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mercoledì 28 ottobre 2015

Racalmuto Bizantina



La moneta nella Sicilia bizantina

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La moneta nella Sicilia bizantina


 
La monetanella Sicilia bizantina
di Giuseppe Guzzetta
*
1.
 La produzione
.Nel 498 l’imperatore d’Oriente Anastasio ridiede vita all’esausto sistemamonetale tardoromano introducendo tre nuovi nominali in rame, riconoscibi-li immediatamente non soltanto per le dimensioni di ciascuno, ma specialmen-te perché portavano nel R/ i rispettivi segni del valore scritti in lettere numera-li dell’alfabeto greco: il
 follis
(fig. 1) (del peso di 1/36 di libbra, cioè circa 9,10grammi, e del diametro di circa 24 mm) equivalente a 40 nummi e perciò se-gnato con
M
,il mezzo
 follis
(fig. 2) (di 1/72 di libbra, circa gr. 4,54, e circa 20mm di diametro) pari a 20 nummi (
K
)eil quarto di
 follis
odecanummio(1/144 di libbra, ca. gr. 2,27) del valore di 10 nummi (
I
), dunque tre multiplidel
nummus
,la moneta d’uso corrente che nel corso del V secolo si era semprepiù svilita fino a ridursi a pezzi di metallo di meno di un grammo e del diame-tro inferiore ai 10 mm coniati grossolamente e frequentemente irriconoscibili
1
.Pochi anni dopo, nel 512, con una seconda riforma, Anastasio raddoppiòil peso e ingrandì le dimensioni di questi nominali (fig. 3) e ad essi ne aggiun-se uno nuovo più piccolo, il pentanummio (1/144 di libbra, ca. gr.2,27, il pe-so che era stato del decanummio) (fig. 4), pari a 5 nummi, che in pochi annisarebbe divenuto il valore più basso di tutta la scala poiché i nummi, man ma-no più rari, furono emessi per l’ultima volta durante il regno di Giustiniano I(527-565)
2
.Queste monete si aggiungevano al
solidus
(fig. 5), detto in greco
nomisma
,
-
la moneta in oro del peso di 1/72 di libbra, ca. gr.4,54, introdot-ta da Costantino nel 309
3
edestinata a una vita di molti secoli, che ebbe finenegli ultimi decenni dell’XI -e alle sue frazioni, il
semissis
(fig. 6) (pari a mez-
169
*
Università degli Studi di Catania.
1
Cfr. Kent 1994, pp. 17-22 (per le leghe di rame, stagno e piombo delle varie emissioni), 71-72 (peso delle emissioni orientali sotto Arcadio degli anni 404-406, di circa gr. 0,85 e 0,82), 93-94 (peso del nummo sotto Teodosio II), 121 (peso del nummo delle zecche orientali sottoZenone, inferiore a gr. 1,00), pp. 172-174 (peso del nummo occidentale sotto Valentiniano III);Arslan 2003; Asolati 2005, pp. 56-63.
2
Sulle riforme monetarie di Anastasio, cfr. Metcalf 1969, pp. 87-90; Morrisson 1970, I, pp.15-16; Hahn 1973, p. 34; Grierson 1982, pp. 59-60; Hendy 1985, pp. 475-478;Morrisson 1986,pp. 19-21; Hahn 2000, pp. 13-15.
3
Sutherland 1967, pp. 100, 220-223.
 
170
Giuseppe Guzzetta
Fig. 1. Anastasio, Costantinopoli, 498-512, AE,
 follis
.Fig. 2. Anastasio, Costantinopoli, 498-512, AE, mezzo
 follis
(=20 nummi).Fig. 3. Anastasio, Costantinopoli, 512-518, AE,
 follis
.Fig. 4. Anastasio, Costantinopoli, 512-518, AE,
 pentanummium
.Fig. 5. Anastasio, Costantinopoli, 491-518, AU, solido.Fig. 6. Anastasio, Costantinopoli, 491-518, AU, semisse.Fig. 7. Anastasio, Costantinopoli, 491-518, AU, tremisse.Fig. 8. Eraclio, Catania, 625/6, AE,
decanummium
.Fig. 9. Eraclio, Siracusa, ca. 620, AE,
 follis
con contromarche di Eraclio della classe 1.
 
zo solido, ca. gr. 2,27)e il
tremissis
(fig. 7) (del valore di 1/3 di solido e del pe-so di ca. gr. 1,51)
4
esicambiavano con il solido, secondo un rapporto che an-cora non è stato riconosciuto concordemente, poiché dal 512 fino alla rifor-ma di Giustiniano del 538/39 per alcuni il solido avrebbe avuto il valore di360
 folles
,per altri di 288 e per altri ancora di 210
 5
.La riconquista giustinianea della Sicilia, attuata da Belisario in pochi mesi-dall’estate al dicembre del 535
6
-, e in seguito dell’Italia introdusse nei terri-tori italiani l’uso e la produzione della moneta bizantina fin dalle prime fasidella guerra gotica; Procopio ricorda infatti che Belisario il 31 dicembre 535,ultimo giorno del suo consolato, entrò a Siracusa tra le acclamazioni dei suoisoldati e dei Siciliani gettando a tutti monete d’oro
7
,epoi che un certo Euta-lio nel giugno 537, inviato da Bisanzio, raggiunse le truppe che combattevanoaRoma per “
 portare il denaro che l’imperatore doveva per la paga dei soldati
8
.Presa Roma nel dicembre del 536
9
,Belisario ne riattivò la zecca ben pre-sto, forse nell’anno 537, sicché questa coniò dapprima
 folles
epoi l’intera sca-la dei nominali in bronzo
10
,ma la sua produzione, consistente anche di solidietremissi
11
,fino alla conclusione della guerra nel 553 fu discontinua, poichéla città in quegli anni fu assediata ben cinque volte - la prima volta da Vitigedal febbraio 537 al marzo del 538 - e fu occupata dagli Ostrogoti, guidati daTotila, nell’inverno del 546/7 e poi dal gennaio 550 all’estate del 552
12
.
171
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
4
Le due frazioni ebbero un’esistenza meno lunga del solido, poiché furono coniate per l’ul-tima volta durante il regno di Basilio I (867-886), cfr. Morrisson 1970, II, pp. 541-546; Grierson1973, pp. 490-491, 503; Grierson 1982, p. 7.
 5
Cfr.Grierson 1982, pp. 15-16(1 solido = 288
 folles
); Hendy 1985, pp. 477-478 (1 solido=210
 folles
); Morrisson 1986, pp. 20-21 (1 solido=360 o 288
 folles
);
Ead.
1989, p. 248 (1 solido =288
 folles
);Harl 1996, pp. 193, 197, 436, nota 27 (1 solido = 420
 folles
dal 498 al 512; 1 solido=210
 folles
dal 512 al 538); Hahn 2000, pp. 11, 15 (1 solido= 360
 folles
).
6
Procop.,
 Bell. Goth.
,I, 5; Lavagnini 1948, pp. XXIX-XXX, 5-6; Burgarella 1983, pp. 134-137.
7
Procop.,
loc. cit.
;Lavagnini 1948, p. 6 ritiene che “
 fu fatta larga distribuzione di moneted’oro, per celebrareil fausto avvenimento”
.
8
Procop.,
 Bell. Goth.
,II, 2 (trad. di M. Craveri, Torino 1977).
9
Lavagnini 1948, pp. 42-45; Burgarella 1983, p. 137.
10
Bellinger 1966, pp. 174-179; Morrisson 1970, pp. 67, 111-114; Grierson 1982, pp. 70-71;Hahn 2000, pp. 69-70, 163-165.
11
Bellinger 1966, pp. 173-174, nn. 318-319 (solidi ascritti agli anni 538-546), n. 320 (solidiattribuiti al periodo della seconda occupazione di Roma da parte dell’esercito bizantino, tra laprimavera del 547 e l’estate del 549); Morrisson 1970, p. 111; Grierson 1982, p. 54; Hahn 2000,pp. 48-49, che fa notare la tuttora perdurante incertezza riguardo alla delimitazione dell’arcotemporale in cui collocare le emissioni auree di Roma, poiché esse potrebbero avere avuto ini-zio nel 537 e fine a causa della prima o della seconda riconquista della città da parte di Totila,avvenute nel 546 e nel 550, e poi rileva che le prime serie di solidi non dovrebbero essere data-te “
too close to 537”
,dato che, come ricorda Procopio (
 Bell 
.
Goth.
,II, 2), nel passo sopra richia-mato, l’esercito bizantino assediato in Roma da Vitige ricevette la paga da Costantinopoli.
12
Burgarella 1983, pp. 140-151.
 
