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mercoledì 28 ottobre 2015

si, insieme con quelli in oro e in argento, a Ravenna
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.Siracusa anzi, che ebbeuna produzione irregolare e saltuaria, sotto Eraclio non battè moneta ma si li-mitò a contromarcare i coevi
 folles
costantinopolitani, i quali testimonianoquindi che grandi quantità di monete provenienti dalla capitale raggiunsero laSicilia fino agli ultimi anni di Eraclio, in tempi difficili per l’impero che subivagravi offensive prima dai Persiani e poi dagli Arabi e la perdita definitiva di im-portanti territori ad opera dei Musulmani, i quali tra il 636 e il 638 conquista-rono la Siria e la Palestina e negli anni 638-640 occuparono la Mesopotamia.Unmutamento capitale ebbe inizio nel corso dell’anno 641 sotto i discen-denti e successori di Eraclio: la zecca di Siracusa, ormai l’unica della Sicilia,avviò un’attività regolare con una emissione di rari solidi ascritti al brevissimoregno di Eraclona (maggio-settembre del 641)
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efin dai primi anni di gover-no di Costante II (settembre 641-15 luglio 668)
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coniò in abbondanza mone-te in oro, solidi (fig. 12 ), semissi e tremissi (fig. 15), che avevano tipi, peso, ti-tolo e segno di zecca CONOB uguali a quelle di Costantinopoli, dalle quali sidistinguono per peculiarità stilistiche ed epigrafiche oltre che per il contornolineare
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,einrame,
 folles
emezzi
 folles
einoltre scarsi e occasionali decanum-mi, battuti negli anni tra il 651/2 e il 663
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.Itipi della ricca monetazione diCostante II (il cui nome di battesimo, Eraclio, fu sostituito al momento del-l’incoronazione dal nome Costantino che è l’unico presente nelle leggendemonetali) riflettono principalmente le tre fasi del regno, - dal 641 al 654 la pri-ma, in cui l’imperatore governò da solo (fig. 12); dal 654 al 659 la seconda, incui fu coreggente il figlio Costantino (IV) (fig. 13); dal 659 al 668 la terza, incui furono associati al trono anche i figli più giovani Eraclio e Tiberio (fig. 14)-enella prima di queste presentano l’imperatore dapprima imberbe, poi concorta barba e infine con grandi baffi e barba assai lunga, nella terza Costante
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Giuseppe Guzzetta
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Cfr. Bellinger 1966, pp. 293, 370-371 (
 folles
degli anni 583/4 e 586/7; mezzi
 folles
deglianni 583/4 e 586-602); Grierson 1968, 1, pp. 151, 204-206 (
 folles
emezzi
 folles
dell’anno 602/3edell’anno 608/9), pp. 243, 371-380 (
 folles
emezzi
 folles
di Eraclio); Morrisson 1970, pp. 212-213, 243-244, 311-315.
27
Grierson 1968, 1, p. 399; Morrisson 1970, p. 324; Grierson 1982, pp. 130-131.
28
Sulla datazione dell’uccisione di Costante II (15 luglio o 15 settembre) vd. Grierson 1968,p. 402; Corsi 1983, pp. 196-198.
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Grierson 1968, 2, p. 414; Morrisson 1970, p. 333; Spahr 1976, p. 18; Hahn 1981, pp. 128-129; Grierson 1982, pp. 129-130, 131.
30
Grierson 1968, 2, pp. 415, 500, n. 185 (decanummi attribuiti al decimo anno di regno,650/1); Morrisson 1970, p. 366 (dell’anno 650/1); Spahr 1976, p. 24, nn. 121-122 (degli anni 10°e14°di regno = 655/6); Grierson 1982, p. 136, sulla base dell’osservazione che la datazione siriferisce all’anno dell’indizione modifica la cronologia precedentemente da lui proposta e asse-gna i decanummi con l’indicazione degli anni I,
D
,Zrispettivamente al 651/2, al 660/1 e al 663,ma a tal riguardo mi pare che il riferimento all’anno dell’indizione doveva essere insolito a giu-dicare dal
 follis
in cui esso è esplicitamente indicato con la leggenda IN
D
IA, cioè indizioneundicesima, corrispondente all’anno 652/3 (cfr. Grierson 1968, pp. 495- 496, class 4; Morrisson1970, p. 364, type 4; Spahr 1976, p. 24, n. 118; Grierson, p. 136, n. 4).

