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sabato 13 agosto 2016

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11 h
Lillo Taverna
Questo libro da pag. 37 a pag. 140 l'ho scritto io nell'autunno del 1979. Ho corso il rischio di venire incriminato per violazione dei segreti di stato e di stati. Ma Imposimato nei sotterranei dell'EUR fece finta di ignorare. Calogero Taverna
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Lillo Taverna Spifferavo a pag. 142: "Nel setembre del 1979 il quotidiano 'Lotta Continua' pubblica il fitto elenco di enti pubblici che hanno depositato soldi presso lo sportello di Via Veneto della Banca Privata Finanziaria, già sede del Credicomin, l'azienda di credito in liquidazione coatta di cui era presidente il principe nero Iunio Valerio Borghese". Ne avevo sussurrato a don Peppino D'Alema il padre di Masimo D'Alema, allora Presidente ella commissione Finanza e Tesoro. Don Peppino, spirito salace e libertario .si era conservata la castagna e quando venni convovato a San Macuto per l'inchiesta parlamentare sul caso Sindona me la sparò per sapere l'inosabile. Ma fui subito bloccato dal Vicepresidente dell'Inchesta, il compagno allora feroce Emmanuele Macaluso. Fui intimato a mantenere il massimo segreto. Non si andò avanti. Perché mi chiedo ancora- Per salvare l'onore di Fanco Evangelisti cui il compagno Emmanuele teneva tanto? Ma che c'entrava con Iunio Valerio Bofrghese?
Lillo Taverna La risposta mi va affiorando adesso proteso alla ricerca della verità sul caso Ettore Messana. Iunio Valerio Borghese ebbe tante responsabilità - e diciamolo chiaro: criminali - nell'eccidio di Portella delle Ginestre. Si addossò la colpa a Giuliano, magari coinvolgendo Scelba e Messana. invero oggi le carte dell'OSS americano Nicola Tranfaglia pare le abbia rintracciato e si tratta di carte altamente rivelatrici e sovvertitrici di tanti luoghi comuni su certi ancora scottanti segreti di stato. Ma se ne disfece subito passandole all'incandescente Casarrubea. Senonché non s privo del piacere di scrivere a pag. 7 della sua intruduzione al libro del Casarrubea 'Storia segreta della Sicilia' del 2007: vi fu "in tutta l'Italia meridionale l'apoggio ai fascisti che si riorganizzarono e in particolare agli uomini della Decima Mas di Junio Valerio Borghese, il principe pontificio salvato dagli americani e arruolato con molti suoi ufficiali direttamente dall'OSS di JamesJenis Angleton, per azioni coperte contro gli esponenti del partito comunista italiano." E il sospetto corre subito a Portella delle Ginestre. Nel luglio del 1947 si ebbe il rutilante comizio parlamentare di Girolamo Li Causi. La vittoria recente del 20 aprile del 1947 lo aveva reso irrefrenabile. La sconfitta del 18 aprile del 148 spinse Togliatti ad esautoraro con il di vino Bufalini coadiuvato da un esuberante nisseno sindacalista: Emmanuele Macaluso. Quale passò da un compromeso all'altro in Sicilia sino a divenire alfiere dell'agrario Milazzo. Si dà il caso che Valerio Borghese Junio invece di venire procesato e condannato ritorna a Roma e viene remunerato persino con una licenza bancaria a Via Veneto come abbiamo visto. Senonché si mise o lo misero a finanziare il falso colpo di stato del colonnello dellla Forestale di Cittaducae (si fa per ire) e finì in LIQUIDAZIONE COATTA per atto provvidenziale di Carli in definitiva avalante il passaggio del mistero bancario di Via Veneto nelle più accorte documentazioni della sindonana Banca Privata Finaziaria cui mi vanto di avere dato l'esrema unzione nel settembre del 1974. Con D'Alema padre potevo contribuire a san Macuto al disvelamento di quest'altro rancido mistero di Stato. Macaluso ce lo impedì. Gli sovvenivano sue indulgenze milazziane degli anni 'Ciquanta e s'indusse a quell'ira funesta vicepresidenzale, dormiente De Martino, che mi risuona ancora alle orecchie?

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