La zecca di Ravenna, che insieme con quelle di Roma e
 Mediolanum
erastata in funzione sotto i Goti
13
,fu rimessa stabilmente in attività dai Bizantininel 552/3, come provano le serie di decanummi datati con l’indicazione del-l’anno XXVI e di quelli successivi del regno di Giustiniano fino a non moltotempo fa ad essa attribuite unanimemente
14
,econmonete oltre che in ra-me anche in oro e in argento
15
.Allorché l’invasione longobarda e in particolare la formazione del ducatodi Benevento a partire dal 570
16
ebbe interrotto la continuità territoriale del-l’Italia bizantina rendendo difficile l’arrivo in Sicilia delle monete battute aRoma e Ravenna, nel primo anno di regno dell’imperatore Maurizio Tiberio,il 582/3, fu aperta la zecca di Catania che cominciò a produrre decanummidatati con l’anno di regno, recanti il segno del valore in greco (I = 10) e pen-tanummi non datati, con segno di valore romano (V = 5), gli uni e gli altri conl’indicazione della zecca CAT
17
,per porre riparo alla penuria di piccoli nomi-nali. Nell’Isola furono inoltre battuti decanummi non datati, ma ritenuti po-steriori al 588 per motivi iconografici, che presentano nel rovescio la leggen-da SECILIA entro gli spazi di una grande X che ne indica il valore; dato chenon vi è impresso il contrassegno della zecca di Catania, essi sono giudicati leprime emissioni di quella di Siracusa
18
,molto attiva negli anni successivi. Lazecca di Catania continuò a coniare decanummi e pentanummi sotto Foca(602-610), del quale sono noti decanummi soltanto degli anni terzo (= 604/5)equarto
19
,esotto Eraclio fino al 19°anno del suo regno (= 628/9) sicuramen-te per continuare a far fronte alla scarsità di monete di piccolo taglio. Neglianni del lungo regno di Eraclio (610-641) la monetazione siciliana fu più va-ria, poiché da un lato continuavano le coniazioni catanesi di decanummi da-tati (a cominciare dall’anno terzo, 612/3, o sesto, 616/7) (fig. 8) e di penta-nummi
20
,dall’altro si contromarcavano intorno al 620, probabilmente nellazecca di Siracusa, i logori
 folles
costantinopolitani di Anastasio posteriori al
172
Giuseppe Guzzetta
13
Metlich 2004, pp. 25-31, 38-41, 48-50; Arslan 2005a, pp. 211-215.
14
Bellinger 1966, pp. 184-186, nn. 347-355; Morrisson 1970, pp. 67, 119, nn. 4/Rv/AE/02-07; Grierson 1982, p. 71. Recentemente Hahn 2000, pp. 69 e 165-166, nn. 229a-229b, ha asse-gnato la produzione di questi decanummi alla zecca di Roma.
15
Bellinger 1966, pp. 65, 179-186; Morrisson 1970, pp. 67, 115-119; Grierson 1982, pp. 54, 56, 58-59; Hahn 2000, pp. 49-50, 53-56, 119-120, 125-126.
16
Falkenhausen 1983, pp. 251-252.
17
Bellinger 1966, pp. 364-367; Morrisson 1970, pp. 179, 210; Hahn 1975, pp. 73, 125, nn.136B-138; Spahr 1976, pp. 6-7; Grierson 1982, p. 72.
18
Bellinger 1966, p. 367, n. 281 e nota a n. 281. 1 nella quale rileva che l’elmo piumato delbusto imperiale induce a datare il tipo a partire dal 588; Morrisson 1970, p. 210; Hahn 1975, p.73; Spahr 1976, p. 7; Grierson 1982, p. 72.
19
Grierson 1968, p. 200; Morrisson 1970, p. 241; Hahn 1975, pp. 83, 134, nn. 103-105;Spahr 1976, p. 8; Grierson 1982, p. 72.
20
Grierson 1968, pp. 235-236, 358-361; Morrisson 1970, pp. 302-303; Spahr 1976, pp. 11-12; Hahn 1981, pp. 117-118, 233, nn. 240-242; Grierson 1982, pp. 133-134.
 
