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venerdì 8 luglio 2016

naturale per voi che debba essere così, dato lo scopo che volete raggiungere. Il vostro disegno è chiaro: condanniamo quelli delle gabbie di Viterbo, diamo loro l'ergastolo e la nostra coscienza di gente civile è appagata; chiudiamo questa pagina vergognosa e non diamo più spettacolo all'estero. Già, come se queste ferite sanguinose potessero essere così sanate! » « Credete che non ci fosse stato il movimento contadino, se non ci fossero i partiti democratici questo bubbone sarebbe scoppiato? No, questi delitti sarebbero stati occultati, le istruttorie archiviate, come si faceva prima. Ora non è più possibile commettere impunemente delitti per conservare i propri privilegi, per violare la Costituzione; oggi non è più possibile che la Nazione possa consentire che, commesso il primo delitto, quello di violare la Costituzione, seguano tutti gli altri, per cui dai Verdiani, dai Luca, dai Perenze,[8] fino all'ultimo maresciallo dei carabinieri si può impunemente infrangere la legge, con la coscienza che la legge si viola "contro i comunisti", gli assoldati di Stalin, i nemici della Patria, contro i quali, quindi, tutto è lecito. » [9] intervento di Salvatore Lupo[modifica | modifica sorgente] L'introduzione di Salvatore Lupo di per se stessa costituisce un momento di sintesi dell'intero periodo storico in questione. « “...la nuova Italia non nasce indipendente ma sotto l’occupazione americana, che ci fa capire come la Resistenza al fascismo abbia riscattato la sconfitta ma non del tutto, l’Italia resta un paese soggetto a tale occupazione che perdura dal ’44 al 47’e poi segna il passaggio del nostro paese al Patto Atlantico”. La sua formula del “doppio Stato con una doppia fedeltà” è interessante, indica accordi segreti tra un pezzo di Stato italiano e i servizi segreti americani. L’Italia si presenta come un paese sconfitto e l’Italia nel mezzogiorno non è certo un’Italia resistenziale. I tentativi al sud di arrivare ai livelli del centro nord non reggono, il movimento contadino, che parte in Sicilia dopo il 46’, non è la Resistenza italiana al fascismo. Nel Mezzogiorno di fatto non c’è stata la Resistenza[10], quindi da qusto punto di vista il sud non riflette e non rappresenta i partiti di massa: socialisti, comunisti e cattolici. “Questo il contesto- dice Lupo- nel quale nascono logiche di potere occulte che tendono a reprimere la libertà di scelte politiche chiare. Al nord si assiste allo scontro tra democrazia cristiana e comunismo, al sud si cerca di costruire una rete clandestina per sconfiggere il nemico comune, i comunisti! Ecco quindi dopo la guerra la nascita di gruppi combattenti italiani anti-comunisti, infiltrati dalla X_MAS. » [11] L'introduzione di Salvatore Lupo presegue illustrando il patto di fra tra mafia ed esercito americano (con l'interessamento sul campo degli agenti OSS Max Corvo e Vincent Scamporino,gia' avvocato di famiglie mafiose negli USA,[12] piu' specificatamente) per lo sbarco in Sicilia .I documenti desecretati indicano che questo patto organico e' stato fatto.L'esercito americano,fra l'altro,a parte ovvviamente i livelli superiori,non tutti,a conoscenza di tali intralazzi,si configura in linea di massima la realta' siciliana come una realta' primitiva senza comprenderne la complessita';ovverossia in linea di massima l'esercito non conosce cosa e' la mafia e quindi ne accetta l'aiuto sia militare che per il mantenimento dell'ordine,prova ne sara' che diversi capi mafiosi nel periodo divengono carche pubbliche in molti centri siciliani.Ma il patto fondamentale e' con i capi mafiosi d alto rango come Vito genovese che diventerra' vice del plenipotenziario Charles_Poletti e giovani mafiosi che faranno una gran carrriera come Gaetano Badalamenti,risultato implicato nella vicenda di Salvatore Giuliano,fascista, che diviene praticamente il principale capo militare per organizzazione di azioni milateri contro le forze della sinistra e sindacali in fermento nel periodo(Portella della Ginestra).Altro punto fondamentale e' unire a queto tipo di intervento la destra democristiana e Portella della Ginestra e' la sintesi di tale strategia.I documenti desecretati parlano di questa strategia portata avanti dagli statunitensi ,che d'altro canto fa parte ed e' inizio della strategia degli interventi CIA in Europa .L'altro punto su cui appoggiarsi e' il Vaticano,cosa non difficile visto il clima di intensa rottura che vi e' fra USA ed URSS e l'accusa di anticlericalismo violento rivolta su tuttto il territorio nazionale alle forze di sinistra.Salvatore Lupo ipotizza quindi che alla base della strutturazione della Repubblica italiana in una parte importantissima della nazione si basava su questo genere di alleanze e quindi si domanda comme in tale maniera si possa far nascere una repubblica veramente democratica. intervento di Ernesto Burgio e Lino Buscemi[modifica | modifica sorgente] Il secondo relatore del convegno Ernesto Burgio, conferma l'esistenza dei documenti comprovanti gli asserti dell'introduzione di Lupo precisando che i nomi citati oltre aquelli gia' presentati sono quelli di Giulio Andreotti,che risulta trettamente connesso ai servizi americani dal 1946 ed il principe Valerio PignatelliValerio Pignatellidocumenti statunitenensi ed italiani su mafia fascismo servi segreti 1944 – 1947 di GiuseppeCasarrubea.Oltre a Junio Valerio Borghese[13] la cui collaborazione,come quella di altri criminali di guerra nazifascisti con gli statunitensi e' ben nota,l'intervento di Giuseppe Casarrubeaverte sulla efficienza tecnica che gli agenti preposti alle azioni hanno nel periodo dallo sbarco alleato fino al 1948 ,gli agenti statunitensi tendono a mantenere saldamente in pugno lo stato di occupazione e vengono trattati con nomi e particolari nel libro di [Nicola Tranfaglia],che a detta di Casarrubea rappresenta un punto fermo per gli storici del settore poiche' contiene documenti citati ancora sviluppabili per lo studio dello storico.Giuseppe Casarrubea porta esempi enommi sul piano del'organizzazione tattico_militare per confermare vieppiu' la documentazione presentata nel libro e nello specifico descrive il battaglione Pega formato da appartenenti alla disciolta X Mas al comando di Nino Cuttazzoni.Scopo specifico e' la lotta contro i comunisti,in quel momento fra le forze progressiste trainanti in Sicilia,tale battaglione e' dotato di mezzi sia tecnici che logistici di alto livello derivati dalla esperiqnza della X Mas.Nino Cuttazzoni ,secondo Casarrubea , « lascia diretamente scritto Abbiamo a disposizione armi, depositi al completo, faccio contattare anche gruppi di nuotatori paracadutisti dal sud » [14] Lino Buscemi[15],altro studioso del periodo in questione interviene invece sull'omerta' da parete sia di USA che di Italia che per hanno per anni impedito l'accessso alla