Il mio blog va davvero forte. Nonostante l'abbia abbandonato per tre giorni interi le visitazioni in questi dì dell'abbandono sono state oltre tre mila. Comincio a sentirmi addosso una mai provata preoccupante responsabilità. Non vorrei finire sotto le scudisciate di Petrotto che manda senza pietà al macero bravissimi giornalisti di questi tempi sol perché scrivono in giornaletti sospettati di essere foraggiati da soggetti imprenditoriali in non cale al nostro valente ex sindaco.
Ma una cosa mi preoccupa per ora di più: sono furiosamente antimilitarista ed antifascista. Se ho sollevato in tempi non sospetti il caso del mio povero nonno finito senza tomba pur avendo dato la vita per liberare Trento e Trieste l'ho fatto per un senso di giustizia. Mio nonno non era un eroe, non voleva andare al fronte, non amava la guerra. Ma siccome non era figlio di papà e il medico della leva non era amico di famiglia a 37 anni non solo fu chiamato sotto le armi ma mandato impreparato al fronte in Slovenia ci rimise la vita in una folle e improvvida ritirata fulminato d un cecchino austriaco: fu lasciato in alta montagna in pasto ai lupi e sepolto da giacchiai perenni e fu un miracolo se lo dichiararono "disperso di guerra" e non "disertore di guerra".
Mi addolorerebbe però che la mia sortita giornalistica possa dare aire a guerrafondai da paese e a fascistoni nostalgici di quella che ironicamente si chiama Regalpetra, come dire paese di Sciascia o Paese della Ragione.
Scusatemi e perdonatemi, io non ci sto!
Ma una cosa mi preoccupa per ora di più: sono furiosamente antimilitarista ed antifascista. Se ho sollevato in tempi non sospetti il caso del mio povero nonno finito senza tomba pur avendo dato la vita per liberare Trento e Trieste l'ho fatto per un senso di giustizia. Mio nonno non era un eroe, non voleva andare al fronte, non amava la guerra. Ma siccome non era figlio di papà e il medico della leva non era amico di famiglia a 37 anni non solo fu chiamato sotto le armi ma mandato impreparato al fronte in Slovenia ci rimise la vita in una folle e improvvida ritirata fulminato d un cecchino austriaco: fu lasciato in alta montagna in pasto ai lupi e sepolto da giacchiai perenni e fu un miracolo se lo dichiararono "disperso di guerra" e non "disertore di guerra".
Mi addolorerebbe però che la mia sortita giornalistica possa dare aire a guerrafondai da paese e a fascistoni nostalgici di quella che ironicamente si chiama Regalpetra, come dire paese di Sciascia o Paese della Ragione.
Scusatemi e perdonatemi, io non ci sto!
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