 512, di Giustino I (518-527), di Giustino e Giustiniano (aprile-agosto del 527)ediGiustiniano (527-565) degli anni 527-538, e inoltre, sia pure in misura mi-nore,
 folles
diGiustiniano posteriori alla riforma del 538/9 (12°anno di re-gno), coniati oltre che a Costantinopoli anche a Nicomedia e Cizico; su tuttequeste monete erano apposte due contromarche circolari (fig. 9), ciascuna deldiametro di 11-16 mm, l’una con il busto di Eraclio di fronte, con barba cor-ta e corona sormontata da croce, affiancato dal suo monogramma, impressasul D/, l’altra con le lettere SCL
S
,poste sotto una linea orizzontale, che sonoun’abbreviazione del nome Sicilia, battuta nel R/, generalmente sopra il con-trassegno della zecca
21
.Quanto alla sede in cui sarebbe stata compiuta l’ope-razione si è anche supposto che i punzoni delle contromarche fossero statipreparati a Catania e poi distribuiti per essere adoperati nei vari luoghi del-l’Isola in cui si tenevano i mercati, sicché per tale motivo sarebbe stata impres-sa la sigla SCL
S
in luogo del contrassegno CAT
22
.Poco tempo dopo la chiusura della zecca di Catania, le cui ultime emissio-ni di decanummi sono dell’anno 19°del regno di Eraclio corrispondente al628/9, furono contromarcati anche i
 folles
contemporanei dello stesso Eracliodalla zecca di Siracusa: infatti su esemplari costantinopolitani degli anni 20°e21°(629/30 e 630/1) intorno al 631 furono apposte (fig. 10) una contromar-ca con i due busti di Eraclio con barba corta ed Eraclio Costantino imberbedi fronte nel R/ e una con le lettere SCL
S
nel D/
23
.Successivamente su
 folles
costantinopolitani coniati negli anni dal 20°al 26°(636/7) e talora su quelligià punzonati con le contromarche appena descritte, non di rado tosati, intor-no al 638, ne furono impresse (fig. 11) una con i busti di fronte di Eraclio, congrandi baffi e lunga barba, e di Eraclio Costantino, con barba corta, e una cro-cetta tra le teste, come al solito sul D/ e un’altra con le lettere SC
S
affiancatedalmonogramma dell’imperatore nel R/
24
;esse, a giudizio del Grierson, sa-rebbero state battute dalla stessa zecca di Costantinopoli su
 folles
da essa pro-dotti per rifornire la Sicilia
25
.Non può restare a questo punto inosservata la “potestà” ridotta delle zec-che siciliane rispetto a quella ampia della ravennate nel quasi mezzo secolo diattività (dal 582/3 al 628/9) della zecca di Catania, poiché né questa né quelladi Siracusa coniarono monete in metallo nobile e i nominali maggiori in bron-zo, il
 follis
eil mezzo
 follis
,che nello stesso arco di tempo erano invece emes-
173
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
21
Grierson 1968, 1, pp. 236-237 e 352-354, class 1;Morrisson 1970, pp. 259, 303-304, type 1;Spahr 1976, pp. 10, 12-14, nn. 41-45; Hahn 1981, pp. 118, 233, Km. 4; Grierson 1982, p. 134, I.
22
Grierson 1968, 1, p. 237; Grierson 1982, pp. 134-135.
23
Grierson 1968, 1, pp. 236, 355-356, class 2; Morrisson 1970, pp. 259, 305, type 2; Spahr1976, pp. 10, 15, n. 52; Grierson 1982, pp. 134-135, II.
24
Grierson 1968, 1, pp. 236, 356-357, class 3 (datata negli anni 632-641); Morrisson 1970,pp. 259, 305-306, type 3; Spahr 1976, pp. 10, 16, n. 54; Grierson 1982, p. 135, III (datata nel638).
25
Grierson 1968, pp. 45, 237-238; Grierson 1982, p. 135.
 
si, insieme con quelli in oro e in argento, a Ravenna
26
.Siracusa anzi, che ebbeuna produzione irregolare e saltuaria, sotto Eraclio non battè moneta ma si li-mitò a contromarcare i coevi
 folles
costantinopolitani, i quali testimonianoquindi che grandi quantità di monete provenienti dalla capitale raggiunsero laSicilia fino agli ultimi anni di Eraclio, in tempi difficili per l’impero che subivagravi offensive prima dai Persiani e poi dagli Arabi e la perdita definitiva di im-portanti territori ad opera dei Musulmani, i quali tra il 636 e il 638 conquista-rono la Siria e la Palestina e negli anni 638-640 occuparono la Mesopotamia.Unmutamento capitale ebbe inizio nel corso dell’anno 641 sotto i discen-denti e successori di Eraclio: la zecca di Siracusa, ormai l’unica della Sicilia,avviò un’attività regolare con una emissione di rari solidi ascritti al brevissimoregno di Eraclona (maggio-settembre del 641)
27
efin dai primi anni di gover-no di Costante II (settembre 641-15 luglio 668)
28
coniò in abbondanza mone-te in oro, solidi (fig. 12 ), semissi e tremissi (fig. 15), che avevano tipi, peso, ti-tolo e segno di zecca CONOB uguali a quelle di Costantinopoli, dalle quali sidistinguono per peculiarità stilistiche ed epigrafiche oltre che per il contornolineare
29
,einrame,
 folles
emezzi
 folles
einoltre scarsi e occasionali decanum-mi, battuti negli anni tra il 651/2 e il 663
30
.Itipi della ricca monetazione diCostante II (il cui nome di battesimo, Eraclio, fu sostituito al momento del-l’incoronazione dal nome Costantino che è l’unico presente nelle leggendemonetali) riflettono principalmente le tre fasi del regno, - dal 641 al 654 la pri-ma, in cui l’imperatore governò da solo (fig. 12); dal 654 al 659 la seconda, incui fu coreggente il figlio Costantino (IV) (fig. 13); dal 659 al 668 la terza, incui furono associati al trono anche i figli più giovani Eraclio e Tiberio (fig. 14)-enella prima di queste presentano l’imperatore dapprima imberbe, poi concorta barba e infine con grandi baffi e barba assai lunga, nella terza Costante
174
Giuseppe Guzzetta
26
Cfr. Bellinger 1966, pp. 293, 370-371 (
 folles
degli anni 583/4 e 586/7; mezzi
 folles
deglianni 583/4 e 586-602); Grierson 1968, 1, pp. 151, 204-206 (
 folles
emezzi
 folles
dell’anno 602/3edell’anno 608/9), pp. 243, 371-380 (
 folles
emezzi
 folles
di Eraclio); Morrisson 1970, pp. 212-213, 243-244, 311-315.
27
Grierson 1968, 1, p. 399; Morrisson 1970, p. 324; Grierson 1982, pp. 130-131.
28
Sulla datazione dell’uccisione di Costante II (15 luglio o 15 settembre) vd. Grierson 1968,p. 402; Corsi 1983, pp. 196-198.
29
Grierson 1968, 2, p. 414; Morrisson 1970, p. 333; Spahr 1976, p. 18; Hahn 1981, pp. 128-129; Grierson 1982, pp. 129-130, 131.
30
Grierson 1968, 2, pp. 415, 500, n. 185 (decanummi attribuiti al decimo anno di regno,650/1); Morrisson 1970, p. 366 (dell’anno 650/1); Spahr 1976, p. 24, nn. 121-122 (degli anni 10°e14°di regno = 655/6); Grierson 1982, p. 136, sulla base dell’osservazione che la datazione siriferisce all’anno dell’indizione modifica la cronologia precedentemente da lui proposta e asse-gna i decanummi con l’indicazione degli anni I,
D
,Zrispettivamente al 651/2, al 660/1 e al 663,ma a tal riguardo mi pare che il riferimento all’anno dell’indizione doveva essere insolito a giu-dicare dal
 follis
in cui esso è esplicitamente indicato con la leggenda IN
D
IA, cioè indizioneundicesima, corrispondente all’anno 652/3 (cfr. Grierson 1968, pp. 495- 496, class 4; Morrisson1970, p. 364, type 4; Spahr 1976, p. 24, n. 118; Grierson, p. 136, n. 4).
 
