Paolino Fantauzzo, intervistato da Gigi Restivo, traccia un
bilancio della sua amministrazione ed illustra il suo punto di vista a
proposito del dibattito sulla...
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Roberto Salvo
Bravo Signor Sindaco di Grotte! Condivido totalmente la sua opinione: non ci si
può unire per soldi. Collaborare tra più comuni è la strada giusta.
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Blog di Piero Carbone (da Racalmuto, vive a Palermo). Parole
e immagini in "fricassea". Con qualche link. Sicilincònie.
Sicilinconìe. Passeggiate tra le stelle. Letture tematiche, attraverso i tags.
Materiali propri, non solo recenti, ma anche di amici ospiti. Una regola valida
per tutti: citare sem…
archivioepensamenti.blogspot.com|Di Piero Carbone
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Pablo De la
Tierra Si, bravo. Anzi, bravi. Quando tra qualche anno,
probabilmente, o forse sicuramente, le fusioni dei comuni saranno obbligatorie per
legge, e attuate quindi a prescindere da qualsiasi incentivo, poi ne riparliamo
di questi 8 milioni e mezzo di euro persi. E magari sullo sfondo di una Regione
fallita. E' solo questione di tempo.
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Lillo Taverna
Già, tutti vorrebbero l'inciucio con Grotte (o meglio quasi). Per fortuna il
sindaco Fantauzzo non è di questo avviso. Ci associamo. Regalpetra Libera che
pur tanto pompa per la tesi unionista non va oltre i 258 paesani interessati a
questa grande distrazione in un momento molto tragico per Racalmuto, e dei 258
solo il 56% si dice favorevole e ben il 43% dice no! manco per niente.
Figurarsi quello che avverrebbe in un referendum. Fantauzzo è ovviamente
sindaco pragmatico, è grottese: non ama svolazzi onirici che ci distraggano da
problemi molto drammatici. E molto lo ho apprezzato quando l'ho sentito parlare
di fovoltaico. L'intervistatore, anche lui noto poeta astratto, non lo segue
neppure. Ed invero a Racalmuto abbiamo un dramma perché ci siamo persi quattro
milioni di euro per non averci saputo fare come ci ha saputo fare il sindaco
Fantauzzo, cui vanno i miei complimenti. Una talpa mi ha fatto avere un
centinaio di veline su questo disastro del fotovoltaico a Racalmuto. Me le
riservo per alcune domandine dispettosucce al loquace vice presidente del
consiglio di Racalmuto (che invero con me è di una reticenza assoluta). Chissà
che stavolta non mi risponda. Caro Gigi altro che inciuci tra Tasci e
Paraccara: quettro milioni Racalmuto ha perso per il fotovoltaico. Invece
Grotte il fotovoltaico lo fa e lo fa bene: merito a Grotte, condanna a
Racalmuto. Non inciuci quindi, ma noi Racalmutesi tanto colti e letterati
quando è che andiamo a scuola dai Grottesi che sanno bene amministrarsi?
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Lillo Taverna
quanto mi piace quel "probabilmente o forse sicuramente". Ma questa
legge è nel grembo di Giove o nei pii deisideri di chi ama onirici svolazzi?
Stando a Roma e praticano anche certi palazzi non ho avuto nessena percezione
del genere; semmai il contrario.
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Pablo De la
Tierra Dott. Taverna i cittadini di Grotte, di Racalmuto, i
cittadini in generale, sanno fare dei sacrifici, sanno anche stare un mese
senza stipendio. Chi non sa fare dei sacrifici, chi ha difficoltà, seria, ad
onorare gli impegni e le promesse elettorali - e le vicende di Grotte e
Racalmuto lo provano - è la classe politica. La fusione dei due Comuni è un
argomento serio. Gli attuali politici locali , se avessero un po di coraggio,
invece di nascondersi dovrebbero con onestà intellettuale spiegare alla gente i
lati positivi e negativi di una eventuale fusione, e lasciare poi la gente libera
di decidere. Quale intellettuale o quale sindaco può arrogarsi il diritto e il
privilegio di decidere al posto di 13 mila persone? Non è che il sol pensiero
di scomparire o di non trovare spazio in un teatrino politico dimezzato ,
terrorizza molti e rende questo argomento un tabù?
Ma che si abbia il coraggio di arrivare veramente al referendum. Chissà quello che avverrebbe. .
Ma che si abbia il coraggio di arrivare veramente al referendum. Chissà quello che avverrebbe. .
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Lillo Taverna
• Gentilissimo signor Pablo de la Tierra, l'inciucio Rcalmuto/Grotte non è tabù
è solo diversivo per pestare aria nel mortaio. La classe politica siamo noi.