documentazione ssu cui si appoggia il libro di Nicola Tranfaglia ribadendo che lo scopo della mafia dopo lo sbarco alleato era di costituire sia a lvello locale che nazionale una classe dirigente che fose collusa con gli interessi mafiosi e pr fare cio' in Sicilia vi era bisogno di uno stretto controllo del territorio.Lino Buscemi individua nel fatto di Portella della Ginestra il primo atto della Strategia della Tensione che non per nulla avine in una zona ritenuta strategica nonn solo per l'Italia ma per gli stessi interessi statunitensi nell'intero Mediterraneo:il fronte automista ,nato sulle idee di sinistra e di rivendicazione sociale del gruppo che faceva capo a Bruno Canepa tramite l'aiuto degli a anglo- americani passa sotto il controllo della destra reazionaria e mafiosa fino appunto a valesi di personaggi quali Salvatore Giuliano.Gli stessi comunisti del noerd non capiscono,o non vogliono capire a fondo la questione siciliana,e due lettere indirizzate a Palmiro Togliatti da parte di Montalbano segretario siciliano del pci non ricevono risposta ;sono del 27 otttobre del 1944 ed il pci non da alcun risalto a livello nazionale di tali chiarimenti mandati da Montalbano.In linea di massima Lino Buscemi asserisce che anche la Strage di Portella della Ginestra e' stata rimossa da entrambi le parti politiche di maggior peso nella nazione non procedendo con la denuncia basata sui documenti disponibili anche se di parole demagociche ne son state spese anche troppe. [16] intervento di Giuseppe Casarrubea[modifica | modifica sorgente] Interviene di seguito Giuseppe Casarrubea, figlio fra l'altro di una delle vittime della strage di Partinico.Il suo intervento verte sia sull'azione che sull'organizzazione degli agenti in Italia pagati dal dipartimento di Stato americano ande poter mettere a frutto nell'immediato dopoguerra la situazione di privilegio oggettiva degli statunitensi dopo lo sbarco.Per le specifiche azioni Giuseppe Casarrubea fa riferimento al libro di Nicola Tranfaglia fondamentale per le fonti citate.Casarrubea procede con alcuni esempi specifici chiarificatori citando personaggi ben singolari:oltre a gia' nominato Nino Cuttazzoni ed associato pure lui al battaglione Vega vi e' Salvatore Sapienza, di Montelepre,di stanza a Verona per esercitarsi all'uso delle arm ma presente al momento opportuno con i reparti del battaglione Vega in Sicilia.Poi cita un altro accolito dell X_MAS e /o degli apparati da questo derivati: Fortunato Colbani e come rappresentanti della mafia nomi che ricorrono spesso ed in tempi diversi come Calogero Vizzini, Genco Russo etc.Parla anche di come il generale Giuseppe Castellano,fra i firmatari dell'armistizio,indica una riunione fra i piu' noti capimafiaed il risultato e' la nascita del fronte democratico dell’ordine siciliano,con presidente esattamente Calogero Vizzini;lo scopo dichiarato e' il riportare lordine nella Sicilia.Gli statunitensi che trovano allo sbarco una situazione confusa intricata e complessa nella gestione di tuttto il tessuto sociale accettano anzi spingono perche' mafiosi di gran caratura si occupino della normalizzazione del territorio,sopratutto in risposta alle sommose e rivendicazioni sociali portate avanti in quel momento dalle masse operaie e contadine siciliane , e gli elencati morti negli scontri di piazza uccisi daglli orgni di repressione dello stato sono indicativi di tale eriodi di disordine' Torando alle interazioni mafiosi fascisti per lo sviluppo dell'argomento usiamo le stesse parole di Giuseppe Casarrubbea delle nel suo specifico intervento « Non c’era solo la spia di Giuseppe Pazienza del battaglione Vega. Abbiamo una fonte archivistica parallela, che si chiama Fonte di documentazione del SIS[17] via Appia, Roma., consultata per conto del giudice Guido Salvini dallo Storico Aldo Giannuli[18]. Il quale ha dimostrato che la banda di Salvatore Giuliano non era che un plotone di esecuzione agli ordini del generale della Guardia nazionale repubblichina di Salò, rispondente al nome di MARTINA (non so se è vivo, speriamo che la voce non gli arrivi), il quale aveva a sua disposizione appunto un nucleo, da cui dipendeva la banda di Salvatore Giuliano. Quindi questa favola che Giuliano era il bandito analfabeta, che Giuliano aveva fatto la strage, che dietro di lui forse c’era qualcuno che gli aveva armato la mano, che ci sono tanti misteri, non regge più rispetto ai dati della ricerca. » [19] intervento di Giuseppe Carlo Marino[modifica | modifica sorgente] L'intervento di Giuseppe Carlo Marino verte suifatti di Portella della Ginestra e sulla figura di Salvatore Giuliano,i dubbi di Marino sono sul fatto che la sua scelta espressamente antisocilcomunista sia un'evoluzione ideologica del suo iter politico avvenuta per "maturazione politica",come i suoi dubbi permangono sul fatto che sia stato solo lui e i suoi uomini a sparare a Portella visto che questo gli avrebbe fatto perder la sua fama di "giustiziere" e di Robin Hood a cui Giuliano teneva enormemente,ovvero in sintesi non lo convince attribuire i fatti di Portella della Ginestra al solo "bandito Giuliano".Basandosi sui documenti ampiamente trattati nel libro di Nicola Tranfaglia,Giuseppe Carlo Marino riesce a togliersi qualche dubbio in quanto prende atto che gli avvenimenti di Portella della Ginestra facevano parte di un piano per buttare i socialcomunisti nell'illilegalita',visto la loro forza al momento sopratutto in Sicilia,facendo una prococazione alla quale la controrisposta violenta avvrebbe potuto catenare la repressione "legale" verso le due grandi forze popolari.Cioe' Marino prende atto delle lettere non considerate di Montalbano a Palmiro Togliatti per collegare la procazione di Portella della Ginestra ad uno scenario assai piu' ampio in cui i due leaders dei due partiti principali Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti son consapevoli che la nazione sta vivendo un periodo di "liberta' controllata" con una sovranita' nazionale limitata che puo' avere una doppia chiave di lettura ovvero sia sovranita' limitata nei confronti degli occupanti statunitensi sia del Vaticano.In questo periodo quindi si inseriscono e si intersecano diversi personaggi che poi entreranno nella storia della nazione;Giulio Andreotti,uno fra tutti, il quale in una lettera all'OSS (nello specifico all'ufficio affari strategici) da informazioni su discorsi riservati fattigli da Alcide De Gasperi,quindi senza mezzi termini il prof.Giuseppe Carlo Marino definisce Giulio Andreotti informatore dei servizi segreti statunitensi essendo al contempo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio:lo storico si domanda se era stato posizionato li' per controllare cio' che faceva De Gasperi il quale a sua era a conoscenza dei contatti dell'informatore Giulio Andreotti con gli americani.Di seguito cita documenti inerenti, 1946, a Pio 12°,anticomunista in modo