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sabato 13 giugno 2015

A scuola di botanica dalla professoressa Maria Pia Calapà di Milazzo

A SCUOLA DI BOTANICA DALLA PROFESSORESSA MARIA PIA CALAPA' DI MILAZZO
Insomma tu dici che si tratta di un banale comune gladiolo violaceo e credo che abbia ragione, ma mi crolla la sensazionalità della mia scoperta. Solo che la verità innanzitutto. Facci una bella relazione che possa pubblicare in CONTRA OMNIA
Mi dispiace però non è detto che non ci sia qualche incrocio con cephalantera rubra.
Conoscere a fondo i fiori spontanei è cosa difficile per un profano. Bisognerebbe mettere fiori simili a confronto, vedere le minute differenze, tra le varie specie, facilmente confondibili l'una con l'altra.
E' un lavoro d'equipe e di studiosi.
La tua comunque è stata una bella scoperta.
A confronto ,un fiore della Sicilia con un fiore spontaneo a Fiamignano. La tua pagina è bellissima. Riveli una grandissima sensibilità; che importa se non è orchidea selvatica
Domenica 22:16
Bravissima professoressa, alla fine hai ragione tu; non può che trattarsi che di gladioli. Il mio amico dottore cita due tipi di gladioli a Racalmuto quello dei campi (Gladiolus italicus) e quello comune (gladiolus communis) ma non ne fornisce (almeno nel testo che posseggo) le foto. Passa quindi alle tante specie di orchidee e Racalmuto e di queste fornisce solo la foto del Cephalanthera longifolia, come puoi vedere nelle digitalizzazioni che riporto. In effetti il fiore che ho notato io è molto fragile e con steli con rada fioritura. Strano comunque che quel tipo di fiore che prospera a primavera a Racalmuto (a Bovo ad esempio) poi si trova a Poggiopoponesco e a Santa Lucia di Fiamignano. Ma qui sono molto radi. Stentano ad attecchire cioè. Torno a battere dove il dente duole. Tutta questa questione perché non la organizzi in tanti post che potrei pubblicare nel mio Blog contra?

 
 

La causa dell'estinzione di alcuni esemplari è dovuta ai diserbanti.Questo esemplare è stato trovato anche in Toscana.(a Campopetroso).Qui il gladiolo spontaneo è stato dichiarato specie super protetta.(da non raccogliere assolutamente.)Se cresce nel tuo podere, puoi ritenerti fortunato.

""Gladiolo dei campi Specie distribuita ovunque nella Regione mediterranea, Gladiolus italicus è comunemente detto Gladiolo dei campi. In Italia si può trovare principalmente al Centro e al Sud. Cresce nei campi coltivati, oliveti e terreni erbosi, pendii rocciosi, fino a 700 m, dove fiorisce da aprile a maggio. Una volta molto comune, oggi è sempre più raro trovarlo in grandi quantità poiché le lavorazioni profonde del terreno e l'utilizzo di diserbanti ne limitano la diffusione. Questo è un estratto della voce Gladiolo dei campi proveniente dall'enciclopedia libera Wikipedia. All'interno di Wikipedia è disponibile un elenco degli autori."

Il merito è tuo per quello che pubblichi. Voglio passare leggermente inosservata. A me fa molto piacere collaborare ma fa parte della mia natura la riservatezza.
non voglio meriti che non ho; io di flora non me ne intendo per nulla e poi sono persino daltonici non conosco i colori. comunque quello che hai pubblicato in FB lo riporterò in CONTRA sia pure all'interno di una serie di post che mi accingo a scrivere che premono spunto dalla flora per parlare di altro, al mio solito. Vorrà dire che ci metterò la foto di FB: quella è pubblica! anche se a me non piace.

Non si tratta di meriti. Anch'io condivido cose non mie soltanto perché le reputo interessanti.

