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sabato 1 marzo 2014

Non voglio essere profeta in patria: mi sminuerei.



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Venerdì 19:16
Non so se XXXXX mi scrive per via riservata perché si vuole affidare alla mia capacità mafiosa della reticenza assoluta oppure perché io diventi strumento di divulgazione a mezzo mondo della sua sorniona, blasfema, ironica, denigrante musa dialettale. Io di segreto bancario ne ho piene le palle e quindi RAGASSI non mettetemi a parte del vostri segreti, non ditemi: resti fra noi e neppure qui lo dico e qui lo nego. Immediatamente ne faccio la più ampia diffusione possibile. Certo so calibrare i tagli e farne la più ampia divulgazione senza né farmi querelare né fare querelare. XXXXXX ha qui sprazzi di acciecante giubilazione di aspiranti sindaci e dintorni. Concordo con la massima ilarità possibile. Alle volte fingendo di riderci sopra taluni malevoli tendono a dormi: tanto tu stai dalla parte di folli. E no, cari racalmutesi, posso essere prolisso (perché dato il vostro scarso coefficiente intellettivo, mi è difficile farvi capire, specie quelle cose che non capendo avete voglia di spiegarle a me che ci ho fatto sopra una gran bella e munifica esperienza). In un mondo di imbecilli, chi svetta è dichiarato pazzo. Certo che tutto sarò, fuori che imbecille. Né posso dire di voi che suonate la corda pazza; figurarsi se riuscite a far sprigionare da una ottusa chitarra cerebrale suoni gradevoli o peggio concertati. Non voglio essere profeta in patria: mi sminuerei.

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