 
 
 
 
 
 

 
dapprima coronato e poi elmato sui solidi, sicché di essi sono state individua-te sei classi
31
,alle quali se ne affiancano altrettante di
 folles
,icui tipi sono so-stanziamente simili e lievemente differenti nelle ultime due classi
32
.I
 folles
della prima emissione si legano alle ultime contromarche del regnodi Eraclio poiché le lettere SC
S
sono ora parte del tipo del loro R/; essi infat-ti presentano (fig. 16) nel D/ busto frontale dell’imperatore imberbe, diade-mato, con globo crucigero nella destra, leggenda IhP
 e
RCohST; nel R/ nu-merale M in corsivo, ai cui lati la scritta A/N/A – N/
 e
/O/S, in basso grandilettere SC
S
,come contrassegno di zecca, affiancate a sinistra da segni alfabe-tici - da alfa ad epsilon - indicanti l’officina, o da crocetta. L’attribuzione aEraclona fatta in passato
33
èstata corretta dopo che si è avuta notizia di esem-plari di questa emissione riconiati su
 folles
costantinopolitani di Costante IIdegli anni 641-643, sicché appare sicura l’assegnazione a quest’ultimo
34
;quanto alla datazione e alla zecca - a causa delle somiglianze tipologiche e sti-listiche con
 folles
costantinopolitani di Costante II con la data dell’anno 3°diregno
35
(fig. 17) e delle lettere indicanti l’officina, che non sono mai presentisulle serie siciliane, - il Grierson ha supposto che essi sarebbero stati prodot-ti proprio nel terzo anno di regno, 643/4, dalla zecca di Costantinopoli e in-viati in Sicilia
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.Iprimi
 folles
con caratteristiche stilistiche attribuibili a produzione sicilia-na, anche se privi del segno della zecca, furono coniati negli anni tra il 644 eil 651, e presentano nel D/ il busto dell’imperatore dapprima imberbe (644-648) e poi con corta barba, inizialmente in forma di una fila di globetti (648-651); nel R/ numerale M e in alto il monogramma imperiale. Dal 651 nel R/sotto la grande M indicante il valore fu posto il contrassegno SCL (fig. 18), na-turalmente indicante la Sicilia, che rimase in uso fino al regno di Leone III, ein particolare fino ai
 folles
battuti negli anni tra il 721 e il 730 circa
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.Abbondanti emissioni di monete di rame (figg. 18, 19, 20, 21, 22) dal 644siaggiunsero a quelle degli aurei e alimentarono una circolazione monetariaben diffusa, a giudicare dalla grande quantità di esemplari rinvenuti fortuita-mente o nel corso di regolari indagini archeologiche
38
.Durante il regno di Co-
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Giuseppe Guzzetta
31
Grierson 1968, 2, pp. 485-490; Morrisson 1970, pp. 360-362; Grierson 1982, p. 131.
32
Grierson 1968, 2, pp. 494-498; Morrisson 1970, pp. 363-365; Spahr 1976, pp. 19-28;Grierson 1982, pp. 135-136.
33
Grierson 1968, 2, p. 399; Morrisson 1970, p. 325, n. 12/Sy/AE/01-03, ma a p. 320, n. 4l’A. avverte della necessità di spostarne l’attribuzione da Eraclona a Costante II.
34
Spahr 1976, pp. 22-23, nn. 109-113; Grierson 1982, p. 135.
35
Questi presentano nel D/ busto di fronte; nel R/ grande M; sotto, lettera dell’officina;sopra, croce; a s. ANA discendente; nell’esergo NEOY;ad. II/I, cfr.Grierson 1982, p. 111 clas-se 2 bis e tav. 21, n. 369.
36
Grierson 1982, p. 135.
37
Cfr. Grierson 1973, p. 268; Spahr 1976, p. 60, n. 318.
38
Cfr.Guzzetta 1986a (a p. 126, quadro sinottico dei rinvenimenti);
 Id.
1999;
 Id.
2002, pp.713-744;
 Id.
2005;
 Id.
2007.