Buona mattinata...devo correre...ciao.
Lunedì 16:17
ORCHIDEA GENTILE oppure GLADIOLO ITALICUS TRUCE FIORE SIMILE AD UN PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA? In un paio di migliaia di metri quadri – in contrada Bovo di Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa Nalbone, al Serrone insomma a meno di 500 metri d’altezza - avevo impiantato una quarantina di anni fa una minuscola vigna. Oggi estirpata per vecchiaia. Una ventina di anni fa attorno a quasi tutte le piante mi spuntò un vezzoso fiore. Eccolo. Non mi intendo di flora e manco ne sono appassionato. Oltretutto son daltonico e non colgo la malia dei colori. Chiedo così per curiosità agli incolti onniscienti di campagna del mio paese che cosa era.  - ORCHIDEA  - mi si risponde. Toh! Mi dico, a Racalmuto l’aristocratico fiore della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma sono andato a consultare l’aureo libretto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO di Giovanni Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta dilapidando vita e denari come agente gratuito del WWF, LInneus racalmutensis per me! Alle pagg. 20 e 21, là dove il Linneo Racalmutese tratta della flora dei Monti Sicani credo di averne la conferma. Si tratterà – mi dico – di una di quella ventina di specie di orchidee che sarebbero presenti nelle terre dei preistorici Sicani, quindi anche Racalmuto. Da escludere la CEPHALANTERA LONGIFOLIA, quella “tipica orchidea dei boschi dilatifoglie”, l’unca orchidea che il  Salvo lì degna di una foto, lui che fotografa anche l’incolore piuma di un cardellino in transito.
 
L’altro giorno faccio una capatina a Poggiopoponesco, nel Lazio, ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un fiore gracile e solitario che è copia conforme di quelli che spuntavano nella mia vigna sicana. Purtroppo quel fiore non lo fotografai. Mi venne rimproverata quella omissione. Potei ovviarvi fotografando un eguale fiore che la fortuna mi fece trovare a Corso sotto Santa Lucia di Fiamlgnano sempre nella Valle del Salto ma ad 850 metri d’altezza.  Ed eccovi quella foto:
 
 
 
 
 
 
“Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle nostre parti”-
Domenica 11:20 Mi becco tanto gradito applayso da una che di fiori se ne intende e se ne intende davvero tanto, con tanta competenza.
Anche un’altra mia amica virtuale, la professore Strano di Catania – altrettanto competente - mi elogia.
 