175
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
Fig. 10. Eraclio, Siracusa, ca. 631,
 follis
dell’anno 21°di regno con contromarche della classe 2.Fig. 11. Eraclio, Siracusa, ca. 638,
 follis
con contromarche della classe 3.Fig. 12. Costante II, Siracusa, 641-647, AU, solido.Fig. 13. Costante II, Siracusa, 654-659, AU, solido.Fig. 14. Costante II, Siracusa, 661-668, AU, solido.Fig. 15. Costante II, Siracusa, 641-668, AU, tremisse.Fig. 16. Costante II, Siracusa? Costantinopoli?, 643/4, AE,
 follis
.Fig. 17. Costante II, Costantinopoli, 643/4, AE,
 follis
.
 
dapprima coronato e poi elmato sui solidi, sicché di essi sono state individua-te sei classi
31
,alle quali se ne affiancano altrettante di
 folles
,icui tipi sono so-stanziamente simili e lievemente differenti nelle ultime due classi
32
.I
 folles
della prima emissione si legano alle ultime contromarche del regnodi Eraclio poiché le lettere SC
S
sono ora parte del tipo del loro R/; essi infat-ti presentano (fig. 16) nel D/ busto frontale dell’imperatore imberbe, diade-mato, con globo crucigero nella destra, leggenda IhP
 e
RCohST; nel R/ nu-merale M in corsivo, ai cui lati la scritta A/N/A – N/
 e
/O/S, in basso grandilettere SC
S
,come contrassegno di zecca, affiancate a sinistra da segni alfabe-tici - da alfa ad epsilon - indicanti l’officina, o da crocetta. L’attribuzione aEraclona fatta in passato
33
èstata corretta dopo che si è avuta notizia di esem-plari di questa emissione riconiati su
 folles
costantinopolitani di Costante IIdegli anni 641-643, sicché appare sicura l’assegnazione a quest’ultimo
34
;quanto alla datazione e alla zecca - a causa delle somiglianze tipologiche e sti-listiche con
 folles
costantinopolitani di Costante II con la data dell’anno 3°diregno
35
(fig. 17) e delle lettere indicanti l’officina, che non sono mai presentisulle serie siciliane, - il Grierson ha supposto che essi sarebbero stati prodot-ti proprio nel terzo anno di regno, 643/4, dalla zecca di Costantinopoli e in-viati in Sicilia
36
.Iprimi
 folles
con caratteristiche stilistiche attribuibili a produzione sicilia-na, anche se privi del segno della zecca, furono coniati negli anni tra il 644 eil 651, e presentano nel D/ il busto dell’imperatore dapprima imberbe (644-648) e poi con corta barba, inizialmente in forma di una fila di globetti (648-651); nel R/ numerale M e in alto il monogramma imperiale. Dal 651 nel R/sotto la grande M indicante il valore fu posto il contrassegno SCL (fig. 18), na-turalmente indicante la Sicilia, che rimase in uso fino al regno di Leone III, ein particolare fino ai
 folles
battuti negli anni tra il 721 e il 730 circa
37
.Abbondanti emissioni di monete di rame (figg. 18, 19, 20, 21, 22) dal 644siaggiunsero a quelle degli aurei e alimentarono una circolazione monetariaben diffusa, a giudicare dalla grande quantità di esemplari rinvenuti fortuita-mente o nel corso di regolari indagini archeologiche
38
.Durante il regno di Co-
176
Giuseppe Guzzetta
31
Grierson 1968, 2, pp. 485-490; Morrisson 1970, pp. 360-362; Grierson 1982, p. 131.
32
Grierson 1968, 2, pp. 494-498; Morrisson 1970, pp. 363-365; Spahr 1976, pp. 19-28;Grierson 1982, pp. 135-136.
33
Grierson 1968, 2, p. 399; Morrisson 1970, p. 325, n. 12/Sy/AE/01-03, ma a p. 320, n. 4l’A. avverte della necessità di spostarne l’attribuzione da Eraclona a Costante II.
34
Spahr 1976, pp. 22-23, nn. 109-113; Grierson 1982, p. 135.
35
Questi presentano nel D/ busto di fronte; nel R/ grande M; sotto, lettera dell’officina;sopra, croce; a s. ANA discendente; nell’esergo NEOY;ad. II/I, cfr.Grierson 1982, p. 111 clas-se 2 bis e tav. 21, n. 369.
36
Grierson 1982, p. 135.
37
Cfr. Grierson 1973, p. 268; Spahr 1976, p. 60, n. 318.
38
Cfr.Guzzetta 1986a (a p. 126, quadro sinottico dei rinvenimenti);
 Id.
1999;
 Id.
2002, pp.713-744;
 Id.
2005;
 Id.
2007.
 
