Profilo

domenica 24 maggio 2015

E' da tempo che parlo di una Nersae osca. L'archivista con una battuta nel convegno delle Stalle Morelli me l'ha dissolta. Ovvio che non ci sto. Pubblico (o ripubblico) questa mia precedente silloge sull'argomento.

E' da tempo che parlo di una Nersae osca. L'archivista con una battuta nel convegno delle Stalle Morelli me l'ha dissolta. Ovvio che non ci sto. Pubblico (o ripubblico) questa mia precedente silloge sull'argomento.
 

martedì 19 maggio 2015

La osca Nersae


Inizio conversazione in chat 
9 ore fa
Contra Omnia Racalmuto
ECCO COME SI STA INCARDINANDO IL MIO RAPPORTO CON LA SOLERTE COMUNITA' DI NESCE. QUEI SIGNORI MI HANNO SUBITO CAPITO E QUINDI SON SICURO CHE IL NOSTRO SARA' UN RAPPORTO COSTRUTTIVO ED A SOLO TOTALE BENEFICIO DELLA COMUNITA'. IO ADORO IL CICOLANO. MA NON TOLLERO IL BECERO CAMPANILISMO DI CERTI AMICI AL BAR DI UNA BEN PRECISA MONTAGNA. AD MAIORA a voi di NESCE!


...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.
mercoledì 5 giugno 2013
Epigrafe romana di S. Elpidio (Cicolano, Rieti) - commento
Vista così questa epigrafe romana è suadente: bene fanno quelli di S. Elpidio a volerla tutta per loro, affissa come cimelio di chissà quale santo locale in alto all’interno di quella che loro considerano una basilica medievale. La nostra sommessa rilettura – carpendo fior di scienza epigrafica dalla professoressa universitaria francese Francoise- Hélene Perrault in Massa – ne dà un altro fascin0, di fruibilità addirittura cosmica.
Riporto: Visto che siamo in piena estasi erudita, ti dirò: stasera parlavo con una professoressa universitaria, grande archeologa e francese e mi diceva che non è proprio certo che Elpidio sia di derivazione greca; è anche nome finnico. Ti conviene però aderire alla mia ipotesi, così voi di S.Elpidio siete bizanrini e quelli di Pescorocchiano longobardi (questo è certo): spiegato dunque l'irreversibile rciproco rigetto. Aggiungo: per la professoressa quello della vostra epigrafe è un edile romano nominato per la quinta volta (ecco spiegata la Q) Carcurin (abbreviazione di Carcurinus) è piuttosto inusuale e pertanto difficilmente rinvenibile nei testi di prosopografia romana. Taronia dovrebbe essere la moglie dell'Edile e tert (TERTIA) il nome. Se lapide funerea sarebbe la committente, se lapide votiva o commemorativa, la finanziatrice. Essere edile nella civitas romana ove oggi sorge S. Elpidio significa che si trattava anche allora di centro abitato molto rilevante: motivo ulteriore per esaltare l'odierna S. Elpidio e quindi il dovere di fare approfondite ricerche storiche ed archeologiche. Guarda comunque che per legge la epigrafe dovrebbe andare al museo dell'Aquila (ma posso sbagliarmi) comunque giammai in chiesa.

Il CICOLANO medio-piccolo borghese
Nei quaderni “valledelsalto.it” Salvatore Luciano Bonventre ben ci spiega e magistralmente ci illumina sulla grande rivolta sociale del Cicolano con l’eversione della feudalità sotto i “napoleonidi” in quel torno di tempo a ridosso della rivoluzione francese, subito dopo il 1806: il «composito e frastagliato panorama di 10 diversi e piccoli ‘Stati’» si componeva in due circondari (Mercato e Borgocollefegato), in quattro comuni centrali (Petrella di Cicoli, Mercato, Pescorocchiano e Borgocollefegato) e in ben ventiquattro frazioni ripartiti tra i comuni centrali (Capradosso, Staffoli, Borgo San Pietro, Petrella, Mareri, Poggioviano, Sambuco, Radicaro, Gamagna, Mercato, Tonnicoda, Girgenti, Macchiatimene e Roccaverruti, Leofreni, Pescorocchiano, Torre di Taglio, Poggio San Giovanni, Castelmenardo, Poggioreale, Collefegato, S. Anatolia, Torano, Corsaro, Spedino).