ORCHIDEA GENTILE oppure GLADIOLO ITALICUS TRUCE FIORE SIMILE AD UN PLININIANO GLADIUM D’EPOCA ROMANA? I
n un paio di migliaia di metri quadri – in contrada Bovo di Racalmuto, tra Piedi di Zichi e Villa Nalbone, al Serrone insomma a meno di 500 metri d’altezza - avevo impiantato una quarantina di anni fa una minuscola vigna. Oggi estirpata per vecchiaia. Una ventina di anni fa attorno a quasi tutte le piante mi spunta un vezzoso fiore. Eccolo. Non mi intendo di flora e manco ne sono appassionato. Oltretutto son daltonico e non colgo la malìa dei colori. Chedo così per curiosità agli incolti onniscienti campagnoli del mio paese che cosa era. ORCHIDEA mi si risponde. Toh! Mi dico, a Racalmuto l’artistocratitico fiore della terra d’Olanda? Sono sempre rimasto scettico. Ma sono andato a consultare l’aureo libretto GUIDA ALLA NATURA DELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO di Giovanni Salvo, un estroso medico dentista del mio paese che sta dilapidando vita e denari come agente gratuito del WWF, LInneus racalmutensis per me! Alle pagg. 20 e 21, là dove il Linneo Racalmutese tratta della flora dei Monti Sicani credo di averne la conferma. Si tratterà – mi dico – di una di quella ventina di specie di orchidee che sareberro presenti nelle terre dei preistorici Sicani, quindi anche Racalmuto. Da escludere la CEPHALANTHERA LONGIFOLIA, quella “tipica orchidea dei boschi di latifoglie”, l’unca orchidea che il Salvo degna di una foto, lui che fotografa anche l’incolore piuma svolazzante di un cardellino in transito. L’altro giorno faccio una capatina a Poggiopopoesco, nel Lazio, ma a Valle del Salto e con mia meraviglia scopro un fiore gracile e solitario che è copia conforme di quelli che spuntavano nella mia vigna sicana. Purtroppo quel fiore non lo fotografai. Mi venne rimproverata quella omissione. Potei ovviarvi fotografando un eguale fiore che la fortuna mi fece trovare a Corso sotto Santa Lucia di Fiamignano, sempre nella Valle del Salto ma ad 850 metri d’altezza Ed eccovi quella foto: Do fiato alle trombe e grido: ORCHIDEE ANCHE A POGGIOPOPONESCO A QUASI 1.200 METRI D’ALTEZZA!! Mi becco subito gli elogi di un paio di mie “amiche virtuali” vere autorità nel settore. Mi beo, ma la mia felicità non dura neppure lo spazio di una tarda sera. MI si dice: - Ma sei proprio sicuro? L’austera e grintosa professoressa Maria Pia da Milazzo non tarda a fracassarmi: ma che orchidea ed orchidea ? di banalissimo gladiolo si tratta! Torno al mio adorato dottor Salvo- In effetti a pag. 20 scrive – ma non fotografa – “Numerosi fiori spontanei colorano [i Monti Sicani] ….Il Gladiolo del campo (Gladiolus Italicus), il Gladiolo maggiore (Gladiolus communis) …” E l’austera prof. Calapà mi rimprovera che invero di una di queste specie si tratta:siamo dunque nel banale fior di Gladiolo (manco di giaggiolo si può parlare per cantare magari con Claaudio Villa uno di quei celebri e piacevoli stornerlli: Fior di giaggiolo … ). Ma pulendo, censurando e limando vi riporto la drammatitca rissa floreale tra me e la prof. Calapà di Milazzo. °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° Che cosa hai fatto oggi? Sto facendo una ricerca sui fiori spontanei. L'orchidea di che colore era. Mi sai descrivere il fusto e le foglie? Ciao Anzi è meglio che fai una foto, quando puoi. Potrai arricchire il tuo blog.. Bravissimo. Questi fiori li ho visti anche dalle nostre parti. Domenica 11:20 La valeriana rossa (Centranhus ruber) vive in anfratti e fessure della roccia nelle regioni mediterranee grazie al suo apparato radicale che le consente di cercare l’acqua in profondità, ciò la rende adatta a vivere anche in città in crepe dell’asfalto o fessure dei muri Per alcuni è:Gladiolo. Gladiolo Perfino i colori che tanto ammiriamo non sono gli stessi che vedono gli insetti che sono sensibili a lunghezze d’onda diverse dalle nostre: molti infatti vedono l’ultravioletto che noi invece non vediamo, altri vedono in bianco e nero! Le api ad esempio non percepiscono il rosso, ma solo l’ultravioletto, il violetto ed il verde. Serapias lingua:orchidea con tubercoli ovoidali. Oppure: Etimologia: dal latino “buffone” (per i colori vivaci da pagliaccio) o dallo spagnolo “elmo” (per la forma a cappuccio del perianzio). Distribuzione: ampio areale europeo-caucasico-mediterraneo. Presente in tutte le regioni italiane, escluso la Sardegna (dove è vicariata da A.longicornu). Habitat: in ambienti svariati purché luminosi, spec. prati magri (aridi o umidi), cespuglieti, radure, margini di strade e sentieri. Dal mare fino a 1900 m di quota. Fioritura: IV-VI. Caratteri essenziali Fusto robusto, pianta poco slanciata (h.10-35 cm). Foglie basali in rosetta patente. Brattee spesso con nervature violacee. Infiorescenza densa, breve e cilindrica; fiori medi, di colori molto variabili ma prev. da rosa a viola. Perianzio: tutti i tepali riuniti in casco ampio e a punte ottuse; i sepali con evidenti striature verdi. Labello da steso a ripiegato, gen. più largo che lungo e poco trilobato, con lobo mediano ±lungo come i laterali; parte basale molto chiara, con macchie e strie purpuree o viola. Sperone cilindrico, orizzontale o legg.ascendente, ±lungo come il labello. Ginostemio ottuso, rossastro, pollinii verdastri. E' molto difficile identificare i fiori spontanei.,per le minute differenze tra le varie specie facilmente confondibili l'una con l'altra. 