stante II la produzione monetaria siracusana sia in oro sia in rame superò, enon di poco, quella complessiva delle zecche della penisola, Ravenna, Roma eNapoli
39
,epare logico presumere che negli anni (663-668) della permanenzadella corte imperiale a Siracusa
40
essa sia stata aumentata per assicurare la re-golare retribuzione dei militari e dei funzionari della corte oltre che dell’am-ministrazione statale stanziata nell’Isola, ma al Grierson è sembrato che essainvece abbia subito una diminuzione
41
.Dopo l’assassinio di Costante II le truppe proclamarono imperatore il no-bile armeno Mezezio,
 patrikios
e
komes
dell’Opsikion, o probabilmente stra-tego degli Anatolici, la cui rivolta fu repressa all’inizio del 669 dalle truppe ita-liane guidate dall’esarca di Ravenna, che lo fece giustiziare insieme con parec-chi dei piú eminenti cospiratori
42
.Documento di grandissimo valore sono irarissimi solidi del ribelle, identificati soltanto nel 1978 grazie a un esemplarecon legenda chiara, posto in vendita all’asta e acquistato dal Museo di Mona-co
43
,al quale di recente se ne è aggiunto un altro (fig. 23) in eccellente con-servazione, passato per il mercato antiquario internazionale, in cui si leggeperfettamente il suo nome
44
,come anche in un
semissis
,finora unico, dellaDumbarton Oaks Collection
45
.Essi, come è stato osservato, costituiscono uncaso raro di produzione monetale ascrivibile a un usurpatore senza successoedimostrano che Mezezio conservò il suo nome armeno invece di adottarneun altro più vicino all’onomastica greca, come mezzo secolo dopo avrebbe fat-to il suo connazionale Bardane che si denominò Filippico (711-713)
46
.Sotto Costantino IV (668-685), il figlio e successore di Costante II, la sca-la di nominali in bronzo creata da Anastasio si ridusse a due soli, il
 follis
(fig.24) e il mezzo
 follis
47
esubito dopo, durante il primo regno (685-695) di Giu-stiniano II la zecca di Siracusa emise per l’ultima volta le monete da 20 num-
177
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
39
Morrisson 1970, pp. 333-334 “
 Syracuse est alors sans conteste l’atelier byzantin le plusimportant d’Italie”
;Grierson 1982, p. 130 “
both in gold and copper the output of Syracuse far exceeded that of all the mainland mints of Italy put together”
.
40
Cracco Ruggini 1980,pp. 34-38; Corsi 1983, pp. 167 ss.
41
Grierson 1968, 2, p. 414 “
the coinage was struck in great quantity, especially during the first two decades of the reign. In the last few years it seems to have been less plentiful, though one would expect the reverse to have been the case, since Constans took up his residence at Syracuse in the latesummer of 663 and remained there until his death in 668”
.
42
Ostrogorsky 1968, pp. 108, 133 n. 86; Burgarella 1983, pp. 184-185; Corsi 1983, pp. 204-206; Hollingsworth 1991.
43
Numismatik Lanz
,Auktion 14 del 14 marzo 1978, lot. 497; cfr. Grierson 1986, p. 231, n. 2.
44
Cfr.
Gemini, LLC 
,Auction II, 11 gennaio 2006, n. 531, reperibile anche nel sito www. coi-narchives.com.
45
Grierson 1986.
46
Grierson 1982, p. 139; Grierson 1986, che respinge a buon diritto i dubbi sull’autentici-tà del solido venduto nel 1978 espressi da Hahn 1980.
47
Grierson 1968, 2, pp. 554-558; Morrisson 1970, pp. 389-391; Spahr 1976, p. 32, nn. 172-174, p. 34, nn. 183-187; Hahn 1981, pp. 161-162, 260, nn. 104-112; Grierson 1982, p. 136.
 
mi
48
precedendodi circa un secolo quella di Costantinopoli che coniò gli ulti-mi mezzi
 folles
al tempo (778-780) di Leone IV
49
.Apartire dai pochi anni diLeonzio (695-698) quindi la zecca siciliana continuò ad emettere soltanto il
 fol-lis
(fig. 25), ma questo, dopo il breve regno di Tiberio III (698-705) (fig. 26) -nel cui ultimo anno Siracusa fu colpita dall’incursione dell’esercito musulmanodi Musà-fé che la saccheggiò portandone via un ricco bottino
 50
eprovocandouna prolungata riduzione dell’attività della zecca -, nel corso dell’VIII secolo su-un calo ponderale e un notevole impoverimento tecnico, iconografico e for-male. Le emissioni di moneta di rame furono occasionali e irregolari, al puntoche alla fine del secolo, per poco più di un ventennio coincidente con i regni diCostantino VI (780-797) e di Irene (797-802) non furono coniati
 folles
 51
.La svalutazione non risparmiava neppure la moneta aurea siracusana il cuititolo, che al tempo di Costante II era stato superiore al 95%, fu abbassatosotto Leonzio a una percentuale compresa tra l’84,5 e l’87,5%, pari a carati21 1/2 - 22, e continuò ad essere diminuito sotto gli imperatori Tiberio III, Fi-lippico (711-713) e all’inizio del regno di Leone III (717-741), allorché sem-bra essere disceso al 60%, ma subito dopo, già dai solidi battuti tra il 720 e il735 ca., fu aumentato a circa l’80% e rimase tale per circa un secolo
 52
.Il pe-
178
Giuseppe Guzzetta
Fig. 18. Costante II, Siracusa, c. 651-652, AE,
 follis
.Fig. 19. Costante II, Siracusa, 654-659, AE,
 follis
.Fig. 20. Costante II, Siracusa, 659-668, AE,
 follis
.
48
Cfr. Grierson 1968, 2, p. 602, (65); Morrisson 1970, p. 413; Spahr 1976, p. 39, n. 227;Grierson 1982, pp. 137-138.
49
Cfr. Morrisson 1970, p. 487; Grierson 1973, 1, p. 333; Grierson 1982, p. 164.
 50
Amari 1933, pp. 293 e ss.; Holm 1901, p. 594.
 51
Grierson 1973, 1, pp. 339, 350-351; Spahr 1976, p. 68; Grierson 1982, pp. 166-167 e 168.
 52
Oddy 1988, pp. 138-140, i cui dati sono lievemente differenti rispetto a quelli diMorrisson-Barrandon-Poirier 1983, pp. 276, 284-285 (84-80% il titolo sotto Leonzio, 75-71%sotto Tiberio III, circa 67% sotto Filippico, circa 84% sotto Leone III).
 