fermo e deciso,il quale non esclude a possibilita' che socialisti e comunisti vadano al governo con i democristiani pero' i socialcomunisti si debbono presentare alle elezioni come unico corpo elettorale in modo da poter pervenire ad egual numero di rappresentanti parlamentari fra i democristiani ed i socialcomunisti.Infine il prof.Giuseppe Carlo Marino rimarca il fatto apparentemente stupefacente che l’autonomia siciliana nata da lotte popolari e rivendicative di grosse masse fosse pero' decisa con calcoli appropriati da potentissimi capi mafiosi e su tali calcoli mafiosi son stati trovati documenti comprovanti. [20] Collegamenti Esterni[modifica | modifica sorgente] • Il potere ambiguo Portella della Ginestra e i nuovi equilibri politico mafiosi di Serena Minicuci tesi di laurea discussa presso l'Università di Messina. Relatore, prof. Saverio Di Bella • Girolamo Li Causi. Intervento alla camera dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 • Lettera di Salvatore Giuliano a "La Voce di Sicilia", 31 agosto 1947, e commento-risposta di Girolamo Li Causi • Giuliano e Portella: il primo intrigo della Repubblica • Come nasce la Repubblica? (parte II) Rosa Alba Amico • documenti desecretati da Bill Clinton • il Golpe Borghese da RAI • Meridiana : rivista di storia e scienze sociali • il ritorno della Mafia in Sicilia. Un regalo dei "nemici"Gli USA e la mafia e I nemici, la Mafia e il Mis • La storia della Mafia(Leonardo Sciascia - Fonte: Storia Illustrata – anno XVI – n. 173 – aprile 1972 – A. Mondadori Editore) • LA MAFIA: al cuore dello Stato e della strategia imperialista Note[modifica | modifica sorgente] 1. ^ ampia presentazione libro 2. ^ Il caso degli ispettori generali Verdiani e Messana di Claudia Cernigoinote su Ciro Verdiani Ciro Verdiani ex agente OVRA implicato in tutta la vicenda di Salvatore Giuliano muore a Roma immediatamente prima del processo in cui dovra' essere giudicato per favoreggiamente:ufficialmente per suicidio del resto las us cariera di fascista incomincia presto assieme al collega Messana « Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi. Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia. Messana diventa questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio 1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste (1942-1943) fino alla destituzione di Mussolini. Il questore non è uno qualsiasi. Il suo nome compare in un elenco di 35 ricercati per crimini di guerra. » 3. L’ispettore Ps, l’Italia fascista e il battesimo della Repubblica di Giuseppe Casarrubea 4. ^ « Il discorso che il dirigente della sinistra pronuncia, in un clima di tumulti, alla Costituente nella seduta del 2 maggio 1947, giorno successivo a Portella, costituisce un po' il lancio ufficiale della sfida. Bersaglio del dirigente comunista non sono soltanto gli ambienti monarchici e mafiosi dell'isola, che in quei primi frangenti indica quali diretti responsabili del massacro, bensì anche "alti funzionari addetti alla polizia", alludendo anzitutto all'ispettore di PS Ettore Messana. Li Causi censura inoltre lo stesso ministro dell'Interno, che s'è affrettato a negare, con equivoca certezza, ogni politicità all'eccidio. Tale esordio risente, ovviamente, della concitazione di quei giorni; nondimeno è indicativo d'un percorso plausibile, che viene meglio esplicitato in occasioni successive. Alla seduta della Costituente del 15 luglio, infatti, comunisti e socialisti già espulsi dal governo, il leader siciliano si esprime con veemenza su possibili correità governative, mentre definisce gli equivoci di Messana, del resto tristemente noto nell'isola perché responsabile della strage di Riesi nel 1919, con trecidi contadini uccisi, massacratore in Grecia negli anni della guerra, implicato infine nella strana morte di un carabiniere. » 5. commento di Carlo Ruta adIntervento di Girolamo Li Causi Assemblea Costituente - Seduta del 15 luglio 1947 6. ^ La famiglia Montalbano 7. ^ Elenco alfabetico dei componenti dell'Assemblea Costituente 8. ^ salvatore miceli e narcotraffico 9. ^ salvatore miceli da wikipedia inglese 10. ^ Testo delle dichiarazioni del colonnello dei carabinieri Antonio Perenze rese al Comitato d'Indagine sui rapporti tra mafia e fenomeno del banditismo in Sicilia nella seduta del 22 maggio 1969 11. ^ Girolamo Li Causi. Intervento alla camera dei deputati. Seduta del 26 ottobre 1951 12. ^ Sud , la Resistenza dimenticata di Mario Avagliano 13. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia a cura di Rosa Alba Amico 14. ^ biografia breve « Scamporino non è soltanto un oriundo, è pure il legale dei sindacati sui quali Cosa Nostra ha già steso la propria ombra. Suo vice è un altro avvocato, PoliticiVictor Anfuso, che ha difeso nelle aule di giustizia tanti siciliani di Brooklyn. Il terzo in gerarchia è un ventenne con il pallino dell'agente segreto, Max Corvo. » 15. da « Come è noto, le attività di quel gruppo, messo in piedi per la maggior parte da italo-americani quali Scamporino e Corvo, sono sempre state di dubbio odore e i più sono stati rispediti a casa quando Bob Joyce ha preso la direzione in Italia.' E' così che quando nel 1943 gli americani sbarcheranno in Sicilia, la prima azione dell'OSS sarà la corsa del gruppo di Max Corvo e Vincent Scamporino all'isola di Favignana, `per restituire la libertà ai mafiosi imprigionati' dal regime fascista. » 16. l'angolo morto di Mario Coglitore « Office of Strategic Service, servizio segreto statunitense, che poi cambiò il nome in CIA), d’origine siciliana, diretti da Earl Brennan, tra i quali Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, prepararono ad Algeri i piani per la collaborazione coi mafiosi in Sicilia, in previsione dello sbarco, con la collaborazione in particolare di Lucky Luciano, e inviarono agenti speciali a stabilire contatti diretti ‘in loco’ » 17. che 'bella' sorpresa! Gli alleati in Sicilia 18. ^ « aderisce alla Repubblica di Salò continuando l'attività nella Decima Flottiglia MAS, ricostituita come reparto indipendente di volontari, di cui diviene il comandante. La formazione, che gode di una singolare autonomia e di un regolamento particolare, collabora con l'occupante tedesco nella guerra agli Alleati e nella spietata repressione della Resistenza partigiana, ma ancora prima della fine del conflitto allaccia rapporti con i servizi segreti americani (l'OSS, da cui nascerà nel 1947 la CIA) in funzione anticomunista ed antislava. » 19. da RAI lastoriasiamonoi 20. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia 21. ^ articolo di Repubblica Così fu ucciso a casa mia il re di Monteleprea firma di Buscemi sull'assassinio di Salvatore Giuliano 22. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia 23. ^ il ritrovamento dell'archivio "dimenticato" 24. ^ Aldo Giannuli 25. ^ Come nasce la Repubblica? 26. ^ sintesi di come nasce la repubblica? di Nicola Tranfaglia

