Chi sa che il palazzetto, il primo a sinistra di chi guarda, oggi di Mulè, risale al Seicento ed ha una grande storia. Vi abitava una giovanissima vedova che subì nelle sagrestie della Matrice un processo del Santo Ufficio. Avrebbe frodato una eredità del suo vecchio e decrepito marito favarese destinata alla Chiesa. La vedovella si teneva una sclava negra che soleva esporre da quei balconi il suo sovrabbondante petto scuro. Da lì il nome di Minna di Sclava appioppato ad un brutto di fico che echeggiava quella deliszia peccaminosa. Maschi guardoni a Racalmuto vi sono stati sempre-
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