179
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
Fig. 21. Costante II, Siracusa, 648/9, AE, mezzo
 follis
(=20 nummi).Fig. 22. Costante II, Siracusa, 664/5, AE, mezzo
 follis
.Fig. 23. Mezezio, Siracusa, 668-669, AU, solido.Fig. 24. Costantino IV, Siracusa, 674-681, AE,
 follis
.Fig. 25. Leonzio, Siracusa, 695-698, AE,
 follis
.Fig. 26. Tiberio III, Siracusa, 698-705, AE,
 follis
.Fig. 27. Costantino V, Siracusa, 751-775, AU, solido.Fig. 28. Teofilo, Siracusa, 831-842, AU, solido.Fig. 29. Michele III, Siracusa, 842-866, AU, semisse.Tutte le monete sono riprodotte in scala 1:1; le illustrazioni sono tratte dal sito www.coinarchi-ves.com e si riferiscono a esemplari passati per il commercio antiquario. Si ringrazia la dott.ssaV. Lo Monaco per la composizione elettronica delle tavole.
 
so del solido - che all’epoca di Costante II e Costantino IV era stato di gr. 4,45-4,30 e sotto Giustiniano II di gr. 4,22-4,05 - sotto Leone III calò a circa gr.3,90
 53
.Da Costantino V (741-775) (fig. 27) in avanti lo scadimento riguardòanche gli aspetti tecnici e formali essendo i conii incisi con poca cura, le leg-gende frammentarie, le immagini degli imperatori stereotipate e stilizzate; alculmine della crisi la zecca siracusana nei quasi due decenni del regno di Co-stantino VI e di sua madre Irene non emise moneta aurea, e sotto il governodi Irene battè solamente pochissimi solidi
 54
.Sotto Niceforo I (802-811) ricominciarono le emissioni tanto delle mone-te d’oro - con pesi ancora più bassi, essendo quello del solido intorno a gr.3,80
 55
-quanto di quelle di rame, ma la vera ripresa avvenne sotto Leone V(813-820), allorché Siracusa coniò monete auree ben curate nell’aspetto e dipeso lievemente aumentato (solidi di gr. 3,85-3,90, semissi di gr. 1,85-2,06 etremissi di gr. 1,16-1,29) e abbondanti serie di
 folles
 56
,eproseguì sotto Teofi-lo (829-842), durante il cui regno la zecca siciliana produsse serie in oro - so-lidi di ca. gr. 3,86, semissi di ca. gr. 1,74 e tremissi di ca. gr. 1,14 - e in ramericche di tipi diversi e assai abbondanti
 57
.La crisi tuttavia tornò a colpire ne-gli ultimi anni di Teofilo, ai quali si ascrivono semissi in lega di oro e rame conbasso contenuto di fino
 58
(fig. 28), emessi mentre già procedeva l’invasionemusulmana dell’Isola, e si aggravò subito dopo, durante il regno di MicheleIII (842-867), poiché la zecca di Siracusa emise semissi
 59
(fig. 29) e rarissimitremissi
60
di bassa lega, con un titolo aureo del 40%
61
o, secondo altri, com-preso tra il 20 e il 30%
62
,e
 folles
di diametro e peso fortemente irregolari
63
,ben lontani ponderalmente e tipologicamente da quelli costantinopolitani. Es-sa ebbe l’ultimo sussulto di attività nel primo decennio del regno di Basilio I(867-886), al quale risalgono soltanto semissi di bassissima lega
64
,spesso de-
180
Giuseppe Guzzetta
 53
Morrisson 1970, p. 401 (afferma che il peso dei solidi di Giustiniano II e dei suoi succes-sori è di g. 4,00-4,10); Grierson 1973, 1, pp. 25-26; Spahr 1976, p. 56.
 54
Morrisson 1970, p. 495; Grierson 1973, 1, pp. 350-351; Spahr 1976, p. 68.
 55
Grierson 1973, 1, p. 26; Spahr 1976, p. 70.
 56
Grierson 1973, 1, p. 26 (per il peso del solido); Spahr 1976, pp. 76-78.
 57
Morrisson 1970, pp. 516, 528-531; Grierson 1973, 1, pp. 417-421, 440-449; Spahr 1976,pp. 84-90; Grierson 1982, pp. 186-187.
 58
Grierson 1973, 1, p. 420, class III (c), p. 445, n. 26c. 2-3; Spahr 1976, p. 90, nn. 429-430;Oddy 1988, p. 140.
 59
Grierson 1973, 1, pp. 459, 467-468; Spahr 1976, p. 93.
60
Noti finora per un solo esemplare di gr.0,91, venduto dalla
Classical Numismatic Group
nella Auction dell’8. 1. 2008, che presenta nel D/ MI – XAH
L
Busto di fronte con
stemma
e
loros
regge croce potenziata con la d.; R/ MI – XAH
L
Busto di fronte con
stemma
eclamideregge globo crucigero con la d.; ora visibile nel sito web www.coinarchives.com.
61
Morrisson-Barrandon-Poirier 1983, pp. 276, 286.
62
Oddy 1988, p. 140.
63
Grierson 1973, 1, pp. 459, 468-469, nn. 12-13; Spahr 1976, p. 93, nn. 438-439.
64
Morrisson-Barrandon-Poirier 1983, pp. 276, 286, lega ternaria di rame (48%), argento(24,7 %) e oro (27,3 %).
 
finiti “di rame dorato”, e rarissimi tremissi di puro rame
65
;nell’878 la conqui-sta di Siracusa da parte degli Arabi pose termine non soltanto alle emissionimonetarie ma alla storia della Sicilia quale provincia dell’impero bizantino.2.
 La circolazione
.La circolazione delle monete bizantine in Sicilia, le cui testimonianze vadoraccogliendo da alcuni decenni e non posso presentare qui analiticamente, hainizio con i primi afflussi di moneta dall’Oriente al seguito delle truppe di Be-lisario e Narsete durante il corso della guerra gotica. Insieme con le moneted’oro costantinopolitane - di cui è data testimonianza dal tesoretto rinvenutonel 1949 a Castellana Sicula, composto da 12 solidi battuti nella capitale del-l’impero sotto gli imperatori da Teodosio II a Giustiniano
66
-arrivavano nel-l’Isola, come anche nelle regioni meridionali dell’Italia, in quantità considere-vole quelle di rame coniate a Costantinopoli ed anche, sia pure in misura assaipiù limitata, in altre città orientali (Tessalonica, Nicomedia, Cizico, Antiochia).In breve tempo vennero ad aggiungersi le monete in bronzo della zecca roma-na e ancor più quelle della ravennate, le cui emissioni, come si è visto, avevanoavuto inizio nel 552/3. Tornavano dunque a giungere in Sicilia le monete di Ra-venna, nella quale nel secolo precedente, si era cominciato a battere moneta nel402/3 dopo che il
comitatus
di Onorio vi si era trasferito da Milano
67
;gli aureiravennati erano affluiti nell’Isola in grande quantità e ne avevano sostanziosa-mente alimentato la circolazione e la tesaurizzazione, come si può desumeredal considerevole tesoro degli anni immediatamente successivi alla metà del Vsecolo rinvenuto a Comiso nel 1936, nella cui composizione sono largamentepredominanti quelli di Ravenna. Tra i 423 solidi che furono assicurati al Mu-seo di Siracusa, rappresentanti tutti i tipi e le zecche delle monete del comples-so, originariamente consistente di circa 1100 solidi, sono infatti ben 337 quellidella zecca ravennate, quasi l’80 per cento della parte recuperata
68
.Dalla fine del VI secolo i
decanummia
e
 pentanummia
di Catania e i
deca-nummia
di Siracusa cominciarono a subentrare a quelli emessi a Roma e Ra-venna, ma sembra che fino al terzo decennio del VII secolo la quantità di pic-coli nominali in circolazione non dovette essere elevata; durante il regno diEraclio invece dovettero circolare ampiamente i
 folles
contromarcati - siaquelli della prima metà del VI secolo sia quelli contemporanei coniati a Co-stantinopoli - sicché essi, dopo che negli anni della guerra contro i Persiani fu-rono chiuse alcune zecche orientali (Antiochia, Tessalonica, Nicomedia e Ci-
181
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
65
Grierson 1973, 2, p. 503; Spahr 1976, p. 95.
66
Tusa 1966.
67
Cfr.Hendy 1972, pp. 123 e s.; Kent 1994, pp. 33-34; Arslan 2005, p. 191.
68
Panvini Rosati 1953;
 Id.
1985, pp. 7-14; Guzzetta 1995, pp. 20-21.
 
