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sabato 25 aprile 2015

Sempre sull'Ottocento racalmutese

Il grande trambusto del 1848 coinvolse di certo anche Racalmuto: E.N. Messana ebbe a trovare dei carteggi che mettevano in risalto un membro della sua famiglia, Biagio Messana. Non si trattiene più, pagine e pagine per esaltarne le imprese. Noi non abbiamo elementi per contraddirlo: siamo però scettici sulla fibra rivoluzionaria racalmutese, a qualunque classe si appartenga. Un’occasione vi fu per sperare di ribaltare lo strapotere di alcuni ottimati locali; il giudice supplente don Biagio Messana -  che poi era discendente di un un borghesuccio arricchitosi con il commercio dello zolfo, Luigi Messana - crede che sia giunto il suo momento. Sa di una bandiera tricolore da mettere al posto a quella candida dei Borboni, sale su un balcone, fa una concione, il popolo - incuriosito - l’ascolta. Si sparla del re, si osa irriderlo sia pure con versi sgangherati in vernacolo:

Comu lu chhiù perversu Firdinannu

Di li nazioni scannalu ed orruri

Di li figli cannibali e tirannu

Di liggi e sacri diritti usurpaturi.

Già Ferdinando aveva osato tassare le miniere! Aveva toccato le tasche dei Messana, prodighi di parole, parchi negli esborsi. Ad una commissione agrigentina si chiede la persecuzione di odiati antagonisti. Ne fanno le spese  Gli Alfano. Don Calogero Alfano, il notaro don Giuseppe Alfano, don Nicolò, don Filippo, don Alfonso, don Giuseppe e don Giuseppe di don Giuseppe Alfano dovettero prendere la via dell’esilio. Sicuramente erano soci del circolo: di materia di conversazione ve ne fu all’improvviso tanta.

Soprattutto si ebbero a commentare le efferate vicende dell’uccisione di Calogero Rizzo Inzalata, dell’incidente mortale occorso a Damiamo Tulumello, e della giustizia sommaria in cui perì Rosario Agrò. In specie l’atroce dubbio che si ebbe sulla partecipazione all’esecuzione dell’Agrò da parte addirittura dello stesso giudice supplente don Biagio Messana.

Con i moti del 1848, il giudice supplente Biagio Messana organizza un Comitato sovversivo: si autoelegge Presidente del Comitato dell’Annona e Vice Presidente del Comitato generale. Nomina il fratello Serafino, Presidente del Comitato di Finanza. Ama comunque continuare a fare il giudice, stavolta a pieno titolo.

Il 30 gennaio del 1848, i fratelli Messana - ormai padroni del paese - rimuovano una guardia, liberano carcerati ed ergastolani, riabilatano i sorvegliati speciali. Ne fanno addirittura una personale guardia civile. Gli Alfano - evidentemente avversari politici dei Messana - vengono costretti all’esilio. Oggetto dell’aggressione era soprattutto don Calogero Alfano, Capo urbano dei Borboni. Ciò avviene per l’appoggio che inopinatamente fornisce al Messana il clero locale, evidentemente stizzito per qualche riforma del Borbone che l. aveva colpito nel portafoglio.  Tra i firmatari, fiancheggiatori del Messana, troviamo l’arciprete Salvatore Puma ed il vicario foraneo sac. Carmelo Troisi. Ma non mancano le firme di ben altri 14 preti e religiosi locali, ivi compreso don Giuseppe Cavallaro, “parroco di Bompensiere”. Della combriccola fanno parte i Picataggi, i Busuito, i Cavallaro, i Farrauto, Michelangelo Scimé e Vincenzo Tinebra, i ricchissimi Savatteri, un La Mantia, Angelo Presti e Gioacchino Lo Brutto, i Picone, tal Calogero di Giglia, Nicolò La Tona, Giuseppe Mattina, Vincenzo Saldì, Salvatore Argento, Carmelo Romano, Ferdinando Martino - quello dell’ospedale -, Francesco Vinci, Gaetano e Francesco Grillo, Carmelo Pomo ed altri. Non tutti sono “don”, anzi la maggior parte sono burgisi, mastri e gabellotti: un rigurgito di contestazione borghese; una rivolta di industriali dello zolfo contro l’imposizione borbonica; una reazione clericale avversa alle tentate riforme della manomorta ecclesiastica.