Si produce conseguentemente «un nuovo assetto della struttura sociale … e si provoca la fine del baronaggio come ceto dominante avendosi l’avvento della borghesia terriera come soggetto capace di gestire a proprio vantaggio le nuove politiche fondiarie riguardanti i beni demaniali, ex-feudali ed ecclesiastici in veste di protagonisti della formazione di un moderno Cicolano amministrativo.»
Dalla variegata società feudataria vengono fuori 217 redditieri (con più di 24 ducati di rendita registrati nel nuovo catasto che si custodisce a Napoli) che in quanto “proprietari” costituivano l’élite locale con diritti civici e con eleggibilità nei consigli decurionali.
Da nostre ricerche nell’ambito della prima visita pastorale di Mons. Camaiani la ripartizione abitativa del Cicolano può così raffigurarsi:
- STAFFOLI: 80 abitanti;
- PETRELLA: 100 famiglie (circa 450 abitanti)
- PONTE DELLA SPONGA 15 famiglie (circa 70 abitanti);
- MARERI: 35 abitanti;
- OIANO: 3 famiglie (non più di 15 abitanti);
- MERCATO: 90 famiglie (circa 400 abitanti, sparsi in quatuor villis parum ab invicem dintantibus);
- FIAMIGNANO: v. Mercato;
- MARMOSEDIO: 25 famiglie (oltre 110 abitanti);
- GAMAGNA: non precisato;
- SANT’AGAPITO: 40 famiglie (circa 180 abitanti);
- SAN SALVATORE: 35 famiglie (circa 155 abitanti);
- COLLEMAZZOLINO: 20 famiglie (circa 90 abitanti);
- SANTA LUCIA DI FIAMIGNANO: 28 famiglie (quasi 125 abitanti);
- FAGGE: 57 famiglie (oltre 250 abitanti);
- BRUSCIANO: 85 abitanti sparsi in quatuor villis;
- SAMBUCO: 72 famiglie (325 abitanti circa sparsi in quinqe villis);
- FORNELLO: numero di famiglie non segnalato;
- SANTO STEFANO: 30 famiglie (circa 135 abitanti);
- RADICARO: 40 famiglie (circa 180 abitanti);
- SAN PIETRO: 9 famiglie (circa 40 abitanti);
- ROCCA RANDISI: 35 famiglie ( circa 155 abitanti);
- SANT’ELPIDIO: 100 famiglie (450 abitanti sparsi in quinque villis);
- POGGIO SAN GIOVANNI: 35 famiglie (circa 155 abitanti);
- TORRE DI TAGLIO: dato anagrafico non segnalato;
- ALZANO: 45 famiglie (oltre 200 abitanti);
- CASTELMENARDO: 20 famiglie (circa 90 abitanti);
- CASTIGLIONE : dato anagrafico non segnalato;
- BORGOROSE: 72 famiglie (circa 325 abitanti);
- SANTO STEFANO: 17 famiglie (circa 75 abitanti);
- CORVARO: 120 famiglie (540 abitanti circa);
- CARTORE: 7 famiglie (oltre 30 abitanti);
- SANT’ANATOLIA: 100 famiglie (circa 450 abitanti);
- SPEDINO: 25 famiglie ( circa 115 abitanti);
- TORANO e VILLA TORANO: 100 famiglie (circa 450 abitanti);
- VILLEROSE: 35 famiglie (circa 155 abitanti);
- CIVITELLA: 28 famiglie (circa 125 abitanti);
- PESCOROCCHIANO: 40 famiglie (circa 180 abitanti);
- NESCE: 20 famiglie (circa 90 abitanti):
- POGGIOREALE: 35 famiglie (circa 155 abitanti);
- LEOFRENI: 35 famiglie (circa 155 abitanti);
- CASTELLUCCIO: 8 famiglie (circa 35 abitanti);
- PACE: 27 famiglie (circa 125 abitanti);
- GIRGENTI: 45 famiglie (circa 200 abitanti);
- BACCARECCE: 24 famiglie (circa 100 abitanti);
- COLLI: 30 famiglie (115 abitanti sparsi in tre villaggi);
- ROCCABERARDI; 40 famiglie (circa 180 abitanti);
- SANTA LUCIA di GIOVEROTONDO; famiglie 17 (circa 75abitanti);
- TONNICODA: 20 famiglie (90 abitanti circa);
- TEGLIETO: 30 famiglie (circa 135 abitanti).