zico)
69
,dalle quali in passato erano pervenuti apporti alla valuta presente inSicilia, alimentarono la circolazione in modo preponderante.Lamancanza di coniazioni in argento siciliane e di rinvenimenti di mone-te argentee - sia di quelle prodotte a Ravenna in abbondanza sotto Giustinia-no I e in quantità calanti fino a Foca (602-610), sia delle altre successive rela-tive alle serie dell’
hexagramma
,coniate in Oriente essenzialmente tra il 615 eil 680 circa e per l’ultima volta sotto Tiberio III (698-705)
70
-dimostra il so-stanziale bimetallismo della circolazione monetaria in Sicilia (e nelle regionimeridionali dell’Italia
71
), e l’estraneità ad essa dei nominali argentei, alla cuicarenza sopperivano le abbondanti produzioni delle frazioni del solido.Ampia dovette essere nel VII secolo la diffusione della moneta in oro, co-me lascia presumere la straordinaria quantità di tesori di aurei in prevalenzadell’epoca di Costante II e del figlio Costantino IV, talvolta composti anche digioielli, rinvenuti a Racalmuto nel 1939
72
,Milazzo nel 1937
73
,aSiracusa nel1872
74
,nel 1909
75
,nel 1941
76
enel 1964
77
,aPantalica nel 1903
78
,aScicli nel
182
Giuseppe Guzzetta
69
Grierson 1968, 1, pp. 219-220; Morrisson 1970, pp. 258-259; Grierson 1982, pp. 84-86.Ultime emissioni di Antiochia nel 610 sotto Foca, di Cizico nel 614/5 e poi negli anni 625/6-628/9, di Nicomedia nel 617/8 e negli anni 625/6 e 626/7, di Tessalonica nel 629/630.
70
Grierson 1968, pp. 17-18, 270-274 nn. 61-68 (Costantinopoli), 437-442 nn. 48-58(Costantinopoli), 465 n. 101 (Thessalonica?), 507 n. 203 (Ravenna,
hexagramma
cerimoniale), 534-536 nn. 21-27, 583 nn. 16-17, 628 n. 6; Morrisson 1970, pp. 257, 329, 400, 406, 423;Yannopoulos 1978, pp. 2-5 (sulla cronologia della prima emissione) e
 passim
;
 Id.
1982, pp. 117 e120-121; Hahn 1981, pp. 17-18, 98-99, 133-134, 155, 189; Grierson 1982, pp. 103-105. Per l’ana-lisi della distribuzione geografica dei rinvenimenti vd. Curta 1996, pp. 109-115 e
 Id.
2005, p. 118.
71
Guzzetta 1986b, p. 273;
 Id.
1989;
 Id.
2001, p. 571.
72
Composto da 203 monete (in particolare un tremisse di Zenone, un solido di Tiberio II,2solidi, 2 semissi e 12 tremissi di Maurizio Tiberio, 23 solidi e 2 tremissi di Foca, 116 solidi, 14semissi e 29 tremissi di Eraclio, infine un semisse di Costante II) che sarebbero state occultateall’inizio del regno di Costante II; cfr.Griffo 1946, p. 17; Kent 1994, p. CVIII; Guzzetta 1995,p. 23; Arslan 2005b, p. 127, n. 7060.
73
Rinvenuto accidentalmente, entro un vaso fittile, nell’ambito del centro moderno diMilazzo, consisteva di poco più delle 74 monete recuperate per il Museo di Siracusa, le quali inseguito al mio esame risultano tutte di Costante II coniate a Costantinopoli (9 solidi degli anni641-646, 7 del 650/1, 8 degli anni 651-654, 15 degli anni 654-659, uno del biennio 659-661, 17degli anni 661-663, 4 semissi e 12 tremissi battuti tra il 641 e il 668), cfr. Guzzetta in c. s. che cor-regge quanto scritto, in seguito alla prima segnalazione di Griffo 1946, pp. 15-16, da Guzzetta1995, p. 12; Morrisson 1998, p. 309; Guzzetta 2002, p. 714; Arslan 2005b, p. 123, n. 6840.
74
Consistente di “
 più libbre di monete d’oro”
egioielli, dei quali poterono essere salvati sol-tanto alcuni solidi e tremissi di Costante II e il celebre anello lavorato a niello attribuito adEudocia, cfr. Guzzetta 1995, p. 11;
 Id.
2002, pp. 720-722. Scheda dell’anello, in Baldini Lippolis1999, p. 213, n. 10.
75
Un solido e un tremisse di Costante II rinvenuti nel predio Tarantello in contrada Fusco,cfr.Guzzetta 2002, p. 722.
76
Fu rinvenuto in via Savoia durante i lavori per la costruzione di un cinematografo e sarebbeconsistito di “
una ingente quantità di aurei bizantini, di collane, di vasi sacri. Gli aurei furono manda-ti al crogiuolo, mentrevasi, collane, perle furono venduti ad antiquari”
,Agnello 1952, p. 28, nota 2.
 
