Gentile Graziella, a me pare che tu al 50% hai sollevato uno
scabrosissimo problema. A parte la facezia del Bernini che lascia il tempo che
trova (a Roma lo conoscono tutti, a Roccacannuccia forse nessuno) mi pare che
la tua doglianza va completata con l'altra faccia della medaglia; al completo,
il quesito sarebbe questo secondo me: perché in Italia importanti musei restano
neghittosamente vuoti ed altri stracolmi di visitatori? Roma, Firenze, Venezia
sono sempre pieni.
Agrigento con il suo magniloquente e costosissimo palazzo museale
quasi sempre vuoto, persino neppure dignitosamente illuminato.
Si deve dire che per esempio io che, da racalmutese doc,
sono un fanatico del tesoretto di monete bizantine rinvenuto per caso a
Racalmuto nel 1940, non sono mai riuscito ad ammirare quelle celebrate
testimonianze numismatiche. Solo di recente, per la cortesia dell'amico
Antinoro ho potuto vedere nella famosa sala IX quelle monete ma, invero, neppure
una decina; il resto nascosto nei meandri sotterranei e non sai quanti ne sono
rimasti di quei duecentocinquanta esemplari trovati da vignaioli racalmutesi
dietro la Stazione .Pare anche che mano
mano vanno assottigliandosi nel succedersi di colti testi
come quelli del Guillou o di Griffo (in un suo testo Griffo parla di inventario
all’atto della consegna di codeste monete; l’ho chiesto in segreteria. Nulla. Non
è ostensibile; sai l’interesse che uno studioso può avere dopo tali ricerche a
vuoto!).
Problema grosso
dunque quello che tu Graziella sollevi. Nessuno ha voglia di darti addosso. Anzi!
Non vorrei solo che questo tuo, qui, sia un squittio di raminga rondine nel giorno di San Benedetto. Mi piacerebbe
una bella primavera dove la novella cultura, non paludata, non parruccona, cominci
ad assordare con frastuoni di uccelli e di albatri che non hanno pietà per nessuno e sappiano seppellire
un passato senza gloria.
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