituto insomma?

Casuccio: Era uscito, cioè l'istituto si sciolse e furono mandati fuori; comunque non importa questo. Il fatto di una preparazione approssimativa deve essere stato il bisogno di dargli una risorsa per vivere, perché allora parevano pochi i sacerdoti che c'erano. ... Comunque si sentiva il bisogno perché allora i sacerdoti potevano essere impegnati, come si direbbe oggi assorbiti da quella cura meravigliosamente santificante dell'assistenza a ben morire. Ci tenevano i sacerdoti, ci tenevano i fedeli; e i sacerdoti restavano impegnati anche per delle notti intere. Era un gran sacrificio; ma insomma i fedeli sapevano ringraziare i sacerdoti,

Sferrazza: c'erano persone che morivano male, notoriamente?

Casuccio: Beh, dovevano esserci  ... ma allora erano numericamente molto di meno: casi di disordine familiare, oppure di usura, prestiti ad usura.  ... Ma sul letto di morte o si rifacevano da sé o la famiglia tentava insieme con i sacerdoti  a farli metter in grazia di Dio ... Qualche caso l'ho vissuto anch'io direttamente: persone notoriamente appartenenti a quelle"sette" - così si chiamavano - dico un rifiuto esplicito di morire nella chiesa coi sacramenti. Non c'era un accanimento. Qualcuno. Ma rara avis . secondo me.

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