1908
79
,che da un lato rispecchiano l’abbondanza della massa monetaria in cir-colazione - derivante sia dall’accresciuto volume di emissione della zecca sira-cusana negli anni di Costante II sia dall’afflusso di valuta pregiata da Costanti-nopoli - e dall’altro possono connettersi rispettivamente con i disordini succes-sivi all’assassinio dell’imperatore, con lo scompiglio provocato dalla prima in-cursione araba in Sicilia nel 669/70 e il saccheggio della stessa Siracusa
80
ein-fine o con l’altro saccheggio musulmano di Siracusa del 705 o con la rivolta del-lo stratego di Sicilia, Sergio, nel 718
81
.Anche i rinvenimenti di monete di rame di Costante II, che tra quelli rela-tivi al VII secolo sono finora i più numerosi
82
,devono essere in rapporto conil notevole incremento della produzione siracusana sotto il suo regno. Perconverso la successiva diminuzione dei ritrovamenti monetali relativi a Co-stantino IV (668-685) e al primo regno di Giustiniano II (685-695) riflette lariduzione delle coniazioni siracusane in questo quarto di secolo.Le testimonianze pertinenti ai decenni iniziali dell’VIII secolo sono di nu-mero alquanto ridotto, sebbene le spinte inflazionistiche dovessero essere nonlievi - come lascia presumere la fine della produzione dei mezzi
 folles
sopra ri-cordata - e l’uso della moneta non fosse ancora variato. Bisogna tuttavia con-siderare che scarse furono le coniazioni durante regni di breve durata comequelli di Filippico (711-713)
83
,Anastasio II (713-715)
84
,Teodosio III (715-717)
85
esi può inoltre supporre che in quegli anni sia subentrata una fase direcessione economica. Molto pochi sono gli esemplari di Leone III finora re-cuperati, benché appaiano essere state abbondanti le emissioni a suo nome.
183
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
77
Rinvenuto occasionalmente dagli operai di un cantiere edile all’inizio di Corso Gelonesarebbe stato composto da circa 700 solidi di cui ne furono recuperati per il Museo di Siracusa119; 103 di questi sono di Costante II (in particolare 100 battuti a Costantinopoli tra il 661 e il663 e 3 a Siracusa tra il 661 e il 668), 16 sono di Costantino IV (4 coniati a Costantinopoli nel668, 10 a Siracusa tra il 668 e il 673, due a Cartagine negli anni 681-685), cfr. Guzzetta in c. s.che corregge le precedenti attribuzioni di Currò Pisanò 1962-64, pp. 262-263; Guzzetta 1995,pp. 11-12;
 Id.
2002, p. 722.
78
Contenuto in “
un vaso di bronzo”
era composto di circa un migliaio di monete d’oro e di
almeno 14 pezzi di gioiellerie”
,di cui P.Orsi potè esaminare 9 solidi di Costante II e diCostantino IV, cfr. Orsi 1904;
 Id.
1910; Guzzetta 1995, pp. 12-14.
79
Noto all’Orsi soltanto per i due tremissi di Costante II ch’egli poté acquistare per il Museodi Siracusa nel marzo 1909, cfr.Guzzetta 2002, p. 730; Arslan 2005b, p. 128, n. 7160.
80
Amari 1933, pp. 216 e ss.; Holm 1901, p. 591; Pace 1949, p. 118; Stratos 1976, che stabi-lisce nel 669/70 la datazione della prima incursione araba.
81
Sono le due occasioni in cui, come già da tempo ho proposto, potrebbe essere stato occul-tato il tesoro di Pantalica, cfr. Guzzetta 1995, pp. 13-14.
82
Tanto nella Sicilia orientale quanto nel territorio calabrese di Reggio e Locri, cfr.Guzzetta2002 e
 Id.
1986b, pp. 256 ss., quadro sinottico a pp. 268-269, e pp. 273-274.
83
Sul quale vd. Ostrogorsky 1968, pp. 123, 141-142; Grierson 1968, p. 664; Hollingsworth-Cappel 1991.
84
Cfr.Ostrogorsky 1968, pp. 142-143; Grierson 1968, p. 673; Hollingsworth 1991a.
85
Cfr. Ostrogorsky 1968, pp. 143-144; Grierson 1968, p. 684; Hollingsworth 1991b.
 
Se in generale piuttosto debole dovette essere la circolazione monetaria pertutto l’VIII secolo, il momento di crisi acuta si pone negli anni tra Leone IVeMichele I, dal 775 all’811, segnati da una lacuna di testimonianze che è piùampia del ventennio di interruzione delle coniazioni del rame (780-802) di cuisi è già fatto cenno. Un segno finora eccezionale di un perdurante rapportoanche monetario con la capitale dell’impero è dato dal tesoro di solidi rinve-nuto nel 1950 presso Capo Schisò
86
;ne furono recuperati 180 coniati a Co-stantinopoli sotto gli imperatori Leone III (717-741), Costantino V (741-775),Artavasde (742-743), Leone IV (775-780) e Costantino VI (780-797), e di que-st’ultimo è l’esemplare più tardo, un solido degli anni 790-792.Una nuova e crescente apparizione delle testimonianze si può rilevare peril periodo che ha inizio con Leone V (813-820) e prosegue con Michele II(820-829) e Teofilo (829-842), ma ad essa succede una drastica riduzione peril regno di Michele III (842-867), al quale risalgono le ultime e scarse emissio-ni di Siracusa, mentre i Musulmani procedevano alla conquista della Sicilia.Una stretta connessione quindi si osserva tra gli addensamenti e le lacunedelle testimonianze della circolazione monetaria e le differenti fasi di attivitàdella zecca di Siracusa, la quale non soltanto precorse quella di Costantinopo-li in alcune manovre monetarie, come si è rilevato in precedenza, ma anche sene distaccò procedendo nel IX secolo lungo un percorso differente.La Sicilia bizantina fu permeata dall’uso della moneta non meno di altreregioni dell’impero, ma anch’essa, come i territori orientali, sebbene in misu-ra inferiore, pare colpita da un indebolimento della vita cittadina e da un pro-cesso di ruralizzazione, da un rallentamento del commercio e della circolazio-ne monetaria tra la fine del VII e gli inizi del IX secolo
87
;quando una nuovalinfa cominciò a scorrere nel suo corpo sociale e un nuovo assetto prese a co-stituirsi, il
thema
di Sicilia dovette soccombere alle forze dell’Islam.
184
Giuseppe Guzzetta
86
Agnello 1953; Guzzetta 1986a, p. 130;
 Id.
2002, p. 716; Arslan 2005, p. 124, n. 6910 (condati erronei).
87
Guzzetta 2002, pp. 742-744; per i territori orientali dell’impero vd. ora Metcalf 2001 e,con differente valutazione, Curta 2005.
 
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La moneta nella Sicilia bizantina


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