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mercoledì 10 febbraio 2016


Fatti e non parole .... il  buon esempio è contagioso.!

 

 Mi domando: ma 5+2 non fa sette? e se l'estroso ma per fortuna non asservito Guagliano vi si aggrega non fanno 8. E mi pare che 15 meno 8 fa 7 ed 8 è maggiore di sette, come dire la minoranza allargata diventa maggioranza e manda al diavolo soprattutto quella logorroica e televisiva presidentessa.

Mi voleva convincere che già ci aveva rimesso ventimila euro.

Ma per avere fatto che cosa? Quante sono state le sue presidenze?

E poi mi pare che - non so se su suggerimento del suocero, ottima persona e grande professionista ma nominato qua e là in Giochi di Potere che determinarono lo scioglimento della precedente legislatura suppongo per infiltrazioni mafiose - abbia in tempi tardi invocato  la non pertinente legge che cumula patrimoni pure enfiati di coniugi e parenti per impedire benefici UNIVERSITARI che indignavano.

 

Oddio, tutto è lecito se legittimo. Ma qui in una illegittima delibera i fuggitivi commissari avevano cassato tutta una disciplina equitativa della ripartizione dell'onere monnezzaro paesano.

La delibera non risulta avere completato il suo perfezionamento con la verifica sindacale  delle osservazioni eventualmente avanzate o non avanzate dai cittadini monnezzari. La presidentessa manco se ne accorse.

 Poi in una successiva burletta deliberante si ammise che nel regolamento monnezzaro si dovevano colmare le sviste persecutorie di chi in campagna non ha lice gas elettricità, non ci sta mai, non produce monnezza o ne produce solo poco molto poco perché dimora altrove.

Interviene Il cerbero delle tasse quello che tuona: noi ve le accertiamo a torto o a ragione. Se avete ragione ( e non siamo indisposti come col dottore Taverna che rompe la minchia e se  viene la bolletta contestata noi gliela raddoppiamo).proprio quello suggerì scorciatoie contra legem ed ebbe gli applausi della presidentessa che lo aveva pregato di venire ad addottrinarli.

Ebbene, In quel regolamento monnezzaro nullo tanquam non esset per omessa ratifica comunale sfuggita alla presidentessa c'era almeno il vantaggio per certi vecchietti ultra sessantacinquenni di vedersi ridotta la tassa monnezzara, specie per le case di campagna ove ormai non anno più per cervicale inguaribile.

Finalmente se ne interessa la presidentessa. Pontifica: il beneficio solo l'anno successivo la richiesta formale, richiesta che si poteva fare solo l'anno successivo dell’entrate in vigore del provvedimento che per acquisizione del consiglio comunale -  maggioranza e minoranza all'unisono – aveva effetto  retroattivo a scorno del brocardo nulla pena sine lege. Un delibera commissariale del  maggio non perfezionata diveniva con l'avallo della presidentessa retroattiva sin dall’ ultra trascorso primo gennaio.

 

Nel successivo anno si formula un modello di domanda del beneficio  a contenuto tassativo. Il beneficio quei vecchietti lo potevano sì avere, ma dovevano avere redatto correttamente il modello di rigore.

Quindi solo a partire dal terzo anno  e per due anni dovevano pagare l'intero balzello monnezzaro peraltro ora rigonfiabile a piacimento del sindaco che tramite moglie seguiva le direttive  di un organo consultivo privato ma voluto dal partito.

Si accontenta di questo la presidentessa?  No!

 Chi aveva fatto domanda doveva esibire un diabolico attestato (non riesco a ricordare mai il nome, ma mio fratello lo sa)  redigibile solo da abili commercialisti quali sicuramente il suocero sa fare. E là dovevano affluire enfiati valori immobiliari relativi anche a terre esenti da ogni tributo perché incolti o perché in alta montagna.

E se non si presenta quell'attestato che non era previsto nel questionario-domanda dall’ufficio tributi redatto e imposto?

Non so come sta rispondendo la presidentessa.

 

E se quell'attestato attesta ben poco? E se attesta una buona consistenza? e se invece la consistenza è elevata? Post hoc propter hoc? Boh!

Vorremmo sentire dalla presidentessa a Studio 98 la illustrazione e giustificazione, i richiami legislativi e l'orientamento giurisprudenziale. Ma ancora non l'abbiamo sentita. Credo, troppo arduo per il suo livello professionale. Certo lo si potrebbe commissionare. Ma chi paga?

 Oltre a ciò non conosciamo altri apposti presidenziali nella gestione di questo ilare (se non fosse tragico) Comune. E per tanta parsimonia di apporti e di presenze la presidentessa forse rinuncia a 20 mila euro per l'anno e mezzo passato  ma gli oltre sessantamila mila euro futuri (e forse il nostro calcolo è errato per difetto) li vuole tutti: tanto il bilancio (consuntivo, di previsione, dei residui?) è stato approvato anche dalla minoranza.

Eppure  questo bilancio - comunque si titoli o sia - cosa contiene? I nostri 15 milioni di crediti liquidi certi ed esigibili sicuramente non li contiene (potrebbero venire coinvolti suoceri, genitori, loro stessi etc.).
Mi punge vaghezza di pensare che invece i forsennati crediti che il dottore Vittorio Lauricella mi avrebbe accertato, pur avendo mia moglie regolarmente pagato o pur riguardando particelle immobiliari non possedute nell’anno di riferimento ci starebbero tutti, perché resi con gravi responsabilità penali certi liquidi ed esigibili. Il falso al posto del vero e i 60 mila  euro alla presidentessa i possono erogarsi. Tanti euro per nulla.  Che comune, ragazzi!   

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