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domenica 1 marzo 2015

Una ruggine antica quella tra Petrotto e Malgrado Tutto che continua ancora, subdola e ingannevole

 Una ruggine antica quella tra Petrotto e Malgrado Tutto che continua ancora, subdola e ingannevole

Nel paese di Sciascia, malgrado tutto, il vento della Ragione soffia ancora
di Redazione (25/4/2012)
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da Salvatore Petrotto
ex sindaco di Racalmuto,
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Poco più di due milioni di euro sono stati finanziati al Comune di Racalmuto dal Ministero dell’Ambiente. Racalmuto, assieme ad altri sette Comuni siciliani, risulta tra i primi Comuni d’Italia ad aver beneficiato di risorse economiche destinate per la produzione di energia pulita da fonti rinnovabili. L’installazione degli impianti interesserà tutti gli edifici comunali. Il progetto è stato presentato dall’Amministrazione Comunale da me presieduta,nell’anno 2010, e consentirà il pressoché totale azzeramento della bolletta energetica per scuole, tutti gli edifici di proprietà comunale e per la pubblica illuminazione.
Si calcola un risparmio di almeno 300 mila euro l’anno. La graduatoria dei progetti finanziati in tutt’Italia è  stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 13 aprile scorso. Oltre a questi due milioni di euro, il Comune di Racalmuto ha ottenuto ulteriori finanziamenti per un ammontare di oltre settecentomila euro, per il completamento del parco urbano ‘Eugenio Napoleone Messana’, ubicato tra la centralissima via Garibaldi e la via Filippo Villa.
Il Provveditorato Sicilia-Sardegna sta inoltre iniziando i lavori per la sistemazione della palestra della scuola Elementare ‘Generale Macaluso’; mentre, con un finanziamento regionale di 160 mila euro, si stanno completando i lavori di ristrutturazione dell’asilo nido comunale, per il quale sono stati inoltre comprati i nuovi arredi.
Altri centosessantamila euro sono stati finanziati per la creazione di un’innovativa segnaletica turistica. Inoltre un altro cospicuo finanziamento dell’Unione Europea, di oltre 150 mila euro, sarà immediatamente disponibile per attività culturali. Si tratta, chiaramente, di una serie di progetti presentati nel corso dei quattro anni di gestione del Comune da parte del sottoscritto, assieme all’Amministrazione Comunale che ha coronato numerosi successi.
Con l’utilizzo di due milioni sono state adeguate e ristrutturati di tutti gli edifici scolastici comunali. Nel settore ambiente è stato messo in funzione un centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati, che è uno dei più grossi della provincia di Agrigento. Sono stati realizzati i canali di gronda a difesa del centro abitato, per una spesa di oltre un milione e mezzo di euro. Sono stati completati i lavori di restauro della Chiesa Madre, costati oltre un milione e mezzo di euro, finalmente aperta al pubblico, dopo più di dieci anni di totale chiusura. E’ stato restaurato con l’utilizzo di un altro milione e mezzo di euro e riaperto dopo quasi mezzo secolo di chiusura ed abbandono al degrado, l’ex ospedale ed ex convento del Carmelo. Una pregevole struttura architettonica che risale al 1600 ed oggi utilizzato come centro sociale e di accoglienza.
 E’ stato ristrutturato e reso fruibile per attività socio-culturali un antico macello dell’Ottocento, abbandonato da decenni, con una spesa di circa 400 mila euro. Sono stati costruiti dieci alloggi comunali da assegnare alle famiglie che ne hanno fatto richiesta. E’ la prima volta che vengono costruiti, a Racalmuto, degli alloggi che sono di proprietà comunale. E’ stata realizzato un impianto sportivo in viale Hamilton, con gradinate e garage comunali, grazie ad un finanziamento di circa settecentomila euro. E’ stata rifatta di sana pianta, con un finanziamento statale di circa trecentomila euro, la piazza Umberto I° , il cosiddetto ‘Chianucastieddru’, ossia il piano del Castello Chiaramontano.
Sei cantieri comunali hanno consentito il recupero della piazza di San Pasquale, dei marciapiedi di contrada del Carmelo, il recupero dello spazio sottostante Piazza Barona, a ridosso dell’ex Macello Comunale, nonché la sistemazione di tre strade esterne. Qualche centinaio di disoccupati, disabili e soggetti appartenenti a categorie a rischio, sono stati impegnati in numerosi lavori e servizi socialmente utili.