21 ore fa Di sicuro- Io ebbi a pubblicare l'orchidea (secondo me) che cresceva nella mia vigna- Ti riporto qui la foto a suo tempo pubblicata- testo del dott. Salvo Quel tipo di orchidea il Salvo lo chiama cephalenthea longifolia- in Wikipedia trovo questo_ [nascondi] Wikimedia-logo.svg Libera la cultura. Dona il tuo 5×1000 a Wikimedia Italia. Scrivi 94039910156. Wikimedia-logo.svg Cephalanthera longifolia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Vai a: navigazione, ricerca Come leggere il tassobox Cefalantera maggiore Cephalanthera longifolia plant100604.jpg Classificazione Cronquist Dominio Eukaryota Regno Plantae Superdivisione Spermatophyta Divisione Magnoliophyta Classe Liliopsida Sottoclasse Liliidae Ordine Orchidales Famiglia Orchidaceae Sottofamiglia Epidendroideae Tribù Neottieae Genere Cephalanthera Specie C. longifolia Classificazione APG Regno Plantae (clade) Angiosperme (clade) Monocotiledoni Ordine Asparagales Famiglia Orchidaceae Nomenclatura binomiale Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888 Sinonimi Serapias helleborine var. longifolia (bas) Cephalanthera ensifolia Serapias longifolia Nomi comuni Cefalantera bianca Elleborina bianca Elleborina a foglie lunghe La Cefalantera maggiore (nome scientifico Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, 1888) è una piccola pianta erbacea e perenne dai delicati fiori bianchi appartenente alla famiglia delle Orchidaceae. Indice [nascondi] 1 Etimologia 2 Descrizione 2.1 Radici 2.2 Fusto 2.3 Foglie 2.4 Infiorescenza 2.5 Fiori 2.6 Frutti 3 Riproduzione 4 Distribuzione e habitat 4.1 Fitosociologia 5 Sistematica 5.1 Ibridi 5.2 Sinonimi 5.3 Specie simili 6 Altre notizie 7 Galleria fotografica 8 Note 9 Bibliografia 10 Voci correlate 11 Altri progetti 12 Collegamenti esterni Etimologia[modifica | modifica wikitesto] Il nome del genere (Cephalanthera) deriva dal greco. La prima parte della parola significa “testa” (cephalos), la seconda “antera” (antheros): indica ovviamente la forma del fiore simile ad una testa. Il nome specifico (longifolia) deriva dal latino: longa e folia e fa riferimento alle foglie che sono molto più lunghe che larghe. Il termine volgare di “Elleborine” deriva da una certa rassomiglianza con alcuni fiori degli Ellebori. In tedesco questa pianta viene chiamata: Schwertblättriges Waldvögelain; in francese in questa pianta viene chiamata: Céphalanhtère à longues feuilles; in inglese questa pianta viene chiamata: Swordleaf-helleborine oppure Narrow-leaved Helleborine. Descrizione[modifica | modifica wikitesto] Il portamento È una pianta perenne alta da 20 a 45 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono epifite, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma). Radici[modifica | modifica wikitesto] Radici secondarie (carnose) da rizoma. Fusto[modifica | modifica wikitesto] Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un breve rizoma fibroso. Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice ed eretta, glabra e ricoperta da scaglie alla base (guaine fogliari). Si presenta sinuoso (un po' a zig-zag) e foglioso fin sotto l'infiorescenza. Foglie[modifica | modifica wikitesto] Le foglie a disposizione disticaFoglie basali: le foglie basali sono ridotte a delle guaine attorno al fusto; Foglie cauline: le foglie cauline sono relativamente numerose (da 6 a 10), tutte con lamina intera e sono disposte in modo distico (a due a due opposte sullo stesso piano, ma su nodi conseguenti) e divergenti di circa 60 gradi. Sulla pagina fogliare sono presenti fino a 9 nervature longitudinali (parallele) principali che all'apice fogliare sono lievemente ripiegate verso la nervatura centrale. Le foglie inferiori (1 o 2) sono più piccole e di forma ellittica; quelle superiori sono più lunghe e dalla forma molto lanceolata e con apice acuto e lungo il fusto sono progressivamente più ristrette verso l'alto. Dimensioni delle foglie: foglie inferiori larghezza 1 – 2 cm, lunghezza 4 – 7 cm; foglie superiori larghezza da 2 a 1 cm, lunghezza da 10 a 15 cm. Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto] L'infiorescenza si trova all'apice del fusto ed è del tipo a ............................................testo tagliato per questioni di lunghezza.
 
 

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