Questo è un libro che stiamo consultando, inverando, contestando e reprimendo in forza di opposti incontrovertibili documenti e inediti dati di archivi storici d'altissimo profilo. • Storia e archeologia Storia Storia regionale e nazionale Storia d'Italia Casarrubea Giuseppe - Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella... Titolo Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra Autore Casarrubea Giuseppe Prezzo Sconto 25% € 6,75 (Prezzo di copertina € 9,00 Risparmio € 2,25) Dati 2005, 352 p., brossura Editore Bompiani (collana Tascabili. Saggi) Disponibile in eBook a € 6,99 Nella promozione Bur Bompiani Tascabili fino al 3 luglio Inizio modulo Fine modulo Special Days: dal 9 all'11 giugno moltiplica i tuoi punti x4! Acquistando questi prodotti avrai diritto a 28 punti anziché anziché 7. Per saperne di più 2 recensioni | Invia recensione Condividi altri Descrizione Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile, ricostruisce la mappa dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo in cui si costituiscono i governi di unità nazionale nonché le formazioni paramilitari, dopo il 25 aprile 1945: i gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago politico nel suo intreccio con le istituzioni italiane nate dalla lotta di Liberazione. Per realizzare questo libro Casarrubea ha analizzato le carte desecretate da Bill Clinton nel 2000 presso il National Archive and Records Administration nel Maryland, nonché altri documenti del Sis e del Sim. http://giotto.ibs.it/cop/copj170.asp?f=9788845234798 Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra Il volume, pubblicato direttamente in edizione tascabile, ricostruisce la mappa dell'eversione nel nostro Paese, nel periodo in cui si costituiscono i governi di unità nazionale nonché le formazioni paramilitari, dopo il 25 aprile 1945: i gruppi neofascisti e tutto l'arcipelago politico nel suo intreccio con le istituzioni italiane nate dalla lotta di Liberazione. Per realizzare questo libro Casarrubea ha analizzato le carte desecretate da Bill Clinton nel 2000 presso il National Archive and Records Administration nel Maryland, nonché altri documenti del Sis e del Sim. 6,75 new EUR in_stock Chi ha comprato questo libro ha comprato anche Fra'Diavolo e il governo nero. «Doppio Stato»... Casarrubea Giuseppe € 25,50 Lupara nera. La guerra segreta alla democrazia... Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 12,00 Tango Connection. L'oro nazifascista, l'America... Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 6,75 La «santissima trinità». Mafia,... Tranfaglia Nicola € 6,75 La scomparsa di Salvatore Giuliano. Indagine su... Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 9,37 Operazione Husky. Guerra psicologica e intelligence... Casarrubea Giuseppe; Cereghino Mario J. € 16,57 Il grande vecchio Barbacetto Gianni € 8,92 L'amico americano. Presenze e interferenze straniere... Flamini Gianni € 8,00 Mostra tutti i suggerimenti La recensione de L'Indice Secondo la versione ufficiale dei fatti, nella Sicilia del 1943-1945 gli americani fecero leva sulla mafia per muoversi meglio sul territorio, utilizzandola temporaneamente quale alleata nella prima fase dell'occupazione; e il 1° maggio 1947, con le sinistre che nell'isola stanno avanzando da tempo, a Portella della Ginestra, il gruppo del bandito Salvatore Giuliano, nemico giurato dei "rossi", spara tra la folla riunitasi per assistere a un comizio. Quest'ultima parte della versione ufficiale ha già da tempo mostrato le proprie crepe: Giuliano non agì di propria sola iniziativa. Oggi, Giuseppe Casarrubea, forse il massimo esperto della questione, mette in luce i contatti del bandito con alcuni elementi fascisti e, per questo tramite, con uomini dei servizi segreti sia italiani, sia d'oltreoceano. Riceve una serie di rilevanti chiarificazioni il contesto entro cui, nella Sicilia del dopo sbarco alleato, maturarono le condizioni del massacro di Portella. L'idea di fondo, sposata anche da Tranfaglia nell'introduzione al volume, è quella d'una sostanziale continuità, tra il '43 e gli anni della strategia della tensione, nelle strategie di lotta non democratiche poste in essere sotto l'ombrello atlantico contro i comunisti in Italia. Adottando opportunamente una prospettiva che fonde il piano nazionale con quello regionale, Casarrubea dipana la gigantesca matassa dei contatti tra fascisti, agenti segreti, settori della polizia, ambienti clericali, circoli massonici, politici (Sturzo, Scelba, Finocchiaro Aprile), tutti consci del fatto che la mafia debba essere considerata la "forca caudina di molte scelte". L'Italia, in questi anni, è del resto immersa in un clima di guerra civile latente, con i Far ben organizzati, il Movimento sociale in crescita, e la piena attività di molti ex dell'Ovra, "brodo di coltura della continuità post-fascista". Inizia qui la strumentalizzazione istituzionale dei più combattivi nostalgici del fascismo a fini anticomunisti. Lo stesso dicasi, appunto, della mafia, che gli americani stessi scelgono di mantenere nella posizione di fulcro del "partito dell'ordine" in Sicilia. E se Charles Poletti, capo del governo militare statunitense in Italia dal '43 al '45, elogia apertamente il noto boss mafioso Vito Genovese, già nominato "commendatore del Regno" da Mussolini, le autorità italiane fanno anche di peggio. Ad esempio, nominare nel maggio 1945 ispettore capo di Pubblica sicurezza in Sicilia nientemeno che Ettore Messana, ex questore di Lubiana, classificato dagli alleati come un criminale di guerra: manterrà stretti contatti con i mafiosi. Sono appena due esempi di quel "solidarismo istituzionale" che nei decenni a venire si rivelerà gravido delle più penose conseguenze. Casarrubea ipotizza addirittura che la banda Giuliano nasca su impulso dell'Ovra stessa, attraverso personaggi quali Selene Corbellini (banda Koch), per poi ricevere copertura dal controspionaggio alleato. È comunque chiaro che contro l'ascesa delle sinistre in Italia si giocò sporco fin dalla caduta del fascismo: su molti livelli, pochissimi dei quali finora toccati dalle indagini giudiziarie. Daniele Rocca I vostri commenti Media Voto: 5 / 5 | Invia recensione luca mazzei (14-02-2007) Una ricostruzione della strage di Portella della Ginestra attraverso la consultazione delgi archivi dei servizi segreti americani. Bellissimo Voto: 5 / 5 Alberto zamaal@libero.it (13-11-2005) Splendido saggio sulla strage di Portella della Ginestra, su cui solo ora si stanno diradando le nubi del mistero. Voto: 5 / 5