Senza contare l’intensa stagione teatrale, per tre anni, del Teatro Regina Margherita, che ha ospitato le migliori compagnie teatrali italiane, nonché centinaia di spettacoli, manifestazioni, trasmissioni televisive e che assieme alla Fondazione ‘Leonardo Sciascia’, sono stati i fiori all’occhiello delle attività turistico-culturali, non solo di Racalmuto, ma crediamo anche dell’intera Sicilia.
Spettacoli, mostre, sagre, concerti, rassegne e convegni, al frenetico ritmo di numerosi appuntamenti ogni settimana, nelle piazze e nei suoi numerosi contenitori culturali, recuperati in questi ultimi vent’anni grazie al razionale utilizzo delle risorse economiche regionali, statali e dell’Unione Europea. Ci riferiamo al recupero, alla ristrutturazione e restauro di un Castello Medievale, al riuso di un ex centrale ENEL dove è allocata la Fondazione ‘Leonardo Sciascia’, meta anche di visite di numerose personalità del mondo culturale ed istituzionale dell’Italia e del mondo, non ultimo il  Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La creazione e la messa in funzione di uno dei pochi autodromi attivi nel Sud Italia. La riapertura e le attività anche di prestigioso livello culturale di un Teatro Ottocentesco, aperto e reso fruibile, dopo oltre quarant’anni di totale abbandono. La creazione di un Palazzetto dello Sport, superattivo ed utilizzato dalle squadre di basket del territorio. Manifestazioni e raduni di gruppi ed associazioni provenienti da tutt’Italia, attività culturali e spettacoli di livello nazionale ed internazionale; e poi le prestigiose competizioni e gare motoristiche dell’autodromo , il Valle dei Templi di Racalmuto.
Tutto questo intenso fervore e, riteniamo, sanissimo attivismo, non sono bastati a frenare una terribile operazione fango, culminata, come è risaputo, con le mie dimissioni da sindaco, lo scorso anno e lo scioglimento quest’anno del Consiglio comunale, per delle presunte infiltrazioni mafiose. Racalmuto negli anni Settanta od Ottanta del Novecento, non era dotata di alcuna struttura pubblica o privata in grado di consentire l’attuale grande sviluppo sociale, culturale ed economico.
Le classi dirigenti, politiche e non, di quegli anni avevano lasciato nel completo e totale degrado, strutture quali il Teatro ‘Regina Margherita’, il ‘Castello Chiaramontano’, l’ex Centrale ENEL, l’ex macello comunale, lo stesso palazzo Municipale, le scuole, tutte quante versavano in uno stato di totale degrado strutturale. Non mi risulta che Racalmuto avesse un palazzetto dello sport, addirittura un autodromo!
E’ stato proprio a partire dal 1993 che Racalmuto ha potuto riappropriarsi di alcune perle, quali il Teatro ed il Castello Chiaramontano, debitamente restaurati ed aperti alla pubblica fruizione. Si sono aperti anche i battenti di uno dei più importanti centri culturali dell’isola, qual è la Fondazione Leonardo Sciascia od ancora di un’altra struttura socio-culturale, qual è l’ex macello comunale.
Sono state recuperate alcune importanti chiese, quali il Duomo, la Chiesa Madre, quella di Sant’Anna, quella di San Michele Arcangelo, annessa al Collegio di Maria, la Casa di Padre cipolla, oggi utilizzata per ospitare un centro di assistenza per i diversamente abili. E’ stato recuperato l’oratorio di Sant’ Anna, abbandonato da decenni. Sono stati realizzati alcuni parchi urbani, quali il Fra Diego La Matina, dei campetti di calcetto e di tennis, opere di urbanizzazione in contrada Carmelo, Bovo, Stazione e Piedi di Zichi, laddove spesso ritrovavamo solo palazzine realizzate in totale assenza di strade, reti idriche, fognarie o pubblica illuminazione. E’ stata cioè realizzata una notevole opera di risanamento urbanistico, per ovviare alla mancata realizzazione, in interi quartieri, di qualsivoglia opera infrastrutturale, in grado di consentire agli abitanti di centinaia di appartamenti di vivere civilmente e persino di recarsi nelle proprie abitazioni;
 Pensate un po’, centinaia di alloggi, regolarmente abitati, non avevano neanche delle strade di accesso praticabili. Centinaia di famiglie vivevano da parecchi anni in mezzo alla polvere d’estate ed al fango d’inverno! Qualche migliaio di Racalmutesi, come delle incolpevoli talpe, erano costretti a stare nel buio più assoluto, immersi in una sorta di primigenio caos urbanistico. Caos, all’interno del quale, fino agli inizi degli anni Novanta, erano totalmente inesistenti, non solo la pubblica illuminazione, ma mancavano quasi tutti i servizi essenziali, quali le reti idriche e quelle fognarie.
