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venerdì 22 aprile 2016


 

Racalmuto. Rivolta dei consiglieri di maggioranza. “Pronti a prendere le distanze dall’amministrazione”

di Redazione | 14 marzo 2015





Depositata in Comune una dura nota di 8 consiglieri della maggioranza che sostiene il Sindaco Emilio Messana. Scarsi risultati e poca collegialità le accuse degli esponenti politici.

Il Sindaco Messana al centro circondato dai con siglieri di maggioranza

Il Sindaco Messana al centro circondato dai consiglieri di maggioranza

A pochi giorni dall’articolo pubblicato su malgradotuttoweb che anticipava movimenti tellurici nella maggioranza che sostiene il primo cittadino di Racalmuto, otto consiglieri sono venuti allo scoperto, protocollando un documento al vetriolo sull’operato di Sindaco e giunta a quasi un anno dalle recenti elezioni amministrative. Documento depositato in Comune ma non reso pubblico e che siamo in grado di svelarvi.

Intanto, a parte il numero, firme pesanti sono quelle del Presidente del Consiglio, Ivana Mantione e di due consiglieri del Pd, il partito del Sindaco: addirittura il capogruppo Salvatore Maniglia e la prima eletta, Maria Morgante. Hanno firmato anche Carmelisa Gagliardo e Sergio Pagliaro che fanno capo all’Udc di Lillo Bongiorno; Vincenzo Mattina, Marilena Piscopo e Marcello Tufarulo.

Solo per disciplina di partito pare che non abbiamo firmato i due restanti consiglieri Giuseppe Guagliano e Morena Mattina anche se proprio il primo, nella qualità di Vicepresidente del consiglio, è sempre stato particolarmente e pubblicamente critico nei confronti dell’operato della giunta. Dunque, su quindici consiglieri, ben tredici sembra stiano oggi all’opposizione ed a nulla sono serviti gli interminabili vertici di maggioranza degli ultimi giorni.

I consiglieri “pur apprezzando lo sforzo effettuato dal primo cittadino nel tentare di dare soluzione agli annosi problemi che affliggono la comunità di Racalmuto rilevano che i risultati raggiunti, purtroppo, sono modesti”.

Giudizio che poche righe più in là diventa più pesante dove a fronte di “un’attività amministrativa del Sindaco costante, tuttavia, i risultati rimangono scarsi”.

Nel ricordare poi il programma elettorale presentato ai cittadini i consiglieri diventano impietosi: nessuna notizia o risposta, scrivono sugli atti di indirizzo approvati da tutto il gruppo consiliare di maggioranza; sulle possibili soluzioni per alleviare il carico tributario in capo ai cittadini; sulla definizione delle pratiche di sanatoria edilizia; sul Piano regolatore generale e sulle osservazioni dei cittadini; sull’utilizzazione dell’antico mattatoio comunale e sullo spostamento della biblioteca; sulla manutenzione degli spazi pubblici; sul monitoraggio dei servizi del Piano di zona del distretto socio-sanitario di Canicattì per il quale ci sarebbero ben tre milioni di euro ancora inutilizzati; sulla riorganizzazione del personale di ruolo e precario.

Una dura reprimenda anche con riferimento al tanto dibattuto problema delle indennità degli assessori: dopo che i consiglieri comunali, compreso il Presidente, hanno rinunciato ad ogni obolo, i firmatari del documento sottolineano che solo dopo “una decisa resistenza del sindaco e degli assessori, si è riusciti a ridurre solamente del 30%” la loro indennità.

Forti le critiche espresse anche con riferimento alla mancata definizione della graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari in contrada Piedi di zichi, al mancato avvio delle opere finanziate attraverso i fondi di compensazione dell’Anas e all’ampliamento del cimitero comunale.

Tutti i consiglieri inoltre lamentano una sorta di grande distacco da parte del sindaco e dei suoi assessori i quali, non coinvolgerebbero minimamente consiglieri e partiti politici nelle scelte amministrative.

La nota, ben quattro pagine, si chiude con un invito a presentare “immediatamente” un cronoprogramma indicando le scadenze per ciascuno dei problemi rappresentati.