https://fbexternal-a.akamaihd.net/safe_image.php?d=AQA70NBliSAPgLNV&w=154&h=154&url=http%3A%2F%2Fgiotto.ibs.it%2Fcop%2Fcopj170.asp%3Ff%3D9788845234798

giotto.ibs.it

giotto.ibs.it

Scusami se ti sto inondando di post e scritti vari. Te li invio a semplice notizia. Nn necessita he tu li legga. Grazie. Ciao a presto.


è un vero piacere leggere ogni cosa che invii .non so se hai sentito il messaggio che ti ho inviatosul cell,avevamo appuntamento per le 16 di oggi ma il caldo è pazzasco avendo problemi di pressione non è il caso che venga a Roma sentiamoci telefonocamente appena possibile

ho letto il messaggio-- giornata infernale siamocene a ca

casa

Questo il mio primo giuduzio sull'ispettore generale Ettore Messana di Racalmuto. Più passa il tempo, più mi addentro nelle ricerche di archivio, più verifico i truculenti giudizi di settari pubblicisti e più il primo giudizio si conferma. Ed anche il contorno dà ulteriori elementi a favore di questa bistrattata grande figura storica., di questo uomo di stato, per tutta la vita dedito al culto della cosa pubblica, dell'ordine pubblico senza impacci ideologici.

12 giugno 10.47.36

Carissima Giovanna SCRIVIMI QUI nome e cognome dell'avvocato. Non sento bene e quando lo dici non capisco correttamente

12 giugno 15.15.55


Avv Michele Lo Foco

Ho già consultato ottimo! Chissà poi se ha avuto la carica che aveva DEL NOCE?


non lo sò ,lo chideremo lunedì,penso che possa esserci molto utile

moltissimo a questo punto indispensabile



Bene sono contenta ci vogliamo bene e sono convinta che farà tutto quanto sarà possibile

13 giugno 17.14.36

Giornata afosissima e davvero torrida qui a Roma. Arrivo proprio adesso dall'Archivio Centrale dello Stato. Ho consultato buste di polverose carte da fare venire la TBC. Ho fatto fare 40 fotocopie che mi sono costate 00 euro per diritti di urgenza. Sono euforico. Sono relazioni originali del nostro grandissimo concittadino, cugino del celeberrimo don Luigi Messana, l'ispettore generale di PS Ettore Messana. Mi dispiace per il Link Sicilia: ha scritto minchiate sul nostro questore. Non rettificherà? E altrettanto dico a Malgrado Tutto, che finge di non leggere quello che scrivo. E che dire al sordo Giuseppe Casarrubea? Mi glissa. Glisserà la nipote Giovanna del questore che è proprio infuriata per le mascalzonate INFAMANTI DEL TUTTO INFONDATE? e che dirà il Vespa che sul suo PORTA A PORTA fa ricicciato vomitevoli e false calunnie storiche sul questore Messana. Proprio lui? Sicuramente male informato. Riparerà con una controtrasmissione?. Alla giornalista triestina non so che dire, come a quel paio di corrispondenti del Giornale di Sicila. All'ANPI d Palermo ho paura di mandare i miei strali. In fin dei conti da vetero comunista non posso buttarmi contro la mia tessa chiesa rossa. Solo che io ho due motti che mi sibilano dentro PLATO AMICUS sed MAGIS VERITAS e l'altro appreso da quei miei padri della chiesa quali Pajetta e C. La verità è sempre rivoluzionaria.