Per non citare la metanizzazione del paese che negli anni Ottanta, quando era a totale carico dello Stato, non si è potuta realizzare. Anche la metanizzazione, a Racalmuto, è stata realizzata da una delle amministrazioni da me presiedute, sul finire degli anni Novanta e l’inizio del Duemila. Seppure con un contributo pubblico del 50%, è stata assicurata ai cittadini di Racalmuto, grazie ad un contratto firmato dal sottoscritto e che giaceva nei cassetti del Comune da circa un decennio, perché un’intera classe politica non era riuscita a dar seguito ad una regolare gara d’appalto, per questioni che non stiamo qua a commentare!
Io questa Racalmuto ricordo, quando per la prima volta mi sono insediato da sindaco, nel 1993. Una Racalmuto amministrata da politici confusi, distratti, alle prese con sterili polemiche e, ciò che è peggio, incapaci di assicurare ai Racalmutesi degli standard di vita civile accettabili. Politici alle prese con opere miliardarie, assolutamente inutili e buone soltanto per riempire le tasche di qualche imprenditore e di qualche professionista e che, per il resto, hanno prodotto delle irreversibili devastazioni ed il totale degrado di intere contrade di campagna.
Non ricordo altro se non degrado ed abbandono, di un intero paese che piuttosto, con le sue amministrazioni comunali, richiedeva finanziamenti miliardari, non per opere utili, ma per strade di campagna inutili, costate più di una decina di miliardi e che non servivano assolutamente a niente, oltre che a sperperare, per non dire altro, il pubblico denaro.
Ci riferiamo alle classiche cattedrali nel deserto dei mitici anni Ottanta! Mentre la gente era costretta a vivere nel più completo e totale disastro urbanistico, in assenza di qualsivoglia struttura o servizio pubblico essenziale per soddisfare i più elementari bisogni quotidiani, quali quello di lavarsi od andare in bagno o raggiungere la propria abitazione. Mancava di tutto e di più!
Eppure qualche benpensante vuole rimuovere e cancellare persino l’evidenza dei fatti, frutto di impegno nel ricostruire un paese al quale è stato assicurato, per più di quindici anni, tutto quanto era stato negato a partire dal dopoguerra ad oggi. Ossia un’autentica civiltà, fatta di opere e servizi assolutamente utili per tutti i Racalmutesi, ma anche lavoro ed assistenza a coloro che sono stati sfortunati e non hanno saputo o potuto far valere i propri meriti. E’ inutile dirlo che il tratto distintivo di anni di lotte per il miglioramento delle condizioni di vita di un paese è stato, soprattutto, quello di privilegiare uno spirito di grande solidarietà sociale.
Centinaia di giovani e meno giovani, hanno così potuto trovare opportunità di lavoro, in un contesto all’interno del quale, una sana concertazione tra pubblica amministrazione ed aziende, ha consentito delle virtuose sinergie che hanno prodotto sviluppo ed occupazione. La storia di un popolo, riteniamo che non la si può cancellare con un colpo di spugna, con un po’ di fango, qua e là, con alcune calunnie ben mirate e soprattutto, attraverso una cocente, insopportabile falsificazione della realtà, attraverso una terribile impostura mediatica.
Chissà se almeno, a futura memoria, la storia ci darà ragione… Viviamo pur sempre nel cosiddetto paese della ragione, ossia la Regalpetra di Leonardo Sciascia, la nostra martoriata Racalmuto di oggi. Un paese purtroppo alle prese anche con le sue schizofrenie, le sue gratuite follie, le sue demenziali imbecillità, patrimonio per nostra grande fortuna, di pochi e ben assortiti furenti moralisti d’occasione, pronti a sputare delle virginali sentenze di condanna, dopo aver vissuto e sguazzato, da protagonisti, nel bel mezzo della bufera burocratico-politico- mafiosa.