Questo discaricarsi delle proprie responsabilità per inventarsi una sorta di
cristo salvifico da mettere in croce per addossargli tutte le nostre colpe
sociali, e cioè l'inesistente CLASSE POLITICA, non mi ha mai convinto. Le CLASSI,
idea motrice del mio essere comunista, sono realtà tutte ormai tramontate. • •
In questa congiuntura di unificazione europea, di centralizzazione meta
nazionale, il problema della territorialità, con le specificità che si pongono
e si impongono è urgenza sociale e democratica davvero assillante. Ma non si
può affrontare con un risibile inciucio Grotte/Racalmuto. • • Pensavo tra e e
me che forse una federazione di realtà comunali omogenee potrà avere un qualche
successo. Mi piacerebbe la federazione dei Comuni SICANI, dei Quattro Finaiti
ma allargata a Canicattì, Montedoro, Bompensiero, Milena, Castrofilippo con un
epicentro nella decaduta mega realtà canicattinese, un realtà associativa che
salvaguardi le tradizionali aggregazioni da spazio VITALE secondo le teoriche
del Forsthoff. • • Ecco che il sindaco Fantauzzo (se l'ho bene inteso) pur
stando su questa mia modesta lunghezza d'onda poi pensa ad Aragona come punto
centripeto. E nessuno di noi due ha torto e però nessuno ha ragione. La
complessità della eventuale riforma degli enti locali non si risolve con
aforismi o con onirici svolazzi. • • Intanto incombe la riforma dell'intero
Stato Italiano che appareormai decapitato delle classiche sovranità: la
militare (si fa per dire), il batter moneta (la Banca d'Italia l'ha persa ed è
entrata in uno stato di collabenza aziendale: non fa più conto economico e si
mette a chiudere le sue filiali), il governo dell'economia (ci pensa
Bruxelles), la libertà impositiva. • • Intanto vi hanno innstato il federalismo
fiscale di bossiana memoria. Ed ecco i comuni in gravisima crisi. E non è di
certo inciuciando Grotte con Racalmuto che si risolve la gravissima questione.
Correrei il rischio di di divenire un pipistrello, mezo topo e mezzo uccello, a
metà presicano racalmutese e a metà Tascio grottese: no, grazie! anche la
salvaguardia delle proprie radice è vitale in questo mondo. • • Ma scherzi a
parte: Racalmuto vive lo sfacelo di quarant'anni di mala gestio; Grotte non ha
di questi problemi almeno nella misura esiziale della vicina ciarliera e fatua
Racalmuto. Il sindaco Messana, terrorizzato dai magistrati della corte dei
conti plermitani s'inventa una Tarsu arretrata che dal 2008 in poi porta a
considerare EVASORI FISCALI TOTALI ben 1707 capifamiglia RACALMUTESI (quasi l'intera
popolazione attiva), il che gli fa sorgere una sorprendente sopravvenienza
attiva di oltre 16 milioni di tasse arretrate che tutti i racalmutesi, per la
sola possidenza immobiliare, dovrebbero assolvere, andando tutti in miseria.
Grotte un problema del genere non ce l'ha. Racalmuto per assunzioni
clientelari, ristrette alla solite famiglie egemoni, ora ha un carico
impiegatizio di 244 dipendenti. A pagar loro un salario appena decente siamo
nell'ordine di 6/7 miliardi d euro annui con un riparto su ogni famiglia
racalmutese di oltre 3.500 euro l'anno (cominciamo a pensare in termini di
federalismo fiscale): un carico insopportabile per un servizio che ci esaspera
per inefficienza dei servizi municipali. I Grottesi grazie a Dio provengono
dall'atavica loro politica sparagnina: non ha i nostri problemi né penso abbia
poi tanta voglia di aiutarci a farci da cirenei nel portare la croce
racalmutese del dissesto della finanza comunale per una cattiva gestione che si
trascina da quarant'anni. • • Se poi hanno un tale spirito altruistico e si
vogliono anche loro inguaiare addossandosi i frutti malefici del nostro male
agire amministrativo, forse glie ne saremmo pure grati.
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Piero Carbone
Ma Pablo de la Tierra è racalmutese? è grottese? è altro? Come si può dialogare
con chi non rappresenta se stesso con il proprio nome, con la propria identità,
e pretende di farsi interprete di 14.000 cittadini grottesi e racalmutesi?
Anonimi e pseudonimi non permettono la comunanza di due persone e dovrebbero favorire
quella degli altri a migliaia? Che male c'è a presentarsi con la propria
identità per portare avanti un civilissimo dibattito. O vogliamo vedere che ora
si assisterà alla replica, magari piccata, di qualcuno che si nasconde dietro
il nom de plume Pablo che si riterrà un dio poiché si convince di non dovere
rispondere né delle proprie parole e neanche con la testimonianza della propria
vita. Io non sto manco criticando ma suggerendo semplicemente un'altra modalità
di dialogo. Chi ci legge vedrà e giudicherà.
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Roberto Salvo
Bravo Piero! Per principio non dovremmo mai dialogare con gli anonimi. Da
bambino ho appreso che questa categoria veniva catalogata con il disprezzo di
"mpami di caserma". Oggi purtroppo è diventato, persino per qualche
giornale, un modo per tirare la pietra nascondendo la mano, un pessimo esempio
per tutti, in particolare per i giovani.
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Piero Carbone
lo trovo scorretto, irresponsabile e immorale
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Lillo Taverna
Sono morbosimante refrattario agli anonimi, ma quando ci si veste di uno
pseudonimo e si esprimono concetti e si abbozzano idee e si fanno proposte e si
è cioè costruttivi, alieni da ogni insolenza o invettiva, come lodevolmente fa
il signpr Paolo de la Tierra, io non ci trovo niente di riprovevole. Si accende
un dibattito, magari si dà enfasi laddove se in prima persona non se ne avrebbe
voglia e questo aiuta la democrazia. Per quanto mi riguarda ringrazio Pablo de
la Tierra: mi ha consentito di esplicitare meglio e più appassionatamente il
mio giudizio sul dissennato progetto dell'inciucio Grotte/Racalmuto.
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