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venerdì 15 aprile 2016

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Ho sbriciolato tutte queste presunte documentazioni accusatorie. Ne farò oggetto di una pubblicazione. Se qualche volta ho voluto segnalare copie dei miei risultati archivistici a questa NUOVA ALABARDA alla Cernigoi, ho commesso, non so come si dice in inglese (io a mala pena traduco dal siciliano all'italiano) insomma molestia a mezzo computer? Vi diffido a voi della Polizia Postale a molestarmi su input di questa ex goriziana. Se lo fate ho qui una prova provata che allora agite d'impulso e ve ne assumete le responsabilità. Ma forse ora potete rispondere alla Cernigoi: ma sia seria, signora. Se impapocchia cose di storia e qualcuno la coglie in castagna, in fin dei conti niente di grave; basta una semplice doverosa rettifica. dato che il suo dire sta danneggiando gravissimamente gli eredi del signor gr. uff. comm. san Lazzaro e San Maurizio (onorificenze meritatissime sulle quali signora ex goriziana lei non ha titolo alcuno di sputarci sopra) l'ISPETTORE GENERALE DI PS, dottore Ettore Messana da Racalmuto.
Se poi, persistendo la signora, dovessimo passare al penale, sarà tutt'altra musica.
16/03/2016 16:56
SECONDA PARTE
Tre tempi: Riesi 1919, (10 ottobre), (per Li Causi Messana vi sarebbe stato coinvolto. Il Messana manco c’era); Lubiana 1941/42 (è un momento questo di cui mi riprometto qui di documentare l’infame e fallace costruzione della Cernigoi); Sicilia 1945/47 ( Il Casarrubea va oltre la temerarietà di un Li Causi e fa diventare criminalità comune quella accusa faziosa del deputato comunista che parla di Politica (sottolineo: politica) delinquenza del Messana; sarebbe stato CAPO DEL BANDITISMO POLITICO il grande Messana; eccesso retorico che mi riprometto addirittura di capovolgere)-
Appuntiamoci su questi che sarebbero esilaranti vituperi calunniosi della Cernigoi se non avessero prodotto danni morali, familiari ed economici all’innocente famiglia Messana.
La Cernigoi ha mai posto uno sguardo a questo studio serio, ponderato, circospetto di TEODORO SALA (Occupazione Militare e AMMINISTRAZIONE CIVILE nella ‘PROVINCIA’ di LUBIANA (1941 – 1942).)? A pag. 87 avrebbe letto, alla nota 55 “Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna (04481). La nota prova quanto il Sala asserisce nel testo e cioè “fu quindi un susseguirsi di reciproche intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia all’insaputa della questura [si badi bene della questura, come dire di Ettore Messana, giusta la lettera che abbiamo menzionata] ora l’Alto Commissario, contro le disposizioni in vigore adibiva dei militari al servizio carcerario.”
Un caos infernale dunque; militari da destra e militari da sinistra e il Messana totalmente esautorato. Quali responsabilità gli si possono addossare? Certo se vi fossero documenti, atti, testimonianze coeve, verbali etc etc. alzeremmo le mani. Ma non vi è nulla. Nel 1943 con il famoso Tutti a Casa, la Provincia di LUBIANA viene smantellata, le carte trafugate. Gli italiani saremo degli imbelli ma non lasciamo tracce delle nostre malefatte ai “nemici”. Sala non trova quella lettera del Messana; pensiamo che si rifaccia solo allo scartafaccio del protocollo, quello può essere rimasto a Trieste. Ma il resto delle carte, no. Ce ne sono residue, ma qui a Roma al Ministero o ai Ministeri. Alcune noi le abbiamo trovate ma vanno nel senso diametralmente opposto a quelle che la Cernigoi stravisa o si auspica che siano integre genuine accusatorie in scaffali che sarebbero noti e accessibili solo a lei. Non scherzi la Cernigoi: qui ci va di mezzo il buon nome dell’Italia. Se vi furono colpe (e vi furono) che siano perseguite (e come vedremo alcune vi furono e finirono sotto giustizia). Ma quelle che la Cernigioi alla fin fine fabbrica contro Messana, NON CI SONO. Nessuno le ha mai trovate, le rigorose inchieste del dopo guerra non le hanno neppure di striscio individuate.
