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martedì 3 febbraio 2015

Sarò io una mùtria?

Sarò io una mùtria?


Essendo io nato a Racalmuto, in certo qual senso anch’io sono marchiato come “infiltrato mafioso”, anche se mi è stata negata la residenza. Cerco quindi di imparare la lingua. Ho sottomano U PARRARI CUMMIGGHIATU di Giuseppe Mannino (vocabolario del gergo della malavita) . Mi domando allora se io possa vantarmi di essere una:

MUTRIA (mùtria)

Sf. Atteggiamento della persona, nel viso in particolare, che denota altezzosità, sprezzo, menefreghismo. Donde le locuzioni: «mùtria loffia» = cattivo umore; «mùtria alba»= colore cereo.

A Racalmuto tanti si piccano di fare rime baciate col dialetto; miserevoli risultati. Solo uno fu eccelso nel poetare in vernacolo: Alfonso Scimè. Personaggio poliedrico, persona contraddittoria con qualche scorribanda nel regno degli impossibili, aveva il gusto della parola fine, del vocabolo ricercato, del  linguaggio pur dialettale ma colto. Racalmuto dovrebbe dedicargli una qualche commemorazione. Perché fu personaggio di spicco, una gloria locale o che tale dovrebbe risultare. Invece di sprecare “a lu cannuni” una diecina di migliaia di euro ogni anno per sublimare il nulla o chi non necessita della parva gloria racalmutese perché non rievocare questa interessante figura di uomo, storico, poeta e mente eletta della recentissima storia del nostro paese, non sempre infiltrato mafioso.  Ciao FOFO’

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