Vi ho chiesto l'amicizia ai fini di una più stretta collaborazione. Spero che la mia richiesta abbia esito positivo.
4 ore fa
Gentilissimo dottor Cesare Silvi,
innanzitutto e soprattutto rallegramenti e complimenti per il magnifico incontro dell'altra sera a Corvaro sulla ricchezza, sullo splendore, sull'avvenenza del Cicolano. Anche se a me le attrattive escursionistiche interessano fino ad un certo punto, viva il faraonico progetto comunitario di un percorso selvaggio da lassù nel nord Europa sino a Capo Passero della mia terra natale.
Già io non sono cicolano né laziale: sono siciliano, della terra che dette i natali e qualche ispirazione a Leonardo Sciascia, Racalmuto, ma per vincoli matrimoniali sono finito a Santa Lucia di Fiamignano, innamoratissimo dell'ambiente, della storia, dell'archeologia, delle vicende religiose di questa splendida terra.
Credo per di più di avere trascorsi professionali ed entrature istituzionali per cui forse qualche apporto potrei darlo allo sviluppo delle conoscenze scientifiche e al miglioramento delle vocazioni turistiche di questi luoghi che amichevolmente mi accolgono salvandomi dalle arsure estive di una Roma in caldo umido.
E' con spirito veramente collaborativo, con rispetto massimo e soprattutto con profonda ammirazione che mi permetto alcune chiose forse critiche, e taluni dissensi culturali.
Mi sta bene che alberghi, associazioni escursionistiche, progetti europei troppo pretenziosi vogliano trarre spunto propagandistico dai tesori archeologici e storici del Cicolano; non mi sta bene che si sovverta il corretto rapporto rispetto della serietà storico-culturale/indotto economico e si creda di asservire il rigore scientifico all'interesse finanziario.
Non mi piace peraltro un vizietto che credo particolarmente duro a morire di queste parti: quello del campanilismo. Tempo fa sembrava che il Cicolano fosse la memoria storica di Petrella in versione Romanin, ora alle volte mi pare che sia il Corvaro a volerla fare da epicentro – se non realtà esclusiva - della grande memoria storica romana, per un tumulo che per quanto avvincente sia non può competere con la gloria di un Val di Varri, di una Nersae, della teoria dei negletti 36 castelli, di un abbandonato Castello di Macchiatimone, della stessa ricchezza sommersa quale la modernissima archeologia medievale potrebbe sfruttare nella fiancata di Poggiopoponesco. E potrei continuare, ma ovvio che privilegio quello che è stato oggetto del mio specifico interesse in questo quarantennio di frequentazione estiva del nostro Cicolano.
Santa Lucia di Fiamignano ha una gloria perenne: la coltissima ed molto erudita penna del medico Domenico Lugini. Da quel vetusto testo si può dissentire, lo si può (e lo si può migliorare, integrare e correggere come ha fatto il vostro espertissimo Marco Buonocore nei vostri pregevolissimi quaderni, che però specifica: “Lugini …. [riconsidera] la raccolta epigrafica berlinese portando a conoscenza quei documenti iscritti che solo la sua conoscenza capillare di quella zona era in grado di compiere”), ma dicevamo non se ne può prescindere. Io, l'altra sera, Lugini non l'ho sentito citare neppure per sbaglio, Che vi sia preclusione campanilistica?
Fulcro del vostro interesse, gira e rigira, è la Grotta c.d. Del Cavaliere. Meritevolissimo e apprezzabile interesse. Solo però che se diventa mania monotematica, perde di pregio. E Lugini e Grotta c.d. Del Cavaliere alla fine sono inscindibili. Apprendo da Lugini (pag. 43) “ gli avanzi delle mura pelasgiche …. fra Alzano e Monte Maggiore [sarebbero] gli avanzi del tempio di Marte ricordato da Dionisio”. Tra codesto tempio e la Grotta c.d. Del Cavaliere vi sono attinenze, contiguità, collegamenti?
La grotta del Cavaliere – mi pare – ha tre date importanti: 1830, data della sua scoperta (?) da parte di codesto archeologo inglese per nascita ma romano di adozione, collegato col sommo Vespignani, marito tranquillo di una splendida romanina di trent'anni più giovane ; 1981, sua riscoperta e specie dopo il rinvenimento di una malcerta epigrafe votiva assurta a ipogeo cultuale; quest'ultimo ventennio, oggetto di accuratissimi studi e ricerche da parte del dottore Cesare Silvi.
