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venerdì 30 maggio 2014

Digressioni dall'insegnamento del maestro del cinema Beppe Cino da Racalmuto

Osservazioni - ovvio - profonde. Il maestro del cinema Beppe Cino non può sgarrare. Ma mi permetterà qualche  disimpegno. Io non so cosa sia "onestà". E' disonesto chi evade? Allora siamo tutti disonesti. Ho fatto per sette anni il superispettore del fisco sotto Reviglio. Mi sono dovuto arrendere. Vi è una congerie di norme tali per cui se non si evade si va in galera per fallimento societario o si va a chiedere l'elemosina perché l'IRPERF ha divorato tutto, reddito capitale e risparmi. Mi dirai: ma perché non si fanno norme adeguate. Risposta:  impossibile. Non si può prevedere tutto; una norma diventa subito desueta per il tumultuoso evolversi di una società in fibrillante mutamento. Perché le leggi sono astratte e astrazioni. è già molto se riescono a tracciare un confine tra il lecito e l'illecito. ---Seconda osservazione mia: nella mia lunga vita ho appurato che l'intelligente è costretto a superare le regole, l'ignavo le rispetta tutte appunto perché ignavo: non fa nulla. Per onestà s'intende: non ledere gli altri (con dolo direbbero le pandette) allora siamo tutti onesti.  Terza osservazione: Sciascia è immenso ma nel suo onirico mondo letterario. Lo si disse profeta. Ma risultò solo ex post. La storia di Racalmuto l'ha massacrata. Ho quarant'anni di ricerche d'archivio che me lo confermano. Non fu marxista quindi non capì nulla del materialismo storico. Lo Stato - etico o realtà pensata - che sia non precipita mai perché è puro spirito. Vi saranno i corsi e ricorsi storici vichiani ma sono rigiri lungo una spirale in eterno progresso. Infatti tra l'Italia di oggi e quella che lasciò Sciascia quando morì vi è un subisso di differenze ma tutte in positivo per il nostro attuale vivere in questo nostro bellissimo e cinematograficamente parlando mirabile spazio vitale di nome Italia. Le prefiche? appunto prefiche. Piangono sul latte versato.

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