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giovedì 29 gennaio 2015

si accerta che a Racalmuto visse ed operò con D'Asaro e dopo D'Asaro un altro grande pittore SIMONE LO GUASTO.

Tra i miei appunti mi trovo questo foglio dattiloscritto rassegnatomi da chi non ricordo. Lo rileggo dopo tanto tempo e vi scopro due grosse ghiottonerie della microstoria di Racalmuto.
Mi convinco sempre più che codesta microstoria a farla sul serio  è un pozzo di San Patrizio. L'amico Tano Savatteri dopo avermi accreditato riduttivamente come autore di una CONTROSTORIA, oggi mi striglia su Malgrado Tutto come pedante studioso. Mi sento qualcosa di più e di meno, ma non fa niente: non  sarà certo il giudizio (o il pregiudizio) di Tano Savatteri ad aggiungere alcunché al mio pertinace attaccamento alla poltrona di cui  una certa SUS AN (chi è costei?) mi incolpa.

Dunque in questo foglio si accerta che a Racalmuto visse ed operò con D'Asaro e dopo  D'Asaro un altro grande pittore SIMONE LO GUASTO.

In una apoteca del noto notaio secentesco G.B. CASTROGIOVANNI  (stando alla citazione: M. 1641-49, vol. 5, s.n., ASA), in quel tempo si fa un contratto per l'abbellimento della "Cappella di. S. Maria dell'Assuntioni fundata nella Matrice ecclesia di (Racalmuto) a man sinistra della cappella et altare maggiore della Matrice ecclesia". E tanto "giusta la forma del disegno fatto seu da farsi per Don Pietro D'Asaro et Simone Lo Guasto a richiesta del detto signor Don Philippo ...."

Sono elementi che sconquassano tutta la vulgata su questa chiesa Madre quale ha avuto il settimo sigillo anche da Leonardo Sciascia, con quella faccenduola del prete che volle con i suoi soldi fare una chiesa bella. (Ricordate: "un prete che vuole una chiesa 'bella' e vi profonde il suo denaro'.

Dovrei andare a recuperare questo atto notarile all'Archivio di Stato di Agrigento, unitamente all'altro di cui al "registro 1632-35, s.n.) ove si parla di questo  grande disegnatore Lo Guasto che il 30 marzo 1633, a 22 anni, è in grado di impegnarsi con lo stuccatore agrigentino Francesco Biundo per aiutarlo nell'appalto di  grossi lavori di stucco nella navata  e nella 'affacciata innanti la porta della ecclesia di Santo Pietro della città di Calascibetta.'

L'impegno del Lo Guasto, racalmutese, non è da poco: eseguire un "disegno .... a suo capriccio di bona opera bene magistralmente fatta vista et revista per experti per detto dello Guasto deligenti et questo ad ogni simplici requesta di detto dello Guasto."

Andrò ad Agrigento per meglio scandagliare codesti atti notarili del Castrogiovanni? Non so. Forse no: lascio all'acuto Tano Savatteri valutare il giusto peso delle mie "pedanti" notizie e chissà al buon Pippo Picone quello di appurare  il vero risvolto storico di codeste briciole ducumentali.  


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