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domenica 2 febbraio 2014

Quella la vera Racalmuto del retrivo sfruttamento di quel popolino che non permettevano di passare davanti alle loro sedie di vimini sui marciapiedi del loro esclusivo circolo unione.

Questi due eroi di guerra, due umili ma eroi di guerra. Questi per liberare Trento e Trieste ci hanno rimesso la vita. Questi andrebbero esaltati in questa nostra Racalmuto. Invece il silenzio assordante. Furono ignominiosamente dichiarati "dispersi in guerra"; invece furono vigliaccamente canagliescamente lasciati morire e decomporsi in montagne che oggi si dicono slovene.  Non SALI di ARGENTO. Non sono "galantuomini". Non furono imboscati perché truffaldinamente non avevano alla leva parenti medici che li dichiarassero "riformati". Uno a meno di 20 anni, l'altro padre di cinque figli a 37 anni vennero razziati e portati lontano a fare da carne da macello per risibili strateghi militari. generali o capi di stato maggiore che fossero. Racalmuto non li degna neppure di una lapide, di un ricordo, di un momento di trepida memoria. Ignora e basta: ha da onorare magistrati di cui ignora le intime ignominie, manigoldi di cui non ha visto le carte romane, falsi militi fascisti carnefici di nostri fratelli comunisti. Che Racalmuto, da odio! Il mio di certo. Uno dei due era mio nonno, contadino, 37 anni; morto in guerra negletto; l'altro era fratello di mia nonna. Sfracellato a manco 20 anni. Non avevano nobili lombi. Non si erano criminalmente arricchiti  facendo estrarre zolfo a poveri figli del popolo morendo spesso per i polmoni bruciati dall'antimonio, non erano nipoti di sapidi colletti bianchi protettori e sfruttatori dei loro picciotti dediti all'abigeato. Quella la vera Racalmuto del retrivo sfruttamento di quel popolino che non permettevano di passare davanti alle loro sedie di vimini sui marciapiedi del loro esclusivo circolo unione.

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