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lunedì 23 marzo 2015

Il pronipote di Messana, Bellavia, difende l'ISPETTORE SUPERIORE di PS il gr. uff. Ettore Messana

Il 16 marzo 2010, finalmente una voce critica. A contestare Casarrubea interviene Giuseppe Bellavia Messana. Si proclama "pronipote dell'Ispettore Messana". Non lo è, almeno carnalmente. L'Ispettore generale di PS Ettore Messana in fin dei conti manco racalmutese è. Egli è noto a Racalmuto solo per le patetiche vanterie del primo cugino Luigi Messana, che tutti identifichiamo nel personaggio delle Parrocchie di Regalpetra, don Ferdinando Trupia; io ne ho sentito parlare per ciò che me ne han detto per  gratitudine molti anche questori e questurini e uomini della Benemerita, beneficati da questo arcigno grand commis della Polizia di Stato. Ultimamente me ne ha parlato e benissimo il quasi centenario avvocato Luigi Burruano nelle poltrone del celeberrimo Circolo Unione di Racalmuto.

Giuseppe Bellavia Messana nulla infatti conosce di fondato circa questo
storico personaggi che per me onora Racalmuto. Neanche la famiglia di Ettore Messana, quella carnale e diretta, ne sa molto. Il burbero questore non era molto prodigo di confidenze neppure in famiglia. Aggiungasi che cambiano spesso di casa: l'archivio personale è andato distrutto o di disperso. Qualche foto. Neppure le medaglie del
selettivo ordine di San Maurizio e  San Lazzaro: finite nella sua tomba al Verano. 

Sono stato in confidenza dal febbraio del 2015 sino a prima di Natale dello stesso anno con l'unica discendente diretta: la nipote dott.ssa Giovanna Messana.  Non possiede documentazione. Mi ha potuto fornire solo molti suoi ricordi infantili. Ho potuto comunque verificare alcune compatibilità di quanto andava emergendo dalle mie puntigliose ricerche 
negli archivi  con quanto questa esuberante Signora andava ricordando, su mia sollecitazione. 

Pensate, questa nipote del Messana non è mai stata
a Racalmuto. Neppure la sua famiglia. Solo il nonno è venuto una diecina di volte, pare solo per sistemare il difficile rapporto tra la nota professoressa Elettra Messana sua prima cugina e la di lei madre,  contraddistintasi per certe faccende galanti che all'epoca destarono scandalo.

Una cosa è certa: quello che ho rivenuto negli archivi e che ho potuto verificare anche con i ricordi di Giovanna Messana confligge , smentendo, con quanto si azzarda a pontificare il Casarrubea.

Malgrado Tutto anziché avere un minimo di riguardo verso un personaggio che in qualche modo coinvolge Racalmuto sposa  verbosamente le tesi diffamatorie del Casarrubea  e mi fa apparire come un ingenuo laudator di un criminale di guerra, di uno stragista di Stato,
del capo del banditismo politico ai
 tempi del bandito Giuliano.

Arriva, in un imperdonabile martellamento dei giorni d'oggi, a mettere tra le ombre del Messana, il suo fascismo; e que
sto detto da un avvocato-giornalista racalmutese, che di famiglia davvero fu i
mmerso nel più truce fascismo paesano, spinge a dir poco ad guizzo di ilarità.

Sul preteso fascismo di Messana, torna in un
- a dire il vero - 
 maldestro tentativo a difesa il sedicente pronipote  da parte di mamma del Messana.

Falsissimo
problema. Messana fu poliziotto in carriera prima dell'avvento del fascismo e proprio sotto il noto Nitti, personaggio del prefascismo, ebbe ad iniziare il suo travaglio di custode dell'ordine pubblico. Quando l'ANPI di Palermo, edotto da chi sa chi, vuol fare di Ettore Messana un fascista della prima ora nel 1919 (ottobre, governando appunto Nitti e non più Orlando) ha le traveggole storiche. INCULTURA. Voglia di demonizzare.
Convenienza da settarismo politico. Che dire? Solo Malgrado Tutto può prestarvi fede.
 Dopo, addirittu
ra, Messana agente dell'OVRA. Che cosa fu l'OVRA? Ora che si sono aperti gli archivi all'EUR è tempo di farne la storia non la propaganda politica. Se Messana vi fcce parte non risulta documentalmente.
Se divenuto Ispettore Generale di PS - nel giugno del 1942 - vi finì, vi doveva far parte di ufficio.

 
Messana gradito al Capo della Poizia Gueli?  E con ciò? Gueli non fu quell'accanito persecutore do don Calogero Vizzini? E come ora si vuol insinuare di un Messana colluso appunto con la Mafia dell'epoca di don Calogero Vizzini. Incongruenze dell'ANPI di Palermo. Casarrubea vi soffia sopra. Malgrado Tutto annuisce. Roba da manicomio.
 
Già! e le sudditanze a Ciro Verdiani? Casarubea si fa frastornare dalla Cernigoi. Verdiani, semmai era di grado inferiore al Messana, già nel 1942 (giugno) Ispettore Generale di PS. A Palermo Verdiani giune tre anni dopo Messana. Riesce finalmente a debelare il bandito Giuliano (e ci rimette la pelle come dice additìrittura lo stesso Casarrubea). 
 
Meritevoli gli sforzi difensivi di Bellavia. Ma c'è dell'altro e dipiù. Intanto leggiamoci la difesa del pronipote putativo di Ettore Messana .   