Pena, una presa di distanza dall’amministrazione comunale a meno di un anno dalle elezioni.

 

 

ORA PARLO IO

Me la sono girata qui la lunga sortita politica della Redazione di Malgrado Tutto per sviscerarla scumpassiarimilla  a modo mio senza urtare più la suscettibilità del direttore Terrana, pronto a querelare che osi non essere d’accordo con lui. E io non sono d’accordo con lui.

 Intanto fare apparire come trafugamento di un atto ufficiale che se non fosse è ufficiale segnerebbe  solo l’angustia mentale di chi vorrebbe ma non può e se fa nasconde la mano, è peggio di una lettera anonima. Io direttore di un giornale non mi presterei a siffatti artifici del politichese, targato Racalmuto

Lettera al “vetriolo” mi vorrebbero far credere. Ma per quello che traspare non noto altro che un prono atteggiamento di remissiva critica. Un volersi salvare l’anima insomma.

 

Quello che si coglie quando il cronista si mette a far nomi è che questi OTTO non sono magnifici. Ognuno single o a paio, sono poi subalterni di ben precisi personaggi.  Non brillano di luce propria avrebbe detto REDDORO ai tempi miei quando giovanissimo facevo la lotta alla famiglia di Dinu Casucciu.

Questi otto se ne vanno dalla maggioranza? Ma quando mai. Sono attaccatissimi alla poltrona “per delega” per cui cercano di fare la voce ”grossa” che invero esce flebile e arrafatata. I loro mandanti cercano di mettere paura ad Emilio per spingerlo ad onorare i patti remunerativi?

Li ho seguiti a proposito del consiglio comunale che ha approvato le folli tariffe della TARI. Uno di costoro, ovviamente imbeccato, parte all’attacco per dire che il regolamento delle TARIFFE non  aveva senso se prima non si aggiustava quello principale lasciato in tridici dai commissari circa l’imposisizione monnezzara  Niente. Sono bastate certe occhiate e tutto si smunge, sparisce, si dissolve e l‘approvazione arriva senza indugio.

Un paio annunziano senza sapere perché che sono entusiasti di Cavallaro alla Fondazione. Almeno quelli dell’opposizione  qualche riserva la fanno protocollare (spero) ma questi poco magnifici otto obbediscono, approvano, votano e zitti e mosca. Debbo credere che all’improvviso trovano il  coraggio manzoniano  e si sono messi a metter “firme pesanti”. Ma va là!!

Qualcuna mi pare troppo legata a qualcuno troppo impigliato tra i “giochi di potere” per potere mettere ”firme pesanti”. Altri devono star vigili per conto del noto immobiliare: non si sa mai. Il Comune una bella mattina si alza e comincia a far sul serio con il suo ufficio Tecnico.

Sì, forse passare da una maggioranza ad una minoranza di massimo supporto ad una nuova maggioranza per ingresso di una ex minoranza, è possibile. Ma se il Sindaco Messana si fa intimorire persino da simili infantili giochetti, poveri noi!

Avrebbe messo poi una firma pesante il signor Maniglia? Se davvero, davvero scatta un casus. O lui si dimette o si dimette il fratello da segretario del PD che tutto sommato è l’artefice di questo inciucio  a sfaccettature plurime. Diversamente se entrambi i fratelli Maniglia restano su posizioni opposte  l’estetica politica residua si dissolve del tutto.  Ma certo se è (come io credo che sia) un gioco delle parti, una sceneggiata di paese un far finta di volere tutto cambiare perché tutto deve restare com’era o come si era concertato  a vantaggio dei personali fabbisogni allora facciamoci una risata e non parliamone più.

Fra costoro non v’è davvero nessun conflitto d’interesse pubblico? Nessuna causa ostativa alla elezione? Eduardo Chiarelli in esordio mi raccontò e raccontò cavolate, invero sussiegosamente smentite da Emilio? Ma Emilio, sempre avvocato cassazionista è. Se davvero gli dovessero rompere  gli zebedei saprebbe immantinente liquidarli.

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