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lunedì 6 aprile 2015

Sì, signor Sindaco, ma mi consenta!


Emilio Messana

 

4 aprile alle ore 13.17

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Si fa un gran parlare di gestione dei rifiuti – diretta, in house, in appalto dopo-la scelta del Consiglio Comunale di Racalmuto di non approvare il piano finanziario dell'Aro e gli atti di gara,.

 Il rischio da evitare è che su un tema così delicato si faccia confusione.

 Il fuoco della polemica deve servire a far emergere proposte e soluzioni per mitigare il carico fiscale.

 Spararla grossa o denigrare chi amministra potrà regalare un po' di popolarità, ma non aiuta ad abbassare le bollette ai cittadini.

 La tassa sui rifiuti è influenzata dal costo del servizio e dalla platea dei contribuenti. Abbiamo iniziato il censimento degli immobili non dichiarati e il recupero delle somme dovute per gli anni pregressi.

 Insieme agli uffici e al consiglio comunale abbiamo approntato delle linee guida che aiuteranno i contribuenti a definire le loro posizioni beneficiando di un abbattimento delle sanzioni e di una comoda rateizzazione.

 Le somme che saranno versate andranno a decurtare i costi del servizio per l'anno in corso e per quelli a venire, alleggerendo le bollette Tari a carico dei cittadini.

 Ad un problema abbiamo dato una soluzione, confrontandoci con tutti. Punto.

 Non abbiamo inveito contro chi il problema lo aveva determinato, nè abbiamo replicato a quanti pensavano di blandire il naturale malcontento dei cittadini interessati da una campagna di accertamento così imponente.

 L'Aro nasce tra i Comuni di Grotte e Castrofilippo, in un secondo momento la Commissione Straordinaria decide di associare anche Racalmuto.

 Il Piano di intervento - bocciato dal Consiglio Comuale – è stato elaborato dalla Commissione straordinaria ed approvato dalla Regione.

 Il Piano di intervento prevede la raccolta differenziata porta a porta ed un costo del servizio comprensivo degli oneri di conferimento dei rifiuti di €. 1.085.000,00, al netto dei costi dell’ATO e degli introiti CONAI. Più saremo bravi a differenziare il rifiuto e a renderlo "nobile", più saremo in grado di venderlo direttamente ai consorzi di filiera, senza affrontare i costi degli impianti di selezione.

 Questo piano è noto- da almeno nove mesi - certamente a quanti hanno partecipato alle ultime elezioni amministrative e in particolare, ai consiglieri comunali. Noi abbiamo proseguito un lavoro che era stato iniziato dalla Commissione Straordinaria e che rispetto alla gestione del passato che si proroga in emergenza, prevede un abbattimento dei costi.

 Oggi è messo in discussione il modello di gestione. I consiglieri comunali e anche il comitato cittadino sostengono che la gestione in appalto è più onerosa della gestione in house. La scelta spetta al Consiglio Comunale che ne assume la responsabilità politica e amministrativa. In questi mesi noi abbiamo prorogato l’esecuzione dei contratti della GESA con le ordinanze sindacali previste dal d.lgs 152 del 2006. Questo potere per Racalmuto scade il 30 aprile.

 I consiglieri hanno lasciato lavorare gli uffici sui capitolati di gara per mesi e, all’ultimo momento, decidono di cambiare modalità di gestione del servizio.

 Il servizio rifiuti può essere gestito o all'esterno, dandolo in appalto, o tramite una società a totale partecipazione pubblica ( gestione in house providing) oppure da un società a capitale misto pubblico privato. La società a totale partecipazione pubblica dovrà assumere personale, rispettando le norme di legge nazionali e regionali, i contratti collettivi nazionali che prevedono la salvaguardia del personale operativo che attualmente svolge il servizio.

 E' certo che una gestione diretta con risorse comunali e personale comunale non è possibile. Chi lo afferma o ignora le leggi di settore o è in malafede. E con l'ignoranza e la malafede le bollette non si abbassano e i comuni si dissestano.

 La società pubblica può non caricare gli utili come costo del servizio a carico dei cittadini, ma dovrà caricare i costi amministrativi ( ragioniere, direttore tecnico, amministratori, magazzinieri ecc.), i costi per reperire le risorse finanziarie - perché il Comune di Racalmuto è in pre dissesto e non ha i soldi per fornire alla società il capitale necessario per dotarsi dei mezzi e pagare regolarmente gli stipendi e i contributi, né è nelle condizioni di pagare regolarmente le fatture del servizio.

 Fatte le debite precisazioni, gli uffici stanno raccogliendo i dati e le informazioni necessarie per impostare e valutare la gestione in house providing del servizio rifiuti, così come richiesto dal Consiglio Comunale.

 Accanto a quanti pensano che con la gestione in house si possa effettivamente risparmiare, vi sono poi quelli che cavalcano la questione per denigrare l’amministrazione comunale. Noi non abbiamo niente a che vedere con il sistema fallimentare dei rifiuti, né con i vecchi schemi e le vecchie logiche. Per noi contano soltanto gli interessi della nostra comunità: questo è l’unico parametro che ci orienta nelle decisioni che prendiamo, che ci guida nel confronto con il consiglio comunale e con i movimenti cittadini, che ci consente di parlare il linguaggio della verità e della chiarezza con i nostri concittadini.

Piace a Edoardo Romano, Gaetano Restivo e altri 5.

Luigi Iannello oltre ciò se con il consorzio aro si usano i fondi europei per acquistare tutto il necessario per la raccolta e lo smaltimento, il costo per i contribuenti verrebbe ancora meno. Il consiglio comunale, per dirla in buona fede, è completamente impazzito,...Altro...

Calogero Mattina Caro sindaco io non mi spiego con quale criterio la tassa viene calcolata in base ai metri quadri delle abitazioni e non per nuclei familiari, mi spiego meglio ...sono le case a produrre rifiuti o le persone ? Non Le sembra che questa tassa dei rifiuti sia un'altra IMU ??

Saluti

Lilio Messana Caro Calogero Mattina, la tarsu era calcolata soltanto sui metri quadri, la tari tiene conto anche del nucleo familiare.

Lillo Taverna e così abbiamo tariffa, ici, imposta di famiglia, dilatazione illimitata del costo del servizio (cfr. un certo art. 1) e come pontifica Lauricella persino una surrettizia imposta patrimoniale senza le debite autorizzazioni costituzionali. Non certo colpa né del sindaco né del comune ma del legislatore. Solo che i regolamenti li fa l'ente autarchico locale e un briciolo di equità in più non guasterebbe.

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