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giovedì 16 luglio 2015

sono con la Merkel ma non sono un economista

Mia carissima Tina, tu ed io coetani di ferro, implacabili combattenti in un sacrario dell'alta finanza, ma perdenti in partenza, ci siamo ritrovati ora dopo forse 35 anni in un salone ancora pretenzioso della Banca d'Italia ma in via Venti Settembre. Quante battaglie tentate! Ma quante vinte? Io nessuna; ma tu qualcuna l'hai vinta in veste di sindacalista comunista, quando essere comunisti aveva ancora un senso. Affronti qui la questione della contemporanea globalità greca con la tua solita generosa veemenza. Son sincero, io non ti seguo. Ai miei tempi ironizzavo sui gatti soriani dipinti di rosso nel modo che per decenza non posso qui ripetere. Da eterno perdente vedo la questione in tutt'altra chiave di lettura. Ma non sono un economista; sono un fanatico del rigetto di ogni superfetazione sulle cose del vil denaro. Cose banali, semplici, elementari; pratiche. pragmatiche, praxis insomma. Non penso alla Merkel, penso solo all'America che ha innestato questo bailamme greco per deteriorare il valore dell'Euro a tutto beneficio del signor (semifallito) dollaro. Putin ha finto di essere di concerto con gli odiati americani ma non può andare molto oltre. un dollaro sopravalutato sarebbe per lui una calamità biblica. Ma ecco i soloni dell'economia, i moderni gatti soriati ora non so di che colore dipinti dare addosso alla Merckel che cerca di difendere il valore dell'euro, come dire la stabilità dei notsri prezzi, a cominciare da quelli italiani che ci tocca molto da vicino. Pochi a notare che frattanto il dollaro si è apprezzato sull'euro, il che per noi italiani significa importzione di materia prime a costi maggiorati. Io quindi non ce l'ho con la Merkel, anzi sono con la Merkel. Ma sia chiaro non sono un economista.

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