I nobili - quelli veri alla Tulumello, alla Matrona, alla Grillo Borghese o alla Grillo Belmonte etc. - sono assenti. Assenti per ovvie ragioni i grandi burocrati borbonici quali gli Spinola, i Gambuto, gli Amella, i Baeri.

Sono comunque 68 i firmatari dell’eversivo proclama di Biagio Messana:

 

 

29
1848
Giuseppe mastro
Agulino
mastro
48
1848
Giuseppe fra
Alfano
frate
43
1848
Salvatore
Argento
 
17
1848
Luigi
Bartolotta
sacerdote
52
1848
Vincenzo sac.
Biondi
sacerdote
26
1848
Alfonso fu Giovanni di Giubertino Priore
Botera
 
5
1848
Giuseppe
Busuito
 
63
1848
Nicolò sac.
Cacciatore
sacerdote
61
1848
Bernardo sac.
Cavallaro
sacerdote
3
1848
Felice
Cavallaro
 
35
1848
Giuseppe
Cavallaro
Parroco di Bompensiere
60
1848
Ignazio sac.
Cavallaro
sacerdote
6
1848
Luigi
Cavallaro
 
64
1848
Calogero sac.
Curto
sacerdote
9
1848
Luigi D.
De Caro
 
37
1848
Calogero
Di Giglia
 
23
1848
Salvatore
Di Naro
 
18
1848
Alfonso
Farrauto
 
58
1848
Gaspare
Farrauto
 
57
1848
Giuseppe D.
Farrauto
 
7
1848
Santo
Florio
 
15
1848
Giuseppe
Franco
sacerdote
16
1848
Carmine
Giancani
sacerdote
1
1848
Antonio
Grillo
 
51
1848
Gaetano
Grillo
 
67
1848
Raffaele
Grillo
 
49
1848
Antonio
Grillo Cavallaro
 
34
1848
Calogero
Gueli
 
25
1848
Calogero
La Mantia
 
39
1848
Nicolò
La Tona
 
30
1848
Calogero
Lazzano
 
28
1848
Gioacchino
Lo Brutto
 
10
1848
Pietro
Lo Giudice
 
38
1848
Calogero
Lombardo
 
46
1848
Ferdinando
Martino
 
65
1848
Gaetano sac.
Mattina
sacerdote
41
1848
Giuseppe
Mattina
 
4
1848
Biagio
Messana
 
12
1848
Luigi
Messana
 
33
1848
Serafino
Messana
 
8
1848
Ludovico
Morreale
 
44
1848
Luigi
Mulé
 
40
1848
Melchiorre
Nicolini
 
32
1848
Antonino sac.
Picataggi
sacerdote
56
1848
Francesco
Picataggi
 
2
1848
Giuseppe
Picataggi
 
13
1848
Nicolò
Picataggi
 
36
1848
Alessandro
Picone
 
31
1848
Alfonso
Picone
 
55
1848
Carmelo
Pomo
 
27
1848
Angelo
Presti
 
59
1848
Salvatore
Puma
Arciprete
11
1848
Gaspare
Ristivo
"con tutto il cuore"
19
1848
Giovanni
Ristivo
 
45
1848
Carmelo
Romano
 
42
1848
Vincenzo
Saldì
 
54
1848
Vincenzo
Salvo
 
24
1848
Gaetano
Savatteri
 
68
1848
Giuseppe d.
Savatteri
 
14
1848
Diego D.
Sciascia
sacerdote
62
1848
Luigi sac.
Scibetta
sacerdote
53
1848
Giovanni
Scibetta Giudice
 
21
1848
Michelangelo
Scimé
 
20
1848
Salvatore
Sferrazza
 
66
1848
Pietro
Taibi
 
22
1848
Vincenzo
Tinebra
 
47
1848
Carmelo sac.
Troisi
Vicario Foraneo
50
1848
Francesco
Vinci
 

 

Non aderiscono - o ne sono atterriti - i religiosi:

 

 
 

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