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venerdì 2 gennaio 2015

Un grande ispettore, una miserevole denigrazione dell'ANPI di Palermo, i noti fatti di Riesi del 1919

 

 
L'ANPI di Palermo invoca:  Il dovere della memoria per la strage di RIESI
Siamo i primi a gridarlo. ma quando invece della memoria si ricorre alla menzogna, alla mistificazione, all'imbroglio storico che cosa dire?
A Riesi, credo con fondi persino comunitari, si celebrò  il 92° anniversario assassinio Giovanni Orcel il 14 ottobre 2012 .
e fin qui non abbiamo nulla da eccepire.
Leggiamo e applaudiamo che:
L ’ANPI  domenica 14 ottobre 2012 alle ore 9, ricorda Giovanni Orcel nel 92° anniversario del suo assassinio avvenuto il 14 ottobre 1920 in Corso Vittorio Emanuele all’altezza della Biblioteca centrale dove  con la Cgil, e il Centro Impastato deporremo una corona sotto la lapide che lo ricorda.
 
Giovanni Orcel è una delle figure più significative del movimento operaio palermitano, segretario generale della FIOM dal marzo del 1919  operava per unire lotte urbane e lotte delle campagne sulla scia di Nicola Barbato e anche del fratello Ernesto Orcel fondatore del Fascio dei Lavoratori di Cefalù, ed  in stretto collegamento con Nicolò Alongi, il dirigente contadino assassinato dalla mafia nel febbraio del 1920.
 
Ma dove cominciamo a nicchiare è quando furbescamente si comincia a mescolare sacro e profano, doveroso rispetto e intenzionale  manfrina depistatoria.
ORCEL con il tragico 9 ottobre del 1919 non ha nulla a che fare.
Indecorosa dunque questo esordio; è far torto allo stesso Orcel quando lo si invischia in quella tragica storia del 1919.
Leggo:
"Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!
Entrambi i delitti, inequivocabilmente di matrice fascista e mafiosa, sono rimasti impuniti".
 Qui è tutta una serie di birbonate, di falsità storiche, di traffe giornalistiche, di imbrogli per disonorevole capziosità, di falsi politici e di indegne calunnie per giustificare quelle che mi pare si chiamano provvidenze comunitarie.
 
Nel 1919 un tenete dell'esercito di cui si sa nome e cognome, grado e provenienza  venne trucidato il giorno dopo la repressione della rivolta ma non per essersi "opposto all'ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria". Quel che avvenne a Riesi in quei due o tre giorni di quell'Ottobre del 1919 è tutto storicamente provato, giudiziariamente indagato e le cose non stanno come l'ANPI basandosi su supposizioni decisamente fallaci vuol far credere. Parlare di "ordine fascista" sotto Nitti nel 1919 a Riesi è solo o crassa ignoranza storica o colpevole malafede. Il fascismo verrà in Sicilia ma ne passerà ancora di tempo. Anche se non lo stimo troppo, vorrei riecheggiare le parole di Santi Correnti: "I rivolgimenti politici del dopoguerra portarono al potere il fascismo. Il popolo siciliano, acclamando il presidente del consiglio Benito Musolini, venuto a Palermo il 5 maggio 1924, si illuse ancora una volta, sperando  in una soluzione efficace e definitiva dei suoi secolari problemi." Insomma dal 1919 al 1924 devono passare cinque anni prima che il furbo popolo siciliano si mostri tanto prono al fascismo da far dire a Musssolini che eravamo ormai tutti "fascisti sino al midollo". Prima tutt'altro, e figurarsi se nel cosiddetto biennio rosso e sotto Nippi giovani agenti della questura (e per quel che diremo: Messana era un modesto vice commissario di PS) potessero parteggiare per gli anarchici neofascisti. In un documento trovato all'ACS si scrive il 10 febbraio 1927 che nientemeno Calogero Vizzini  era considerato in "pregiudicato sospetto di organizzare complotti per attentare alla vita di S.E. il Capo del Governo".
 
