Lillo Taverna Lascia stare; non accoarti alle stupidaggini pseudo giornalistiche del mio paesae. La tormba di Pietro D'Asaro non la potrà rinvenire CON CERTEZZA nessuno. Due i testi che ci potevano dare contezza del luogo della sepoltura di Pietro D'Asaro: IL LIBER in quo adonotata reperiuntur nomina plurorum etc. e il registro parrocchiale dei morti di quel periodo ove si era soliti indicare il luogo della sepoltura. Che Pietro D'Asaro possa essere stato seppellito in quel di Palermo è cervellotica congettura (smentita peraltro dal "liber") anche perché l'11 giugno del 1647, data certa della sua morte il D'Asaro era "commodo" come amava scrivere padre Alessi sulla ssia di un suo religioso compaesano, un settecentesco frate sanbiagese, e siccome era anzi molto "commodo" aggiungo io si sarebbe preordinata una tomba molto lussuosa con tanto di lapide segnaletica. Ma questo non l'ha fatto perché la bella tomba se l'era già comprata un trentennio prima dall'arciconfraternita di Santa Maria deorsum. Quindi è pressoché sicuro che là fu sepolto il giorno dell'11 giugno 1647 " gratis cum clero" perché era clericus coniugatus" come da diplomi vescovili di cui naturalmente ho copia. Se davvero vi fu sepolto là non abbiamno né potremo mai avere certezza perché già il "liber" in cui si annota il giorno della sua morte l'abbiamo cercato per giorni con il solerte mons. Martorana e non vi è più traccia. (Questo si spiega perché l'arciprete Puma è morto in piene funzioni arcipretili e quindi non ha lasciato inventario e il suo "spoglio" risulta sempre più disperso per l'incuria della CURIA arcivescivile cui automaticamente accede quel lascito parrocchaile e per indolenza dei BENI CULTURALI che tanti soldi pubblici per la salvaguardia dell'eccezionale archivio storico della Matrice di Racalmuto). Inoltre il registro dei morti del periodo non si rinviene da tanto tempo. Io penso che sia stato l'abate Acquista, alla stregua di quel che fece per l'atto di battesimo dell'altro benerito e celebre medico del Seicento, Marco Antonio Alaymo ad asportarlo. Certezze dunque mai più, ma ragionate ipotesi tante e queste indicano che il luogo di sepoltura era in Santa Maria di Giesù fracassato negli ultimi anni del millennio scorso da improvvidi restauri.
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sabato 22 febbraio 2014
Certezze dunque mai più, ma ragionate ipotesi tante e queste indicano che il luogo di sepoltura era in Santa Maria di Giesù fracassato negli ultimi anni del millennio scorso da improvvidi restauri.
Lillo Taverna Lascia stare; non accoarti alle stupidaggini pseudo giornalistiche del mio paesae. La tormba di Pietro D'Asaro non la potrà rinvenire CON CERTEZZA nessuno. Due i testi che ci potevano dare contezza del luogo della sepoltura di Pietro D'Asaro: IL LIBER in quo adonotata reperiuntur nomina plurorum etc. e il registro parrocchiale dei morti di quel periodo ove si era soliti indicare il luogo della sepoltura. Che Pietro D'Asaro possa essere stato seppellito in quel di Palermo è cervellotica congettura (smentita peraltro dal "liber") anche perché l'11 giugno del 1647, data certa della sua morte il D'Asaro era "commodo" come amava scrivere padre Alessi sulla ssia di un suo religioso compaesano, un settecentesco frate sanbiagese, e siccome era anzi molto "commodo" aggiungo io si sarebbe preordinata una tomba molto lussuosa con tanto di lapide segnaletica. Ma questo non l'ha fatto perché la bella tomba se l'era già comprata un trentennio prima dall'arciconfraternita di Santa Maria deorsum. Quindi è pressoché sicuro che là fu sepolto il giorno dell'11 giugno 1647 " gratis cum clero" perché era clericus coniugatus" come da diplomi vescovili di cui naturalmente ho copia. Se davvero vi fu sepolto là non abbiamno né potremo mai avere certezza perché già il "liber" in cui si annota il giorno della sua morte l'abbiamo cercato per giorni con il solerte mons. Martorana e non vi è più traccia. (Questo si spiega perché l'arciprete Puma è morto in piene funzioni arcipretili e quindi non ha lasciato inventario e il suo "spoglio" risulta sempre più disperso per l'incuria della CURIA arcivescivile cui automaticamente accede quel lascito parrocchaile e per indolenza dei BENI CULTURALI che tanti soldi pubblici per la salvaguardia dell'eccezionale archivio storico della Matrice di Racalmuto). Inoltre il registro dei morti del periodo non si rinviene da tanto tempo. Io penso che sia stato l'abate Acquista, alla stregua di quel che fece per l'atto di battesimo dell'altro benerito e celebre medico del Seicento, Marco Antonio Alaymo ad asportarlo. Certezze dunque mai più, ma ragionate ipotesi tante e queste indicano che il luogo di sepoltura era in Santa Maria di Giesù fracassato negli ultimi anni del millennio scorso da improvvidi restauri.
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