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giovedì 26 febbraio 2015

Ettore MESSANA

"Nella chiesa del Carmine c'è un massiccio sarcofago, due pantere rincagnate che lo sostengono   ..." Queste parole le pubblicò nel 1956 Leonardo Sciascia  iniziando il suo  LE PARROCCHIE DI REGALPETRA. Titolo non suo ma di Laterza. E da quel dì Racalmuto cambia connotati e diviene Regalpetra.  Sciascia non amava il suo paese. Ha un bel dire "ho tentato di raccontare la vita di un paese che amo", ma subito affina il concetto  e così il mio borgo natio diviene  "spazio vitale"  ove la  "vita   [è tanto] lontana dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione". Chi oggi passa per il nostro messia, il salvatore, Felice Cavallaro ribaltò il concetto e avrebbe voluto Racalmuto, PAESE DELLA RAGIONE.
 
Ettore Messana  dopo gli anatemi del comunista Li Causi in un caldo mezzo luglio del 1947 in pieno Parlamento, divenne  per antonomasia  il gran questore di Racalmuto. ma non vi nacque. Nacque a Gela ma  da padre tutto intriso della nota salsedine  del paese del sale, dello zolfo e del caciummo.
 
 
Emblematica la famiglia Messana per questo "piccolo paese - lontano e solo - come sperduto i Val di Mazara, diocesi di Girgenti, che dall'oscurità di secoli emerge , - sempre Sciascia a disquisire sia pure ormai affermato scrittore nel 1984 chiosando una mostra di un pittore locale secentesco, orbo di un occhio che non apprezzava - che nella prima metà del XVII, a una vita che Américo Castro direbbe 'narrabile' , da 'descrivibile' che appena e soltanto era, grazie alla simultanea presenza di un prete che vuole una chiesa 'bella' e vi profonde il suo denaro, di un pittore, di un medico illustre, di un teologo e di un eretico".
 
Sciascia né qui né altrove include tra i grandi del paese il capo della polizia ai tempi del bandito Giuliano, Ettore Messana. Neppure in quello che si reputa il suo catechismo contro la mafia (IL GIORNO DELLA CIVETTA) allude sia pure in sottofondo a questo cerbero di Racalmuto che la Mafia  l'ebbe davvero a lottare (non essendo noi assolutamente tra quelli che pensano che invece la blandiva). In un testo canonico  della storia del primo dopoguerra  degli anni quaranta  uno storico di vaglia, Rosario Mangiameli nel reputare Ettore Messana , il responsabile  dell'Ispettorato  di Pubblica Sicurazza, che avrebbe dovuto "mettere in crisi ...i traffici illegali e alienare a Giuliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettore",  li addebita la ingenuità di essere caduto nel "mito della contrapposizione  tra mafia, come  strumento tradizionale  nel mantenimento dell'ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi".
 
Almeno comunque qualche dignità la si attribuiva al Messana. Un sindaco invece, allo spirare del suo dominio a Racalmuto, nell'anno 2012, il Petrotto, così esplodeva:
 
Nel leggere la suggestiva rievocazione di Giulio Ambrosetti, riguardante il fitto mistero che ancora avvolge, a distanza di oltre sessant'anni, la morte del bandito Salvatore Giuliano, più di un ricordo, ha assalito la mia mente.
Il primo elemento storico che mi riguarda molto da vicino è costituito dal fatto che quel capo della Polizia che investigò sulla uccisione del bandito Giuliano, Ettore Messana, era di Racalmuto, il paese dove io sono nato e continuo a vivere, ovvero la Racalmuto-Regalpetra di Leonardo Sciascia.
E sì, mi ritrovo a fare i conti, spesso, con lo stesso 'mal di vivere' che indusse, in qualche maniera, Leonardo Sciascia a scrivere di mafia e di antimafia, di gialli, quali Il Giorno della Civetta e di
Professinisti dell'Antimafia
. Essere di Racalmuto, comunque, può non significare gran che, ma può voler dire anche tanto!
Il mio non vuole essere il panegirico di un'artificiosa enfasi di un presunto genius-loci, tutto racalmutese. genius loci che produce personalità quali Leonardo Sciascia, ma anche oscuri, controversi ed ambigui personaggi quali il nostro Ettore Messana. Capo della Polizia, complice, sicuramente, di un terribile misfatto storico che ha condizionato la vita politica italiana per tutto il secondo dopoguerra, con gravissime ripercussioni in Sicilia, soprattutto contro coloro i quali si sono battuti a favore dell'autonomia e dello sviluppo economico e sociale dell'Isola.
Ma la saga dei personaggi illustri di Racalmuto, della schiatta del Messana, ne annovera un altro, ancora vivente, poco conosciuto ad i più, ma che ha avuto un ruolo determinante in Sicilia ed in America, nel saldare enormi interessi mafiosi, finanziari e politici ai tempi di Nixon. Ci riferiamo all'altra oscura ed intricata vicenda italiana, riguardante il caso Sindona. Sapete chi curava gli interessi in Sicilia e negli Stati Uniti della bancarottiere di Patti? Il Racalmutese, Joh Macaluso.
 
 


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