Salvo poi a prendere le distanze da sé stessi, forse dai propri parenti ed amici più vicini e collaterali a chi oggi pontifica contro la mafia. Ma è la storia di sempre! Quanti fascisti, dopo la morte di Mussolini diventarono antifascisti? E quanti antifascisti furono, in malafede, volutamente scambiati per fascisti ed in taluni casi torturati ed uccisi? Quando si combatte una guerra civile, spesso dobbiamo anche contare le vittime incolpevoli. Ed è in parte quello che hanno voluto che succedesse a Racalmuto. Chi era contro la mafia, contro i mafiosi conclamati eo condannati, come me, dagli stessi mafiosi è stato additato come colui il quale, nulla o poco ha fatto contro la mafia. Eppure gli unici atti, nel corso degli ultimi vent’anni, contro la mafia, sono quelli che ho posto in essere, sia da solo che in compagnia di una Giunta Municipale da me presieduta negli anni Novanta.
Si tratta di due costituzioni di parte civile contro la mafia e di una sospensione a mia firma di un dipendente comunale tenuto fuori dal Comune per qualche anno, ma poi reintegrato da un Giudice del lavoro. Eppure, la corrente vulgata mediatico-giornalistica depone a mio sfavore.
Paradossalmente, da alcune notizie di stampa risulta l’esatto contrario. Malgrado io sia stato il solo o quasi, a firmare in splendida e pericolosa solitudine, degli atti pubblici, manifestamente contro la mafia ed i mafiosi di Racalmuto. Mafiosi, alcuni dei quali, pentendosi, credo che non mi potevano ricambiare con tutto il bene di questo mondo, anzi! Non mi risulta che altri politici in passato, ma anche qualche anno fa, dal 2002 al 2007, per essere chiari, quando io non ero più sindaco, ma anche negli anni Ottanta, abbiano preso posizioni, non a parole, ma attraverso degli atti amministrativi, contro la mafia.
Mai nessuno, a Racalmuto, tranne il sottoscritto, ha chiesto con atti pubblici, risarcimenti danni alla mafia. E neanche mi risulta alcun altro amministratore pubblico di Racalmuto che ha licenziato, come ho fatto io, un dipendente, perché poi, ma soltanto dopo alcuni anni, è stato riconosciuto mafioso! E proprio quel dipendente, poi diventato pentito, è stato reintegrato da un magistrato, proprio perché quando l’ho, di fatto licenziato non era ancora mafioso e pentito.
Che cosa dovevo fare di più contro la mafia a Racalmuto, visto che sono il solo ad aver agito con atti pubblici contro la mafia? Mi direte, dovevo farmi uccidere per diventare martire! Ma anche questo hanno fatto, dopo avere attentato anche alla mia vita, i nostri mafiosi pentiti, uno dei quali è stato da me licenziato dal Comune e contro i quali mi sono più volte costituito parte civile, si sono permessi di dire, cosa che si è rivelata assolutamente falsa e tendenziosa, che le numerose intimidazioni e gli attentati che hanno perpetrato ai miei danni, me li sarei fatti io!
Solo così potevano tentare di uccidermi una seconda volta! Eppure, aspetto ancora che qualche noto giornalista di Racalmuto che mi conosce e che soprattutto conosce bene la ‘macchina’ comunale del paese di Leonardo Sciascia si prodighi un po’, così come ha fatto nel libro ‘I Ragazzi di Regalpetra’, nel capire le vere ragioni di un’impostura, volutamente agitata in un bicchier d’acqua, per delle sottili ragioni, rintracciabili in analoghe vicende della storia politica racalmutese.
Quando si deve abbattere un uomo che, per forza di cose, deve apparire, anche quando non lo è, un più o meno finto tiranno, tutto è lecito, soprattutto le calunnie di chi da quell’uomo ha subito più che delle ingiustizie, degli atti di legalità e giustizia sociale. Quando soprattutto la democrazia, nel suo sano dispiegarsi, si traduce nella riproposizione di un uomo come me che è stato per ben tre volte più che eletto sindaco, forse oserei dire, con un certo pudore, anche un po’ amato dal popolo e, sapete, di questi tempi non è facile.
Sempre c’è qualcuno che non ti sopporta più e non perde l’occasione per manifestare il proprio rancore, il proprio odio, il proprio spirito di vendetta! Ed è proprio quando, per la terza volta vengo rieletto sindaco , nel 2007, dopo i miei primi nove anni da primo cittadino, dal 1993 al 2002, che si scatena la macchina del fango! E non importa se a dare il là all’operazione fango sono degli incalliti criminali, delle bestie umane che hanno insanguinato Racalmuto straziato famiglie, affetti, coscienze ed ucciso decine di persone.
Eppure il vento soffia ancora… Il vento della Giustizia, della Libertà, cioè della Ragione…

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