13 giugno 22.36.35



La danza delle ore

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17 giugno 19.16.54

ECCO PERCHE’ DIFENDO LA MEMORIA DEL QUESTORE ETTORE MESSANA DA RACALMUTO Giunto a questa svolta delle mie ricerche sul questore Ettore Messana, dopo giorni di colloqui con la spumeggiante nipote di questo cerbero attaccatissimo al suo senso dell’onore, ligio sino all’autocalunnia al più rigoroso rispetto del dovere, un dovere che magari a me risulta effigie di uno Stato di polizia qualunque sia la vernice ideologica della travagliata vicenda politica dell’Italia del XX secolo, giunto qui insomma voglio tracciare le tre cifre ermeneutiche di questa infamia divenuta domma storico. I tre momenti sono: la vicenda del 1919 a Riesi, l’avventura di una Lubiana inventata dal Duce d’accordo con i tedeschi quale “provincia italiana” in cui approdò per il primo anno il Questore Messana; il tormento della Sicilia dell’AVIS quando toccò al Messana districarla dalle grinfie degli agrari in collusione con un Fiorello La Guardia newyorkese; e sarà lui a stroncare il fenomeno del banditismo dei Giuliano, Pisciotta e Fra Diavolo alias Ferreri. Che il Messana sia stato tacciato di protagonismo negativo nelle lotte contadine dei tempi di Nitti in qualità di feroce commissario di pubblica sicurezza noi siam certi che fu l’effetto indotto delle ire funeste del compagno Li Causi, giustamente furibondo per l’eccidio – quello di trent’anni dopo – di Portella delle Ginestre. Ciarla proprio il Casarrubea quando letteralmente scrive, diffamando – che: “l’eccidio ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi nel 1919”. Un personaggio, un valdese di Riesi, lo storico Salvatore Ferro, nel 1934 raccoglie memorie del suo paese ed ecco invece come ci descrive quei tristi eventi: “Gli scalmanati ritornando sull’imbrunire entrarono in paese cantando battendo le mani. Trovandosi in piazza l’Angilella ordinò al popolo di andarsi ad armare e ritornare. E difatti così fecero. La piazza formicolava di gente. Ad un certo punto il Tenente e il Delegato di P.S. premerono la mano del soldato, facendo funzionare lo strumento micidiale. Al crepitio fulminea della Mitragliatrice seguirono altri colpi di fucile e di revolvers. Il terrore invase tutti gli animi. Un momento dopo si vide un campo di morti sia in Piazza che nel Corso: anche i feriti fecero spavento. Nella confusione gli sparatori fuggirono: inseguiti, fu raggiunto il Tenente al piano del Pozzillo per la via di Ravanusa e fu freddato. In quella occasione l’ing. Accardi, che si trovava lungo il Corso, trascinato nel Cortile Golisano, venne pugnalato da mano ignota e ferito. Il pallore, lo sgomento si leggeva in faccia di tutti, vedendo la carneficina il sangue che scorreva, raccolti i cadaveri , le famiglie ne piansero amaramente i figli, i mariti, i parenti. I morti furono 8 e dei feriti non si seppe il numero.” Lo si accetti, lo si nego codesto racconto, una cosa è certa come si fa a dire che vi partecipò il Messana? Che fu lui in ogni caso colui che ne avrebbe “ordinato l’eccidio”? che i morti furono - poi si disse - in numero di quindici, o di venti? Pare che vi sia stata dopo una inchiesta. Prima o poi troveremo gli atti di questa inchiesta. Ma una cosa è certa: nessuna responsabilità, nessun addebito venne fatto al Messana, e non certo per raccomandazione: non aveva appoggi, non aveva protezioni. Il Messana nel 1919 aveva appena 31 anni e di carriera ne farà, ma dopo . A caldo il Prefetto di Caltanissetta così, per incidens, ragguaglia l’onorevole Ministero dell’Interno: “ il 13 corrente, la locale sezione socialista presentava avviso che l’indomani, domenica, dalle organizzazioni economiche sarebbe stata fatta una pubblica manifestazione con comizio in onore e per l’escarcerazione dell’avv. Calì Carmelo, socialista ufficiale, già arrestato quale istigatore dei noti fatti di Riesi e dimesso dal carcere il 10 andante”. E in questa lunga relazione da noi rinvenuta nell’Archivio Centrale di Stato altri ed altri elementi che fanno tanta luce su queste tragiche vicende delle lotte contadine in Sicilia. Ma un cenno, dico un cenno, che possa coinvolgere l’operato del questore Messana, allora modesto delegato di PS in forza a Caltanissetta non c’è. Si dirà che il silenzio nulla prova. Certo, ma non può non provare che l’eccidio di Riesi “ordinato” dal Messana è solo una infamante superfetazione del Casarrubea. Il secondo atto riguarda il periodo in cui Messana fu questore a Lubiana: abbiamo lettere e documenti ove traspare che il questore Messana non fu colpevole di nulla, dato che addirittura veniva esautorato dall’esercito. (“ora erano le truppe regolari ad assumere compiti di polizia ad insaputa della Questura”. Scriverà il Messana. Vds. Lettera del questore Messana al gen. T. Orlando, comandante della Divisione Granatieri di Sardegna – 04481 del 3/9/1941 IZDG fasc. 656/IV). Nessuna prova, nessun documento, nessuna accusa seria poterono addurre gli juguslavi titini a guerra persa, per noi, e così nessuno può infamare il Messana perché quella dei Titini fu solo calunnia che non ebbe seguito alcuno. Messana fu poi uomo di Stato con De Gasperi. Tutto lo comprova. Quanto si è ricamato sopra,magari ingigantendo l’invidiuzza di qualche collega del Messana, è talmente irrisorio che è solo malevolenza volerla ancora strumentalizzare come la recentissima pubblicistica pervicacemente continua. La vicenda siciliana degli anni 1945-1947 vede in effetti un Messana in sintonia con l’on. Aldisio, ed è un abilissimo segugio , poliziotto integerrimo che sfruttando le confidenze di fra Diavolo poté sbaragliare l’ordito mafia-banditismo-agrari-agganci e protezioni americane. Abbiamo trovato ampia documentazione che prova il valore, l’abilità e il modo intemerato di agire del Messana negli archivi di Stato qui a Roma. Documentazione che pur disponibile non è stata mai indagata da chi si veste dei panni di censore di un uomo a totale servizio dello Stato, morto in dignitosa austerità finendo i suoi giorni addirittura in una casa INGC.

Carissima Giovanna, ho già pubblicato questo post nel mio blog. Non ho voluto appositamente chiedere il tuo parere preventivo perché mi piacerebbe che a caldo mi manifestassi tutte le tue perplessità a bocce ferme. Penso che dovresti scrivere al direttore Egidio Terrana di MALGRADO TUTTO per stigmatizzare sia l'infamante articolo del Casarrubea ivi pubblicato lo scorso anno, sia la piccola furbizia di ritenere idoneo alle smentite quel tale Giuseppe Bellavia che comunque la si giri nulla ha a che fare con la famiglia dell'Ispettore Superiore di PS Gr,Uff. Ettore Messana, e in ogni caso non è abilitato in alcun modo a parlare a nome dell'unica nipote vivente del grande Ispettore. Aggiungerei che quindi ai sensi di legge sulla debbano provvedere alle congrue smentite e alle doverose rettifiche magari, se lo reputi del caso, sulla falsariga di quanto ho iniziato a fare nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Ti abbraccio.