Frattanto: “ incalzato dall’iniziativa partigiana, preoccupato per le conseguenze del suo atteggiamento che poteva essere di “troppa bontà, che poteva essere scambiato per debolezza, premuto dalle esigenze difensive ed offensive che i militari accampavano GRAZIOLI [grassetto nostro] emanò l’11 settembre un bando che era quasi una dichiarazione di stato di guerra. La pena di morte veniva comminata non solo per gli attentati e per ‘chi sia trovato in possesso di manifestini, emblemi, distintivi, altro materiale di propaganda sovversiva‘ ma anche per ‘chi partecipi a riunioni o assembramenti della stessa natura’ per chi ‘dia ricetto alle persone colpevoli di quei reati’.
Esecrabilissimi provvedimenti, sconfinamenti da ogni civiltà giuridica, delinquenza militare. Ma ne è responsabile Messana che addirittura da questo cambiamento ne esce schiacciato, esautorato, relegato a ruoli sempre più marginali? Messana finisce in disgrazia. Vedremo dopo quale fu la sua partecipazione, incolpevole innocua e insignificante in quella che sarà una ignominia – sì, una ignominia per l’Italia – la soppressione con un processo burletta e con giudice monocratico del presunto capo dei Partigiani a Lubiana. E là non vi fu alcuna partecipazione attiva del Messana, alcuna compiacenza del MESSANA. Un verbale di oltre 70 facciate che è stato revisionato, giudicato e contemplato dal SIS del Ministero degli Interni ne dà ampia conferma. Noi lo pubblicheremo quel testo così minuzioso, certosino, quasi bizantino. I Titini potevano dire e chiedere quel che volevano, erano assetati di vendetta, volevano assolutamente creare i mostri, volevano fare di ogni erba un fascio, ogni pur meritevole impiegato funzionario questore italiano che si era avvicendato in quel di Serbia in quel di Lubiana non poteva che essere un CRIMINALE DI GUERRA. Ma Messana non lo era. L’istruttoria al Ministero che pur vi fu dovette archiviare. Non emergeva nulla. Il dottore Pianese diede il suo ultimo colpo di timbro, burocraticamente scrisse “atti”. Perché la Cernigoi non cercò, non appurò , non si documentò? Non voleva acclarare la rispondenza delle carte che le erano capitate in mano o che le avevano fatto recapitare dopo un mezzo secolo di sonno con la veridicità storica, con la contestualizzazione, con il grado di affidabilità? Se l’ha fatto in mala fede che paghi, se per insipienza non si dichiari una storica di chiara fame da supportare addirittura redditizie trasmissioni televisive che hanno buttato un mare di fango su una dignitosa, intemerata famiglia, l’attuale famiglia Messana
7 ottobre 2014
Lillo Taverna
07/10/2014 14:21
Lillo Taverna
Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo:
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"Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus
La strage di Portella della Ginestra
Umberto Santino
La strage di Portella della Ginestra
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uno svolazzo del tipo:
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il .... nome di [Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo stesso che l'8 ottobre 1919 aveva ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50 feriti) e che ora Li Causi addita come colui che dirige il "banditismo politico". La banda Giuliano sarà pure indicata come responsabile degli attentati del 22 giugno in vari centri della Sicilia occidentale, con morti e feriti .....
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allora vien voglia di chiedergli: sulla base di quale prova? quale è la fonte? ove le carte, le sentenze giudiziarie, le condanne? la legittimazione dell'addebito infamante?
Ma avreste la sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li Causi, peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso dal suo furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul declinante questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le protezioni del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai colpi del bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad essere molto probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che allora la CIA non fosse già operante.
Noi siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana in codesti efferati crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese, veniamo a scoprire che nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era solo un distaccamento presso la Prefettura all'epoca sotto la ferrea direzione del prefetto Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto circostanziato al suo Ministero. L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma. Anche qui nulla che possa buttare ombre sul Messana. Semplicemente del tutto ignorato per la semplice ragione che non aveva avuto alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
Eccovi quel rapporto: leggetevelo, scandagliatelo e vediamo cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana. Diciamo subito: NULLA
Intanto vi diamo le coordinate per andare a controllare presso l'ACS di Roma
Non so se avete notato la richiedente: è la signora Giovanna Messana, la solerte nipote del questore Messana, appunto. Se voi detrattori non fate quel passo indietro, quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non può sottrarsi all'onere di perseguirvi per via legale.
