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sabato 19 settembre 2015

intrusione nell'austero diario del regista Beppe Cino da Racalmuto


Per un senso di civile educazione me ne dovrei astenere ma la tentazione è forte e intervengo. I numeri hanno senso se concertati ed esplicitati. Dire che il nostro export ha avutio in un anno un balzo tale da scavalcare paesi più forti di noi econoimicamente può essere un inganno. Va precisata la base, quel cento insomma. Dopo un declino nella nostra bilancia commerciale la rastremazione della base può essere così forte da inficiare il conclamato incremento. Chi si contenta gode. Ma ovvio c'è subito Giovanni Marotta che non si contenta. -. Allora prendiamo i bollettini del Servizio Studi della Banca d'Italia e capiremmo da noi come veramente sono andate le cose. Altrimenti superficialità populista. Ho persoinalmente qualche convinzione? Certo, per nevecessità virtù. Ma dovrei dilungarmi- Mi pare di poter dire solo che le cose non vanno come vorrebbero farci credere gli ottimisti ma non sono così tragiche quali amano descriverle i pessimisti. Restiamo ancora la settima potenza del mondo. Non abbiamo più gli assilli delle barriere da opporre alla grande speculazione valutaria mondiale. Le nostre statistiche sono inficiate dal "lavoro nero" e dalle ipocrisie dei capitali accumulati ma estero vestiti. Un piccolo esempio. A Racalmuto stando ai dati dell'Istat il reddito medio pro-capite non supera i mille euro annuoi, ma una indagine statistica molto seria anche se non ufficiale mi dice che nel paese di Sciascia il reddito medio pro capite è di 13 mila e cinquecento euro. Chi ha ragione?

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