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domenica 27 settembre 2015

commento al mio commento

Mi pare comunque che occorrerebbe una feroce ma schietta e alla fine benevola rilettura dei testi mummificati dai nocini. A dire il vero non mi sembra felice l'accostamento di Sciascia a Leopardi. E già qui di stile rondista neppure le tracce. Parlo delle cinque paginette PAESE CON FIGURE pubblicate postume e in dispregio della ritrosia sciasciana in IL FUOCO SUL MARE. Sono datate 1949. Sciascia aveva dunque 28 anni.  Il fratello era morto da un anno. Ora è maestro elementare a Racalmuto. Sciascia tacque sempre sulle cause del suicidio del fratello. Le sapeva e non le confessò neppure in punta di morte in quel meraviglioso scarno  luminoso "fuoco all'anima". Avrà ragione Cuccuruto a svelarmi  quel che mi ha svelato? Ambroise parte dalle Favole della Dittatura per dare data certa all'esordio letterario di Sciascia. Ci pare artificioso. Crede davvero che le favole siano una ripulsa del fascismo. Frottola. Abbiamo nel PAESE CON FIGURE la matrice delle PARROCCHIE. Trabocca di sincerità. Poi l'astuzia del letterato travolge quella sincerità e da maestro elementare diviene il più impenetrabile maestro di scrittura di questa seconda parte del secolo scorso che il Cielo gli concesse di vivere. Felice Cavallaro forse fu infelice a desumere dall’opera omnia di Sciascia la definizione di Paese della Ragione. Ma  tante attenuanti può accampare. Sciascia contraddittorio vi è tutto: odia ed ama il suo paese; vola verso la  ragionevolezza della follia, crede giustizia uno stato senza leggi. Materia e spunti da contrappuntare forse in studi disincantati alla Fondazione. Ma perdono persino il sussidio regionale. Povero Paese.

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