 
stante II la produzione monetaria siracusana sia in oro sia in rame superò, enon di poco, quella complessiva delle zecche della penisola, Ravenna, Roma eNapoli
39
,epare logico presumere che negli anni (663-668) della permanenzadella corte imperiale a Siracusa
40
essa sia stata aumentata per assicurare la re-golare retribuzione dei militari e dei funzionari della corte oltre che dell’am-ministrazione statale stanziata nell’Isola, ma al Grierson è sembrato che essainvece abbia subito una diminuzione
41
.Dopo l’assassinio di Costante II le truppe proclamarono imperatore il no-bile armeno Mezezio,
 patrikios
e
komes
dell’Opsikion, o probabilmente stra-tego degli Anatolici, la cui rivolta fu repressa all’inizio del 669 dalle truppe ita-liane guidate dall’esarca di Ravenna, che lo fece giustiziare insieme con parec-chi dei piú eminenti cospiratori
42
.Documento di grandissimo valore sono irarissimi solidi del ribelle, identificati soltanto nel 1978 grazie a un esemplarecon legenda chiara, posto in vendita all’asta e acquistato dal Museo di Mona-co
43
,al quale di recente se ne è aggiunto un altro (fig. 23) in eccellente con-servazione, passato per il mercato antiquario internazionale, in cui si leggeperfettamente il suo nome
44
,come anche in un
semissis
,finora unico, dellaDumbarton Oaks Collection
45
.Essi, come è stato osservato, costituiscono uncaso raro di produzione monetale ascrivibile a un usurpatore senza successoedimostrano che Mezezio conservò il suo nome armeno invece di adottarneun altro più vicino all’onomastica greca, come mezzo secolo dopo avrebbe fat-to il suo connazionale Bardane che si denominò Filippico (711-713)
46
.Sotto Costantino IV (668-685), il figlio e successore di Costante II, la sca-la di nominali in bronzo creata da Anastasio si ridusse a due soli, il
 follis
(fig.24) e il mezzo
 follis
47
esubito dopo, durante il primo regno (685-695) di Giu-stiniano II la zecca di Siracusa emise per l’ultima volta le monete da 20 num-
177
 Lamoneta nella Sicilia bizantina
39
Morrisson 1970, pp. 333-334 “
 Syracuse est alors sans conteste l’atelier byzantin le plusimportant d’Italie”
;Grierson 1982, p. 130 “
both in gold and copper the output of Syracuse far exceeded that of all the mainland mints of Italy put together”
.
40
Cracco Ruggini 1980,pp. 34-38; Corsi 1983, pp. 167 ss.
41
Grierson 1968, 2, p. 414 “
the coinage was struck in great quantity, especially during the first two decades of the reign. In the last few years it seems to have been less plentiful, though one would expect the reverse to have been the case, since Constans took up his residence at Syracuse in the latesummer of 663 and remained there until his death in 668”
.
42
Ostrogorsky 1968, pp. 108, 133 n. 86; Burgarella 1983, pp. 184-185; Corsi 1983, pp. 204-206; Hollingsworth 1991.
43
Numismatik Lanz
,Auktion 14 del 14 marzo 1978, lot. 497; cfr. Grierson 1986, p. 231, n. 2.
44
Cfr.
Gemini, LLC 
,Auction II, 11 gennaio 2006, n. 531, reperibile anche nel sito www. coi-narchives.com.
45
Grierson 1986.
46
Grierson 1982, p. 139; Grierson 1986, che respinge a buon diritto i dubbi sull’autentici-tà del solido venduto nel 1978 espressi da Hahn 1980.
47
Grierson 1968, 2, pp. 554-558; Morrisson 1970, pp. 389-391; Spahr 1976, p. 32, nn. 172-174, p. 34, nn. 183-187; Hahn 1981, pp. 161-162, 260, nn. 104-112; Grierson 1982, p. 136.

 

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