Quando l'ANPI di Palermo mi vuol far credere che: " ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S." mi vien proprio da vomitare. Come si può essere tanto dissennati, incolti, spregiudicati da mettere su una salsa così inverosimile, storicamente infondata! E la mia meraviglia è che spesso sommi storici avallino simile concerto di assurdità calunniose.
Le mie indagini sulla stampa e sui faldoni del ministero coevi mi portano ad escludere ogni partecpazione attiva del Messana a quei fatti che capziosamente Li Causi sparò il 15 luglio del 1947. Lotta politica. capisaco. Ma Tanto non può tradursi in falsità storiche che suonano anche come calunnia nei confronti non di un ufficiale di PS, denominazione erronea e quindi anch'essa rivelatrice dell'inganno, di quello che per età e per inesperienza e per difetto di ogni ufficio decisionale era mero e semplice vice commissario di Polizia, distaccato pare alla lontana Mussomeli, se dobbiamo credere ad uno sgangherato rapporto di un ispettore centrale di polizia. Resta comunque rimarchevole che nesuno addebito giudiziario fu mai mosso nei rigiuardi del Messana. O l'ANPI per amore di tesi politica avrebbe voluto una condanna ad un innocente? 
 
Le successive colpe del Messana sono tutte invereconde infamie. Messana non fece parte dell'OVRA. Perché era già elevato di grado quando verso gli anni trenta l'organismo nefasto fascista da mero organo di lotta al comunismo si trasformò in una sorta di servizio segreto, e il Messana non aveva ancora raggiunto il grado di Ispettore Genreale di PS, dato  che questi d'ufficio dovevano presiedere all'OVRA. Signori andate all'A.C. di S. e studiate.  Messana fu certo apprezzato dal suo superiore Gueli, ma questi fu quello che perseguitò don Calogero Vizzini come emerge dal fascicolo del celebre capomafia in mio possesso in copia. 
 
Sulle due altre infamie del Li Causi che il 15 luglio 1947 avrebbe voluto affibbiare al Messana, criminale di guerra a Lubiana e capo del banditismo politico siciliano a Palermo. ci stiamo diffondendo nel nostro blog CONTRA OMNIA RACALMUTO  par farne anche vaghi accenni qui.
Il Messana riconosciuto alla fine della sua carriera apicale quale solerte e diligente ispettpre generale della polizia dello stato emocratico, venendo persino insignito della commenda di Sn Lazzaro e san Maurizio va rispettato, comunque la si pensi politicamene, a meno che non si sia dell'ordine di MALGADOTUTTO che senza nulla sapere diffama e vilipende i suoi stessi grandi PAESANI.
 
 
Il resto dell'ANPI lo trascrivo qui sotto senza commento: non saprei come giudicare; faccende che non ho investigato. Esulano quindi dal mio interesse che non è quello degli storici e neppure quello degli scrittori o giornalisti che dir si voglia. Dirò solo che amo soltato il VERO. 
Su Giovanni Orcel leggi Giuseppe Carlo Marino, 1976 nel libro “Partiti e lotta di classe in Sicilia da Orlando a Mussolini” (Bari, De Donato, 1976); poi nel saggio di  Giuseppe Carlo Marino “Vita e martirio di Nicola Alongi, contadino socialista” e in numerosi altri scritti.
 
Il libro di Giovanni Abbagnato, Giovanni Orcel. Vita e morte per mafia di un sindacalista siciliano. 1887-1920, ricostruisce l’attività di Orcel e le lotte di quegli anni.
 
Il logo del referendum per l’art. 18  ci ricorda che Orcel, Alongi e la lunga scia di sangue di sindacalisti e cittadini uccisi, lottarono per la difesa della dignità umana e la dignità del lavoro, che oggi  i governi della destra politica, in assenza di opposizione vera, stanno di fatto abolendo.
 
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