.: PESCOROCCHIANO |
Pescorocchiano è un comune di 2.546 abitanti della
provincia di Rieti. Si trova nell'Appennino laziale nei pressi
del lago del Salto ed è raggiungibile dall'autostrada A24
(uscita "Carsoli" o "Valle del Salto"). Il
Comune di Pescorocchiano sorge su di un caratteristico costone
roccioso a poca distanza dal corso del fiume salto. Il suo nome
deriva da un toponimo composto da due parole: la prima pesco o
peschio significa "luogo alto e ripido" e ricorre in
moltissimi luoghi dell'Italia centro - meridionale; più incerta
è, invece, l'origine della determinazione specifica rocchiano
che potrebbe derivare dal nome con cui nell'alto medioevo si
identificava geograficamente la zona dove, per l'appunto, si
trova lo sperone di roccia. Negli appunti raccolti nel settecento
dallo storico aquilano Antinori figura infatti un documento del
1122 che parla di una chiesa di S. Silvestro posta nella Valle di
Rocchiano. A partire dal XII secolo è testimoniata la presenza
sul pescolum di un castello e della Pieve di Sant'Andrea; da
quest'ultima dipendevano nel 1398 sette cappelle, tra cui quella
di S. Maria dell'Emolumento, posta nelle vicinanze di un
antichissimo ponte sul fiume Salto. Sul sito dove nasceva il
castello fu costruito in seguito un Palazzo Baronale che alla
fine del seicento fu ampliato dal marchese Cesare Baldinotti, il
quale vi aggiunse anche un cortile, una cisterna per raccogliere
l'acqua e la chiesa di San Nicola che ereditava il titolo di un
ospedale medioevale. Del Palazzo Baronale dei Baldinotti rimane
in piedi solo un pregiato arco bugnato, alle spalle del quale è
stato recentemente inaugurato uno splendido belvedere su una
parte del territorio comunale. Ai piedi delle vene vi è un'appendice del paese detta Codabassa (784 s.l.m.), mentre a poche centinaia di metri, presso il moderno camposanto, vi è la chiesa di S. Maria della Neve che nel 1398 doveva al vescovo di Rieti mediam procurationem nel medioevo S. Maria era la parrocchiale del Castello di Montefalcone che faceva parte della Baronia di Collalto. Nell'archivio di stato dell'Aquila si conserva il bellissimo catasto dell'Università di Pescorocchiano, redatto dall'abate Francesco Saverio Sallusti nel 1750; questo documento rappresenta un patrimonio inimitabile ricco di testimonianze letterarie ed iconografiche e ci regala uno spaccato più unico che raro della vita contadina nel Ccolano dell'ancien règime; all'epoca vi erano nel paese di Pescorocchiano 54 famiglie. Il comune di Pescorocchiano così come lo conosciamo oggi si è costituito nel 1811 grazie all'unione delle nove università di Leofreni, Tonnicoda, Macchiatimone, Roccaverruti, Pescorocchiano, Girgenti, Poggio San Giovanni, Roccarandisi e Torre di Taglio ed aveva allora 3177 abitanti. Nel 1859, alla vigilia dell'unita d'Italia, il Comune ne contava 4336; l'incremento demografico ha portato il numero degli abitanti a 5529 nel 1901 ed a 6675 nel 1951; il crollo della civiltà contadina, lo spopolamento delle campagne e l'urbanizzazione di massa ha fatto sì che oggi a Pescorocchiano risiedano solo 2738 abitanti. La popolazione vive accentrata in numerosi piccoli villaggi, molti dei quali, come ad esempio Girgenti, godono di una magnifica vista sul Lago del Salto. Un'antica leggenda racconta che questi paesi nacquero in seguito alla caduta di alcune pietre dalla bisaccia di un angelo in volo. Il territorio comunale si trova a cavallo tra le fitte boscaglie di querce e di castagni dei Monti Carseolani e gli ampi pascoli naturali e le ordinate terrazze della Catena del Velino. Presenta un paesaggio appenninico sorprendente per i suoi aspri contrasti ed i panorami nascosti e inattesi. Esso offre inoltre al viaggiatore la possibilità di incontrare significative testimonianze di varie epoche del passato. Alcuni utensili ed altri reperti dell'età del bronzo rinvenuti nell'imponente inghiottitoio delle Grotte di Val dè Varri ci dicono infatti che questa zona è stata abitata fin dall'antichità. Nei due rami delle Grotte si possono ammirare anche fantasiosi giochi d'acqua e concrezioni carsiche uniche in Europa percorrendo un suggestivo itinerario didattico-ambientale. Del periodo classico rimangono le rovine della città di Nersae, citata da Virgilio nel VII Libro dell'Eneide, che all'epoca dell'Impero Romano era uno dei centri principali della Res Publica Aequicolanorum con mitreo, anfiteatro, foro, terme, acquedotto e necropoli. A questo rilevante polo archeologico si affiancano, oltre a decine di iscrizioni, i complessi cultuali del Santuario di Ercole Vaiano alle pendici del Monte Fratta presso Alzano con la sotterranea Grotta del Cavaliere ed il Santuario Italico in prossimità di Civitella. In più occasioni le genti del posto sono insorte in massa a favore della dinastia borbonica di Napoli opponendo una tenace resistenza nel 1799 alle armate francesi di Napoleone e nel biennio 1860-1861 alle truppe piemontesi dei Savoia. A quest'ultima reazione seguì il fenomeno del brigantaggio con personaggi celebri ed ancora vivi nella memoria come Berardino Viola, nato a Vallececa. Intanto nel 1811 si era formato il moderno Comune di Pescorocchiano che continuò ad essere compreso nella Provincia abruzzese dell'Aquila fino al 1927 quando venne inserito nella neonata provincia di Rieti e passò a far parte della Regione Lazio. |
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