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lunedì 8 settembre 2014

Incorre in scomunica latae sententiae chi osa affermare che Santa Rosalia è nata a Racalmuto

Carissimi fedeli di Racalmuto, vi rammento che se siete pii e devoti a Santa Romana Chiesa non potete far nascere Santa Rosalia a Racalmuto: incorrete subito a scomunica latae sententiae. Brevi piontifici e decisioni indiscutibili della Congregazione dei Sacri Riti, dopo il processo del1642, ove fu parte civile padre Spucces di Palermo, guai a chi osa inventarsi appropriazioni territoriali della Santuzza palermitana, di quella Palermo cioè ove dal tredicesimo secolo si ergerva una chiesetta a lei dedicata. A Racalmuto al massimo possiamo controvertere se  la chiesetta del 1608 che stava nel quartiere di San Giuliano. come mirabilmente scrive il Nalbone che peraltro copia un mio dattiloscritto di una trentina di anni fa,
fu demolita e abbandonata e ricostruita altrove, magari basandoci su quel passo del Pirri (sic PIRRI) che recita "pervetusta erat aedes ... sed incuria aliquorum ob novum aedificium ... deleta est" (e siamo nel 1641). Fu demolita senza scuci e cuci e quindi vi fu sopra edificata una nuova aedes? o questa fu costruita altrove?  Senza fare cervellotiche congettura, è possibile saperlo svolgendo non ardue ricerche d'archivio. Non può mancare il rogito notarile che sanciva quell'infame baratto tra l'arciprete Mantione (sic! ancora arciprete e non ancora canonico, canonico poi perché promoveatur ut amoveatur) e il famelico prete della baronale famiglia dei Grillo con cui in cambio di una amorfa statua non so se di cartapesta, oggi in matrice, poté trasformare quella benemerita chiesa in una stalla nel 1792 addirittura con l'approvazione del Vescovo di Agrigento.

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