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mercoledì 30 settembre 2015

dicevo a Carmelo Rizzo

Virtus Racalmuto - Arciprete Casuccio
In un empito di affetto e simpatia, caro Carmelo, non riesco ad autocensurarmi un moto di ringraziamento e di gratitudine. Stavo pensando a come tu solo, alla fin fine, sia riuscito a capire quanta religiosità ci sia nella mia irruente irreligiosità e non ti adonti se magari immaginificamente vado oltre il seminato, non intendendo mai irridere alla religiosità sincera degli altri. Certo, madonne appariscenti, rosari miracolosi, visioni lacrimevoli, biascichio di formule insulse e consunte mi dànno ai nervi. Purtroppo a Racalmuto non mancano mancate monachelle che si eran messe in testa di convertirmi sciorinandomi addosso quelle che menti critiche credono demoniache ossessioni del mediconzolo Luca. Non nascondiamocelo: tu e io veniamo da una scuola sagace ed avveduta, sì: siamo figli dell'Azione Cattolica di Racalmuto, culturalmente parlando, di quell'azione cattolica forgiata dall'arcigno e moralmente inflessibile sacerdos che fu l'arciprete Casuccio. Più lo confronto con moderni cicisbei in tonaca e più l'apprezzo. Da quella scuola vennero anche scienziati della stazza di un Giovanni Liotta, magistrati sommi alla Nuccio Lo Re, apicali dirigenti alla Guido Picone sapendo pure che dimentico altri. E tanti, tantissimi virgulti di questa terra sagace, intelligente proba, civile che è la Racalmuto né letteraria né mafiosa,  forse eccelsi non sono stati ma probi, integerrimi, laboriosi cittadini, sì. Stai rinverdendo questa grande memoria. Noi racalmutesi veraci, te ne siamo grati.

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