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mercoledì 15 aprile 2015

Omaggio al superiore concorrente

Unione Grotte-Racalmuto. Lillo Bongiorno: “Cosa ne pensano i due sindaci?”

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FUSIONE A FREDDO? L’esponente della maggioranza che a Racalmuto sostiene il sindaco Emilio Messana invita ad aprire una fase costituente con un ampio processo partecipativo dei cittadini sulla proposta lanciata dal nostro giornale: assemblee aperte nei due paesi per decidere cosa fare

Lillo Bongiorno
Lillo Bongiorno
Caro Direttore, non mi sottraggo all’interessante dibattito avviato da Salvatore Alfano e da Malgrado Tutto sulla possibile fusione tra i comuni di Grotte e Racalmuto. La discussione si è arricchita di numerosi contributi, che al netto di polemiche e battute (qualcuna, per la verità, anche divertente), sono stati pertinenti e di ragguardevole livello.
Gli interventi di Mimmo Butera, Lillo Taverna, Filippo Vitello, Gigi Restivo, Lillo Sardo e Santo Petruzzella, del M5S e del Comitato Civico di Grotte, hanno, via via, messo in evidenza aspetti importanti e, soprattutto, i pro ed i contro della eventuale fusione.
La questione della fusione di comuni  è,  storicamente, dibattuta da decenni ed ha ricevuto un  impulso con l’art. 26 della Legge n. 142/90 – Ordinamento delle autonomie locali – il quale prevedeva la Unione di Comuni, quale fase prodromica alla successiva fusione. L’Unione dei comuni, successivamente, con la legge n. 265/1999 ha avuto un’alternativa con l’introduzione  degli istituti della convenzione e dei consorzi.
L’art.15 del D. Lgs. n. 267/2000 –T.U. delle leggi sull’ordinamento degli enti locali-, richiamando gli artt. 117 e 133 della Costituzione, come rinnovati dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, regola le modifiche territoriali e le fusioni dei comuni, affidando la competenza alle regioni “sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalla legge regionale”.
La legge  regionale siciliana n. 30 del 2000 – Norme sull’ordinamento degli enti locali- agli artt.da 8 a 11, regola le modalità di variazione territoriale e di denominazione dei comuni, il potere di iniziativa delle procedure di variazione, il procedimento istruttorio e la sistemazione dei rapporti finanziari e patrimoniali. Alle variazioni dei comuni, si provvede, quindi, con legge regionale, previo referendum delle popolazioni interessate (opportunamente richiamato da Lillo Sardo nel suo intervento).
Le suddette norme, volutamente citate, non per sterile esercizio di erudizione, ma al fine di consentire agli interessati gli opportuni approfondimenti, regolano l’iter formale delle variazioni territoriali e delle fusioni tra comuni.
Un approccio empirico all’argomento, tuttavia, non può non partire dalla storia, dalla cultura, dalle tradizioni e dal tessuto socio-economico delle comunità interessate. I piccoli comuni, tuttavia, pur depositari di specifiche tradizioni, sono il frutto di una sedimentazione culturale sviluppatasi nei secoli, ma che devono fare i conti con lo svuotamento demografico e con una endemica crisi economica che appalesa la necessità di ripensare alla riorganizzazione dei territori.
La situazione dei piccoli comuni si è aggravata in seguito alla riforma costituzionale del 2001, con la nuova formulazione dell’art. 119, il quale impone ai comuni di assicurare le funzioni loro attribuite, integralmente con risorse proprie (salvo l’intervento del fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante). Ma pur riconoscendo tale particolare situazione, la fusione dei comuni, e di Grotte e Racalmuto, in particolare, non può avvenire a freddo, senza una fase preparatoria e senza un coinvolgimento preliminare dei cittadini; sarebbe un drammatico errore.
Occorre una fase costituente con un ampio processo partecipativo dei cittadini, delle categorie economiche e sociali, dei commercianti, degli artigiani, degli imprenditori dei professionisti e delle associazioni presenti nei territori.
E’ indispensabile un preliminare studio di fattibilità economico-gestionale, che evidenzi il percorso e, soprattutto, i vantaggi e gli svantaggi, i rischi e le opportunità; un piano “industriale”  che contempli le risorse disponibili (economiche, umane, organizzative), la modalità e la tempistica, l’armonizzazione degli statuti, dei regolamenti, dell’organizzazione degli uffici, dei dipendenti,delle politiche fiscali e tariffarie, dei bilanci, della gestione del territorio, dei servi ai cittadini, insomma un serio ed impegnativo percorso che non può essere affidato, solamente, al dibattito sugli organi di informazione, per quanto qualificato.
I Sindaci di Grotte, Paolo Fantauzzo e Racalmuto, Emilio Messana
I Sindaci di Grotte, Paolo Fantauzzo e Racalmuto, Emilio Messana
Ed allora è necessario il coinvolgimento delle istituzioni locali, sindaci in testa, con l’attiva partecipazione dei consiglieri comunali dei due comuni (anche perché l’iniziativa sulla fusione, ai sensi dell’art. 9 della l.r. n. 30/2000, compete ai consigli comunali con proprie deliberazioni da adottarsi con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei consiglieri in carica).
Aspettiamo, quindi, gli autorevoli interventi di Paolo Fantuzzo e di Emilio Messana e, soprattutto, proponiamo l’organizzazione di tre assemblee cittadine sull’argomento, una a Grotte, una a Racalmuto ed una comune.
Si può, frattanto, cominciare con un periodo propedeutico, con l’attivazione di servizi in comune, come suggerito da Santo Petruzzella. Anche se, occorre rilevare, che su nostra richiesta, il programma elettorale di Emilio Messana al punto 15 prevede “L’impegno nel medio termine è quello della cogestione di servizi insieme al Comune di Grotte per realizzare notevoli economie. Occorrerà coinvolgere le due comunità nella prospettiva di un’eventuale fusione dei due comuni con notevoli risparmi sui costi dei servizi e delle tasse”.
Che il buon Salvatore Alfano, ottimo osservatore, abbia tratto l’idea di lanciare il dibattito su una eventuale fusione dei due comuni, leggendo il programma di Emilio Messana e ritenendo i programmi elettorali una cosa seria, nonostante inopportuni interventi e decisioni in senso contrario?