10 ottobre 2014
Lillo Taverna
10/10/2014 12:20
Lillo Taverna
Giunto a questa svolta delle mie ricerche sul questore Ettore Messana, dopo giorni di colloqui con la spumeggiante nipote di questo cerbero attaccatissimo al suo senso dell’onore, ligio sino all’autocalunnia al più rigoroso rispetto del dovere, un dovere che magari a me risulta effigie di uno Stato di polizia qualunque sia la vernice ideologica della travagliata vicenda politica dell’Italia del XX secolo, giunto qui insomma voglio tracciare le tre cifre ermeneutiche di questa infamia divenuta domma storico.
I tre momenti sono: la vicenda del 1919 a Riesi, l’avventura di una Lubiana inventata dal Duce d’accordo con i tedeschi quale “provincia italiana” in cui approdò per il primo anno il Questore Messana; il tormento della Sicilia dell’AVIS quando toccò al Messana districarla dalle grinfie degli agrari in collusione con un Fiorello La Guardia newyorkese; e sarà lui a stroncare il fenomeno del banditismo dei Giuliano, Pisciotta e Fra Diavolo alias Ferreri.
Che il Messana sia stato tacciato di protagonismo negativo nelle lotte contadine dei tempi di Nitti in qualità di feroce commissario di pubblica sicurezza noi siam certi che fu l’effetto indotto delle ire funeste del compagno Li Causi, giustamente furibondo per l’eccidio – quello di trent’anni dopo – di Portella delle Ginestre.
Ciarla proprio il Casarrubea quando letteralmente scrive, diffamando – che: “l’eccidio ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi nel 1919”. Un personaggio, un valdese di Riesi, lo storico Salvatore Ferro, nel 1934 raccoglie memorie del suo paese ed ecco invece come ci descrive quei tristi eventi: “Gli scalmanati ritornando sull’imbrunire entrarono in paese cantando battendo le mani. Trovandosi in piazza l’Angilella ordinò al popolo di andarsi ad armare e ritornare. E difatti così fecero. La piazza formicolava di gente. Ad un certo punto il Tenente e il Delegato di P.S. premerono la mano del soldato, facendo funzionare lo strumento micidiale. Al crepitio fulminea della Mitragliatrice seguirono altri colpi di fucile e di revolvers. Il terrore invase tutti gli animi. Un momento dopo si vide un campo di morti sia in Piazza che nel Corso: anche i feriti fecero spavento. Nella confusione gli sparatori fuggirono: inseguiti, fu raggiunto il Tenente al piano del Pozzillo per la via di Ravanusa e fu freddato. In quella occasione l’ing. Accardi, che si trovava lungo il Corso, trascinato nel Cortile Golisano, venne pugnalato da mano ignota e ferito. Il pallore, lo sgomento si leggeva in faccia di tutti, vedendo la carneficina il sangue che scorreva, raccolti i cadaveri , le famiglie ne piansero amaramente i figli, i mariti, i parenti. I morti furono 8 e dei feriti non si seppe il numero.”
Lo si accetti, lo si nego codesto racconto, una cosa è certa come si fa a dire che vi partecipò il Messana? Che fu lui in ogni caso colui che ne avrebbe “ordinato l’eccidio”? che i morti furono - poi si disse - in numero di quindici, o di venti? Pare che vi sia stata dopo una inchiesta. Prima o poi troveremo gli atti di questa inchiesta. Ma una cosa è certa: nessuna responsabilità, nessun addebito venne fatto al Messana, e non certo per raccomandazione: non aveva appoggi, non aveva protezioni. Il Messana nel 1919 aveva appena 31 anni e di carriera ne farà, ma dopo .
A caldo il Prefetto di Caltanissetta così, per incidens, ragguaglia l’onorevole Ministero dell’Interno: “ il 13 corrente, la locale sezione socialista presentava avviso che l’indomani, domenica, dalle organizzazioni economiche sarebbe stata fatta una pubblica manifestazione con comizio in onore e per l’escarcerazione dell’avv. Calì Carmelo, socialista ufficiale, già arrestato quale istigatore dei noti fatti di Riesi e dimesso dal carcere il 10 andante”.
E in questa lunga relazione da noi rinvenuta nell’Archivio Centrale di Stato altri ed altri elementi che fanno tanta luce su queste tragiche vicende delle lotte contadine in Sicilia. Ma un cenno, dico un cenno, che possa coinvolgere l’operato del questore Messana, allora modesto delegato di PS in forza a Caltanissetta non c’è. Si dirà che il silenzio nulla prova. Certo, ma non può non provare che l’eccidio di Riesi “ordinato” dal Messana è solo una infamante superfetazione del Casarrubea.
