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mercoledì 22 aprile 2015

Povero Ciampi, ti vogliono all'inferno perché straricco


Lillo Taverna Credo conti inesatti. Vi sono considerati i tanti vitalizi esteri che credo tassati all'estero fuori sacco? Certo a novanta e più anni come fa il povero (mammoletta (così si definiva ai miei tempi per farsi compatire e perdonare) a recarsi al Senato? Cattiveria dei critici. Vorrò vedere loro a quella età dove vanno? Allora? Tolgano la norma costituzionale (o para, mi pare) degli ex presidente della repubblica che ipso facto diventano senatori a vita e non imbroglino gli incliti e gli incolti. A che serve in una momento di palingenetico ribollimento aggiungere sospetti e dispetti a dire il vero meschinelli. Non amo il capitalismo, ma ci vivo. E per il capitalismo non è grave guadagnare tanto, grave è guadagnare infrangendo leggi e regolamenti, misura indubitabile dell'etica di una società civile. Mi indigna di più quel meschinello grafomane che magari dopo essersi fatto pagare una foto un servizio (servizietto) in nero si mette pure a pontificare sugli esosi, esosissimi (perché no?) introiti altrui, invero tutti egittimi e legali. Invidiuezze da frustrati?

Lillo Taverna Andate a dire ad un americano del Nord che criminale è un magnate (in qualsiasi campo) che lucra miliardi di dollari al giorno , pagando regolarmente le tasse, e vi mandano in manicomio. Se guadagna tanto vuol dire che è un eletto del Signore, etica protestante, forza del capitalismo. Noi in Italia siamo ancora pregni di ipocrita pauperismo francescano: l'homo communis può frodare lo stato tanto lui è piccolo; solo gli altri se hanno maggior fortuna sono dei peccatori da mandare hic et nunc all'inferno; "già: è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago (o camello) che un ricco nel regno dei cieli". Povero Ciampi destinato all'inferno per avere troppo lucrato. E lui dopo una vita di lucrosa massoneria ora è divenuto persino bigotto. Papa Cicciu argentinamente ci costringe ad essere francescani in un mondo che sempre più si civilizza all'americana. Contraddizioni su contraddizioni. Questa è l'Italia di oggi.

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