Foto di Salvatore Alfano

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One Response to Unione Grotte-Racalmuto. Lillo Bongiorno: “Cosa ne pensano i due sindaci?”

  1. Angelo Rispondi
    20 gennaio 2015 a 0:54
    vabbè parlammu pi ammazzari lu tiempu…tantu parlanu tutti. A Racalmuto notoriamente piace, come da buona norma paesana, parlare a ruota libera di tutto e di tutti, poi, dato il fatto che siamo siamo sempre meno, saremmo disposti ad andare a cercare fuori paese “carne” fresca da tritare in piazza. MI chiedo: Come faranno i “sapitura” di Racalmuto, coloro i quali pensano di sapere la verità assoluta su tutti i fatti locali, e sui loro protagosti, a tenere a bada due piazze? Evidentemente faranno a giorni alterni, prenderanno appunti (per non farsi sfuggire niente) e ingaggeranno spie da inviare nelle viuzze di Santo Rocco. Per favorire la circolazione chiederemo al nuovo bi-sindaco di raddoppiare la strada provinciale, anzi, chiederemo di trasformare la tratta ferroviaria ex Racalmuto – ex Grotte in metropolitana. Di sicuro ci saranno due Pasque con rispettivi calvari (uno in salita l’altro in discesa), due arcipreti, tanti impiegati (molti precari), ci sarà la Festa di lu Munti e delle Madonna di li Grà, i grillini raddoppieranno i loro voti e i democristiani torneranno in vita (vi piacissi)… dott. Bongiorno non distraiamo i sindaci, specialmente il nostro (Emilio), di promesse ne avete fatte tante e tanti sono i problemi in attesa di risposta e poi, che resta tra di noi, non ci siamo stancati di sentire dire corbellerie? (lascio a voi la traduzione in lingua regalpetrese). Si rischia di sentirne almeno il doppio….

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