Il secondo atto riguarda il periodo in cui Messana fu questore a Lubiana: abbiamo lettere e documenti ove traspare che il questore Messana non fu colpevole di nulla, dato che addirittura veniva esautorato dall’esercito. (“ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia ad insaputa della Questura”. Scriverà il Messana. Vds. Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna – 04481 del 3/9/1941 IZDG fasc. 656/IV). Nessuna prova, nessun documento, nessuna accusa seria poterono addurre gli juguslavi titini a guerra persa, per noi, e così nessuno può infamare il Messana perché quella dei Titini fu solo calunnia che non ebbe seguito alcuno. Messana fu poi uomo di Stato con De Gasperi. Tutto lo comprova. Quanto si è ricamato sopra,magari ingigantendo l’invidiuzza di qualche collega del Messana, è talmente irrisorio che è solo malevolenza volerla ancora strumentalizzare come la recentissima pubblicistica pervicacemente continua.
La vicenda siciliana degli anni 1945-1947 vede in effetti un Messana in sintonia con l’on. Aldisio, ed è un abilissimo segugio , poliziotto integerrimo che sfruttando le confidenze di fra Diavolo poté sbaragliare l’ordito mafia-banditismo-agrari-agganci e protezioni americane. Abbiamo trovato ampia documentazione che prova il valore, l’abilità e il modo intemerato di agire del Messana negli archivi di Stato qui a Roma. Documentazione che pur disponibile non è stata mai indagata da chi si veste dei panni di censore di un uomo a totale servizio dello Stato, morto in dignitosa austerità finendo i suoi giorni addirittura in una casa INGC.
16/03/2016 17:28
Postato da Blogger su Contra Omnia «Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.
Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA. Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta. Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”. E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito. I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa. Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”. Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana. Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo. Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra. Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.
Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»
Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare. Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
16/03/2016 17:31
Postato da Blogger su Contra Omnia Racalmuto il 6/17/2014 07:06:00 PM «Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.
Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura nemica e vincitrice che è assetata di vendetta.
Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”.
E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito.
I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto, il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena alcuna cognizione di causa.
Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino in contatto con agenti americani”.
Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.
Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di guerra.
Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.
Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»
Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come inquadrare.
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 11:20
Lillo Taverna
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
2 novembre 2014
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Lillo Taverna
02/11/2014 18:17
Lillo Taverna
Sei riuscito a fotografare qualche documento? Ora che ti sei esposto, dovrai a mio parere, documentare. Qualche storico potrebbe appropriarsi delle tue notizie per scrivere un altro libro. O forse potrebbe avvalorare le tue ricerche e aiutarti a risolvere questo difficile problema.
Il mio giudizio? Sei l' "unico grande storico" dei nostri tempi. Pubblica un libro su questo caso. Il merito sarà tutto tuo.
3 minuti fa
Grazie, ma non voglio elogi. Non so che farmene ad 80 anni. Noi avevamo una controversa aperta su Ettore Messana. Può darsi al limite che tu avessi allora ragione. Io ti ho frastornata. Ma allora credevo di avere ragione, ed ora ancor di più. Scrive il Casarrubea nel libro citato (pag. 19): "Su tale persistenza ha giocato anche l'erronea pretesa che procedendo la storia per accumulazione, non si può mai sovvertire l'ordine delle conoscenze acquisite e che pertanto "i fatti torici sono immodificabili". Questa visione empiristica o lombrosiana è scorretta. [...] Nulla è pertanto modificabile del giudizio o della ricostruzione del passato, fino a quando nuove conoscenze, nuovi documenti non vengano ad aggiungersi al mosaico dei fatti, arricchendolo o modificandolo". Parole forse contraddittorie ma in definitiva accettabili. Solo che mi pare che a stabilire se vi sono "nuove conoscenze, nuovi documenti=, atti a sovvertire giudizi storici stratificati non può essere nessun altro se non lo "storico professionista", quello che avrebbe fatt su un periodo su taluni decorsi storici ricerche scientifiche. Nel caso di specie lo stesso Casarrubea. Non parliamo poi della Cernigoi: per lei nulla cambia, la sua è una verità immutabile. Certo che mi sto documentando, certo che faccio ritrarre fotocopie (domani subito all'EUR a far fare quelle foto), ma carissima non approderò a nulla: non faccio parte della consorteria degli storici patentati e a dirti la verità disdegno di farvi parte.
7 novembre 2014

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