Mi permetto di osservare: il nome è equivoco e mi sembra congettura simpatica quella di associare il toponimo Cavaliere all'archeologo inglese, appunto perché inglese; se ipogeo dedito al culto dei morti, occorre scientifica investigazione per saperne di più su tale presenza religiosa ad Alzano, trattandosi in definitiva di ipostatizzazione di una delle tante discese agli inferi, vuoi come quelle omeriche vuoi come quella sfumata virgiliana (meglio collegabile con tale manufatto d'epoca romana). Potrebbe anche trattarsi di devianze esoteriche non rare in epoca tardo impero. Sia chiaro una semplice pietra votiva non ci dice molto. Ma allora perché non fare scavi stratigrafici e appuramenti archeologici non dilettantistici? Non sono per il momento fattibili? La progettazione e lo studio propedeutico è sempre possibile.
Resta l'arcano del collegamento tra il tempio di Marte del Lugini e questa grotta dall'equivoco nome. La scienza progredisce per espansioni, non certo per preclusioni campanilistiche.
Nella letteratura – e non parlo solo di Lugini – queste misteriose mura del Cicolano si sono sempre chiamate Pelasgiche o Ciclopiche. termine forse improprio ma sempre inequivocabile, Se oggi giapponesi (estremamente curiosi, si sa) e cinesi (i turisti dell'avvenire, secondo me) vengono da 'ste parti abbacinati da letture sull'arcano delle mura pelasgiche o ciclopiche e si avventurano tra questi affascinanti Monti Cicolani, chissà quale loro delusione vedendole volatizzare per dar posto a incolori, inespressive, insignificanti MURA POLIGONALI. Perché si sono cambiati nomi e toponimi consolidati? Per pignoleria scientifica? Per far dispetto al vicino ma non amato Lugini? Solo se unite le diverse scuole di pensiero, solo se fra loro si accende un rispettoso dialogo, si fanno salti di qualità. Diversamente si cade in un mercantilismo che fa presto ad esaurirsi, specie se incombono epocali crisi involutive in campo economico.
Si vuol portare alla Grotta c.d. Del Cavaliere lo sbocco di un'importante arteria stradale d'epoca romana? Se si fanno congetture, perché no? Ma congettura per congettura, resto legato all'ipotesi del Luini (cfr. pag. 58). Ho sbirciato il lavoro della Migliario pubblicato sempre nei vostri pregevoli quaderni. Mi riservo di approfondirne lo studio. Spero che il Geometra Mario Balduzzi ripercorra le investigazioni del nonno – anche lui ha conoscenza unica del territorio - e magari filmando dimostri quanta ragione aveva il Lugini. Forse Virzì se ne dispiacerà, ma, via!, ha da ricavarne spunti anche lui, più avvincenti di quelli a dire il vero molto avvincenti che ci ha illustrato l'altra sera.
Occorre dialogo. Ho sentito che la struttura ecclesiale del Cicolano è poco nota. Falso: specie dopo la pubblicazione dell'immane lavoro di Vincenzo di Flavio (anno 2010); ce n'è materia per puntualizzazioni. Ad esempio tanto vi ho appreso sulla chiesa di Santa Lucia tanto cara al vostro socio Antonio Marrucci, che tanta, troppa materia ha su questa fabbrica cultuale, a presidio di un'antica statio romana, nonché di un crocevia di diversa ma continua importanza nell'evolversi delle realtà storiche. Mi chiedo perché, in occasione delle prossime celebrazioni di Santa Lucia, don Maceroni, il dott. Di Flavio, il dottor Cesare Silvi, il dottor Antonio Marrucci, il prof. Buonventre, l'architetto Filippo Balduzzi e la sua collega che hanno studiato quella chiesa, e, se è permesso, un forestiero quale io sono (che pure qualche fruttuosa ricerca anche negli archivi segreti vaticani li ha fatti, forse demolendo taluni IDOLA teatri), tutti costoro o taluni o anche talaltri non vengono adunati nelle scuole di Santa Lucia da codesta meritevole rivista per una tavola rotonda coordinata da don Maceroni o magari da Lei stesso su questo capisaldo della locale storia (romana a mio avviso, forse bizantina, credo non longobarda, borbonica, con grave dispetto del vescovo reatino, e delle stranezze dell'Acotral di un tempo o della Cotral d'oggidì)? Che paradigma dell'intera storia del Cicolano e quindi di Petrella, Pescorocchiano, Borgorose e Fiamignano, così tanto per mia spocchia geografica!
Grazie e chiedo scusa per qualche mia stecca fuori le righe del bene educato colloquiare. Ma da buon dadaista non riesco a correggermi, facendo disperare mia moglie, cicolana di ferro della non molto celebrata Baccarecce
3 ore fa