Debbo aggiungere che essendo in FB una frana questo post è finito riservatamente già a Malgrado Tutto. Me ne sono accorto con ritardo ma tutto sommato non mi dispiace più di tanto. Così capiscono che non possono far finta di niente quando mando preavvisi come già fatto per due volte per tuo nonno.


HO TROVATO SU YOUTUBE RAI 1 13 FEBBRAIO 2012 aLESSANDRA kERSEVAN A PORTA A PORTASTORICA ETITOLARE CASA EDITRICEKAPPA DI UDINE ARGOMENTI .FOIBE LAGHER FASCISTI SE TI PUO' INTERESSARE VAI A VEDERE



un altro personaggio televisivo lucarelli carlo nella trasmissione blu notte parlava di ettore messana purtroppo il video è stato oscurato se ti può interessare vale la pena tu vada a dare un'occhiata


sto cercando di trovare una trasmissione della tv la 7dove la giornalista Lilli gruber parla del nonno sempre sull'argomento delle foibe


i toni sono senpre i soliti

Ho dato u fugacissimo sguardo a quello che mi hai segnalato e che riguarda la Kersevan. Dovrò spulciare il tanto materiale che ho rinvenuto. Ma moltissimo è in lingua slava. Non è roba per me. Ma mi pare di capire che quel marpione di Bruno Vespa l'ha molto censurato. Bisognerà allora limitarsi alla trasmissione di Porta a Porta in un primo tempo rinviata. Senza la cassetta o DVD della trasmissione non saprei cosa fare. Ad ogni modo credo che il nome di Messana non dovrebbe essere stato fatto. E allora il nostro interesse è nullo. Quanto alla trasmissione di Lilli Gruber mi giunge del tutto nuova e allora aspetto che tu da brava segugia mi procuri il materiale.

Ho preso la tua lettera: molto bella. Rallegramenti. Cercherò di non deluderti.



mai! ti sarò perennemente riconoscente


della gruber me lo ha detto mia cognata sto cercando di rintracciare qualcosa

Comincio a pensare che a noi elle trasmissioni televisive non ce ne importa nulla. Credo che con quella paginetta e mezza tuo cugino - da te amabilmente pressato . possa ottenere da Bompiani almeno la pubblica zione di un tuo libro che per ora intitolerei: Difendo mio nonno"-


Il titolo è perfetto.......lo scriviamo insieme vero????

18 giugno 9.13.23


oggi è il tuo onomastico,non so se lo festeggi io ,comunque ,ti faccio tanti auguri

Calogero viene festeggiato in tre giorni 18: a Giugno, a Luglio e ad Agosto. A giugno quello di Naro (e mi riguarderebbe) a Luglio quello di Agrigento con una festa leggendaria (non mi riguarda) ad Agosto non so dove. Mi torna però molo gradito questo tuo pensiero e al di là del convenevole religioso mi divieni sempre più cara. Ciao "spumeggiante" signora.

18 giugno 15.08.54

l'avevo letto tempo fa e in qualche modo già contestato, ma questo blog di Casarrubea riletto ora mi appare molto inquietante Il nnno di Giovanna Messana vi viene davvero diffamato a mezzo stampa senza possibilità di replica. Il Casarrubea sfrutta una spiata segreta di un capo della polizia politica (come dire fascista) per infangare il grande Poliziotto di Stato Ettore Messana. Fare il pelo a quella fonte sarebbe per me facile gioco, ma io non mi chiamo Casarrubea per mettermi a calunniare un morto che non potrebbe difendersi. Per me de muortuis nihil nisi bonum e per mia cultura greca i morti sono tutti aghathoi. Lo è Ettore Messana e per me il rispetto vale anche per codesto “ispettore Ricciardelli ” cui si attribuisce una “Relazione in Archivio di Stato di Trieste, Prefettura gabinetto, b 18”. La laudatrix aggiunge comunque che “ l’Ispettore Ricciardelli aveva già svolto servizio in polizia sotto il passato regime fascista”, un bel fascista insomma che infatti nessuna carriera fece dopo e nessun riconoscimento gli fu tributato dalla subentrata Repubblica democratica di De Gasperi che invece fu munifico di cariche, incarichi e titoli onorifici verso il Messana; questi concluse la sua apicale carriera sino ai suoi estremi limiti di età. Onorato e riverito anche perché mai lo poterono trovare colpevole in sede giudiziaria di nulla. Certe denunce politicamente preconcette di li Causi e Montalbano restarono lettera morta giacché destituite di ogni fondamento, come può riscontrarsi ora cosultando Google. Il Casarrubea ha titolo per sostituirsi alle magistrature di Stato italiane e a quelle internazionali? Ci citi una condanna anche lieve nei confronti del Messana. Quanto al Ricciardelli la laudatrix aggiunge che “era stato internato in Germania sotto l’accusa di favoreggiamento nei confronti di ebrei che sarebbero stati da lui aiutati a scappare.” Gratis? Avremmo voglia di domandare? Ma ciò non è né sarebbe molto significativo. Qui necessita, a mio avviso, che un valido avvocato per adisca due vie presso i tribunali di Palermo: esposto per tutta una serie di reati a mezzo stampa e soprattutto vertenza civilie per risarcimento danni per diffamazione aggravata ed altro a mezzo stampa. Le ultime leggi sulla stampa mi paiono non dare molta ragione agli avvocati affetti da prudenza. So del terrore di editori giornalisti e direttori responsabili. Berlusconi non ha legiferato invano. Non vorrei affliggerti più di tanto, mia cara Giovanna, ma ritengo doveroso renderti edotta di quello he vado scoprendo e pensando. Quel Ricciardelli là si trova in Google. Poche note ma per me molto illuminati. Un soggetto poco simpatico. Riporteremo quei passi della suddetta relazione che si attribuisce al Ricciardelli. Si dice che la relazione si troverebbe a Trieste e chissà perché non starebbe nell’Archivio Centrale di Stato (se vi si trova perché codesti sedicenti storici non la vanno a cercare e avvalorare?). Di sicuro – ed anche la laudatrix lo ammette – l’archivio della prefettura triestina fu molto manomesso e carte sparite e bruciate e manipolate. A me un ricorso acritico a fonti così dubbie non appare molto corretto. Ma tant’è. (Calogero Taverna) ------------------------------------------- Blog di Giuseppe Casarrubea occorre conoscere il passato per dare risposte al futuro Vai al contenuto Home Archivio Libri di Casarrubea Contatti Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore Messana Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea (Questa parte è illustrata grazie alla scrupolosa ricerca condotta dalla storica Claudia Cernigoi, direttrice della rivista “La Nuova Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da una vasta collezione fotografica sui crimini fascisti dell’Italia in Slovenia) III L’ombra lunga del fascismo