Giuseppe Bellavia Messana ha detto:

 
 

 




Il mio è di certo un commento di parte essendo io, per parte di madre, un pronipote dell’ Ispettore Messana.
Sono anche io un Messana della terra di Racalmuto dove la mia famiglia ha sempre contrasto le opere e gli intenti della Mafia. Io stesso mi trovo in “esilio” nella terra Piemontese per avere puntato il dito contro i mafiosi del Paese dove con la mia famiglia ho abitato. Sono un “comunista” convinto, ma questo non mi fa dimenticare le mie origini e la tradizione della mia famiglia.
Nel lontano ‘800 i miei avi, Don Luigi e i suoi due fratelli Don Serafino e Don Biaggio, diedero un forte freno al Banditismo. A tal proposito legga l’opera di Don Serafino Messana sull’ argomento o i bellissimi racconti che ne fanno Eugenio Napoleone Messana e Leonardo Sciascia.
E’ vero i Messana nel ‘900 furono fascisti, ma tutti i notabili dell’ epoca lo furono. Quindi ,mi faccia capire, dov’ è la colpa ?
La Professoressa Elettra Messana, cugina in primo grado dell’ Ispettore Messana, fu Fiduciaria dei Fasci e neanche lei venne epurata, infatti continuò indisturbata la sua opera di insegnante nell’ Istituto Magistrale Politi di Agrigento. Per i suoi meriti e cultura è stata anche isignita dell’ onorificenza della Medglia d’argento per la Cultura in piena Repubblica.
Mio nonno Don Luigi Messana Cavallaro, il Don Ferdinando delle “Parrocchie di Regalpetra” di Leonardo Sciascia, fu fascista, anche se non volle mai ricoprire mai cariche pubbliche.
Ma è anche vero che all’ Ispettore Messana fu messo il bavaglio del silenzio e la sua esistenza si è conclusa nell’ anonimato e nell’ indifferenza.
La sua stessa Racalmuto oggi non se ne ricorda più.
Ma dargli del criminale di guerra, supporre una sua presunta responsabilità sulla strage di Portella delle Ginestre, additarlo come una sorta di mostro mi pare eccessivo.
Come si può giudicare l’ opera e l’ operato di un uomo dopo che il contesto in cui egli si è mosso non esiste più ? Come si può comprenderne l’ opera senza conescere l’ uomo e il contesto in cui questo ha operato ?
Con le mie parole non voglio giustificare gli errori e gli orrori del mio prozio, sempre che le fonti siano corrette e attendibili. Ma voglio, pretendo ed esigo che si dia all’ uomo uno spazio che è dovuto.
Nella settecentesca casa dei Messana dove io ho vissuto gli anni felici della mia infanzia, lo zio Ettorino, come lo si chiamava in famigli, era un mito, una persona detta giusta e dedita al servizio con dedizione, stima, coraggio.
Sul caso Giuliano, sulla storia di frà Diavolo, su tutte le vicende dello zio si è sempre parlato e in modo diverso da come Lei ha scritto sul suo saggio.
Una foto di lui con De Gasperi è stata sempre esposta nel salotto buono della casa.
Già il Messana ritratto insieme al De Gasperi.
Ed è anche su questo fronte che dovrebbero muoversi le sue ricerche e i suoi studi. Sulla istituzionalizzazione del connubio tra mafie e poteri di cui il Messana rappresenta forse uno degli aspetti più eclatanti, da quello che si evince dalla sua opera, ma non di certo il solo o la triste eccezione.
E comunque mi permetta di sottolinearglielo, il Messana non è stato un mafioso .
Sui presunti arricchimenti, Le sottolineo che i Messana hanno goduto di ingenti ricchezze legate allo sfruttamento delle miniere e alle rendite di feudi che la famiglia ha sempre avuto fin dal lontano 1700.
Risultano imparentati con gli Spinola e i Del Carretto, con i Savatteri, i Nalbone, i Salvo, i Cavallaro, i Baroni Tulumello. Hanno avuto rapporti di amicizia con Crispi, Zanardelli, Imborgone.
I censi, le gabelle, le rendite e l’ ingente patrimonio di famiglia che proviene da una storia plurisecolare di Nobiltà e cultura, dalla antichissima tradizione di medici e aromatari, cioè farmacisti. Infatti la famiglia risulta iscritta anche nel “Libro d’ oro della nobiltà siciliana” .
Il potentato Messana e Matrona, legga per favore l’ opera di Leonardo Sciascia, ha fatto di Racalmuto, nel passato, uno dei Paesi di più grande lustro dell’ Agrigentino.
I Messana hanno dato poeti, storiografi, persone di lustro e di cultura, mai mafiosi.
Dette queste
 
Meritevoli gli sforzi difensivi di Bellavia. Ma c'è dell'altro e dipiù. Intanto leggiamoci la difesa del pronipote putativo di Ettore Messana .   
 cose La saluto e mi aguro si possa creare tra noi due un rapporto di studi, ricerche, di informazioni che forse non cambieranno la sua visine della storia dell’ Ispettore Messana, ma di certo faranno emergere l’ uomo di cui Lei si è totalmente dimenticato.





Giuseppe Bellavia Messana
Ancora, nella sua opera non trovo riferimenti alla terza occulta presenza, la Chiesa ed i suoi Prelati. Molte delle terre che i contadini tentarono di prendere erano di proprietà degli antichissimi Vescovati di Sicilia. Lei non parla dell’ appoggio della Chiesa alla Mafia. Come mai ?
Parla della strage di Riesi.

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