Sig Lillo sono Benedetto Di Matteo per intenderci del Comitato Civico Nesce che rappresento, la chiamo sig. Lillo ma potrebbe avere titolo diverso, di certo non voglio offenderla.

Se vuole visitare il nostro sito: wwwcomitatocivico.nesce.it siamo un modesto comitato che si dedica al momento a rimettere in piedi il nostro paese dimenticato dalla amministrazione Comunale. Ciò non toglie che vorremmo trovarci preparati

anche in altre direzioni, vedi la storia del territorio, il sentiero europeo, le mura pelasgiche ecc. Io sono un semplice selvicoltore dunque la storia e la archeologia con tutta la buona volontà non è il mio forte. Ma sono le tue radici. Un dialogo tra te e me che non sono del Cicolano ma sono quarant'anni che ne studio storia, costumi, politica, religione, arte e mestieri non può non creare una SINERGIA (fammi parlare come so) che sicuramente darà buoni frutti e per tutti. Nesce non è un fatto campanilistico è un PATRIMONIO DELL'UMANITA'; non la si può lasciare così come oggi è. CRIMINE CONTRO L'UMANITA'
.Tieni presente caro Rino che io sono nato a Nesce e nonostante sia stato da giovane allontanato dal territorio per circa 8 anni, ne sono piuttosto innamorato non fosse altro che ancora ci vive mia madre e fino a 1 anno fa anche mio padre. Devi sapere che Nesce è un paese molto unito. Trovo tu sia una persona di cultura e si capisce da quello che scrivi e dal vocabolario che utilizzi. Io non sono uomo di cultura anche se non mi lamento del mio stato, ma nel mio piccolo sento di poter dare a tanti ivi compreso il mio paesello. Tu Potresti in qualunque forma voglio dire Facebook ma anche cartaceo o notizie online farci luce sul mondo della storia e della archeologia che conosci fino ad oggi, in modo che io possa portare a conoscenza gli altri. Devi sapere che sismo al buio di molti fatti ad esempio non sapevo che nel maniero dei sigg. Morelli sono stoccati resti archeologici. A presto

grazie a presto
Fine della conversazione in chat  

Nessun commento:

Posta un commento