18 giugno 17.40.45

Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo meschinello detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad pprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Riportiamo giù locandine manifesti e e dicerie elogiative ma non c'era molto dall'addurre a lode omaggiante. Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestere aveva fatto il poliziotto di reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamenti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande siperiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana. E quando le scrive queste cose, quando ancora modesto funzionarietto di questura, relagato ad una insignificante periferia, nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di sìStato, nientemeno l'on. Alcode De Gasperi. E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato i mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riseumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte leparte. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca. lunedì 12 settembre 2011 Ricciardelli, l'amico e collega di Palatucci che finì a Dachau https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS7wgIJ8SelmWpQ1JeFZnYBiyMXsvlml9dCaBsTvrJ1gIaAoBzk8Q7CtH8aswFe7U2D5sbfra7tmnpy7joMDd0g6PBimRKIVv-kTD4C_6dxxY5fuUUJuisEsIH2DdxSn7Xy8fuqeQgElA/s1600/ricciardelli.jpg L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano. Collega, amico e confidente di Giovanni Palatucci, Feliciano Ricciardelli fu capo dell’Ufficio Politico della Questura di Trieste mentre Palatucci era capo dell’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume. Collaborò con quest’ultimo per mettere in salvo centinaia di perseguitati dal regime. Fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Dachau da cui riuscì a salvarsi. La manifestazione trae spunto dal libro “Capuozzo accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci” di Angelo Picariello che considera Ricciardelli «...un eroe più anziano ed esperto, mosso dalle stesse motivazioni umanitarie e cristiane. Con lui più volte si confronta sul come muoversi per il bene di questi perseguitati, aggirando le leggi e i controlli dei superiori più intransigenti…». Attraverso l’esempio del Montemaranese Ricciardelli si celebreranno i 150 anni dell’unità d’Italia evidenziando il ruolo di chi, con la propria opera, ha reso grande la nazione. I partecipanti rifletteranno anche su cosa significhi, oggi, servire la Patria nei suoi vari aspetti. Al dibattito interverranno, oltre al Presidente di Amo Montemarano, Beniamino Palmieri, l’autore del libro, nonchè giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, Raffaele Ricciardelli, figlio del dott. Ricciardelli, il Questore di Avellino Sergio Bracco. Gli interventi verranno conclusi dal senatore Nicola Mancino, già Vice Presidente del CSM, Presidente del Senato e Ministro dell’Interno. Pubblicato da Mario Avagliano a 15:02 http://img1.blogblog.com/img/icon18_email.gifhttp://img2.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest ------------------- Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli: “Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che promettevaloro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad affettuare operazionidi polizia politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito, si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo: In una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.) Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3] gli italiani uccidono 15 uomini e donne a Brdo presso Lubiana. Le vittimesi trovano al cimitero di Vic Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4] * Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCVHIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.



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Nota troppo lunga. Ma credo crucuale. Mi piace la coda scritta da me.

Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo meschinello detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Riportiamo giù locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto da addurre a lode omaggiante. Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana. E quando le scrive queste cose, quando ancora modesto funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia, nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno l'on. Alcide De Gasperi. E quel insignificante rapportino finisce obliato e trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza. Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca. lunedì 12 settembre 2011 Ricciardelli, l'amico e collega di Palatucci che finì a Dachau https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS7wgIJ8SelmWpQ1JeFZnYBiyMXsvlml9dCaBsTvrJ1gIaAoBzk8Q7CtH8aswFe7U2D5sbfra7tmnpy7joMDd0g6PBimRKIVv-kTD4C_6dxxY5fuUUJuisEsIH2DdxSn7Xy8fuqeQgElA/s1600/ricciardelli.jpg L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano. Collega, amico e confidente di Giovanni Palatucci, Feliciano Ricciardelli fu capo dell’Ufficio Politico della Questura di Trieste mentre Palatucci era capo dell’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume. Collaborò con quest’ultimo per mettere in salvo centinaia di perseguitati dal regime. Fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Dachau da cui riuscì a salvarsi. La manifestazione trae spunto dal libro “Capuozzo accontenta questo ragazzo. La vita di Giovanni Palatucci” di Angelo Picariello che considera Ricciardelli «...un eroe più anziano ed esperto, mosso dalle stesse motivazioni umanitarie e cristiane. Con lui più volte si confronta sul come muoversi per il bene di questi perseguitati, aggirando le leggi e i controlli dei superiori più intransigenti…». Attraverso l’esempio del Montemaranese Ricciardelli si celebreranno i 150 anni dell’unità d’Italia evidenziando il ruolo di chi, con la propria opera, ha reso grande la nazione. I partecipanti rifletteranno anche su cosa significhi, oggi, servire la Patria nei suoi vari aspetti. Al dibattito interverranno, oltre al Presidente di Amo Montemarano, Beniamino Palmieri, l’autore del libro, nonchè giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, Raffaele Ricciardelli, figlio del dott. Ricciardelli, il Questore di Avellino Sergio Bracco. Gli interventi verranno conclusi dal senatore Nicola Mancino, già Vice Presidente del CSM, Presidente del Senato e Ministro dell’Interno. Pubblicato da Mario Avagliano a 15:02 http://img1.blogblog.com/img/icon18_email.gifhttp://img2.blogblog.com/img/icon18_edit_allbkg.gif Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su FacebookCondividi su Pinterest ------------------- Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli: “Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali. Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un poliziotto sloveno, compare del Messana, che promettevaloro la liberazione mediante il pagamento di ingenti importi di denaro. Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti. Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad affettuare operazionidi polizia politica degne di particolare rilievo. Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici, responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito, si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la sua malvagità d’animo: In una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente, per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista, con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura, furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città ai primi di maggio u. s.) Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini, presidente della commissione stessa.[3] gli italiani uccidono 15 uomini e donne a Brdo presso Lubiana. Le vittimesi trovano al cimitero di Vic Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce. Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato dimissionario d’ufficio”. [4] * Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze, sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita, fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice. Certamente non fa storia.

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