Profilo

venerdì 23 settembre 2016

Fondazione Sciascia

Fondazione Sciascia e Teatro di Racalmuto

Giusto, giustissimo quello che annota Piero. Ma a me più che il problema o i problemi interesserebbero le soluzioni. Vi possono essere? Ma certo.

Parto da un analogo - ma per me più scottante questione - quella della Fondazione Sciascia per cercare di puntualizzare una qualche via d'uscita alla faccenda del teatro su cui qui sopra si diffonde Piero.

Per la Fondazione Sciascia aggiungo problema al problema. Scopo di codesta prestigiosa istituzione doveva essere la custodia, lo studio, la contestualizzazione e quindi la pubblicazione delle risultanze delle ricerche a commemorazione del nostro grande Leonardo Sciascia.

Mi par di leggere che l'ombra funesta di Stefano Rodotà con la sua mania del rispetto assoluto della privacy arrivi sino alla vecchia "Centrale" di Viale della Vittoria di Racalmuto. Se qualche reminiscenza universitaria mi residua a occhio e croce sono portato a ritenere che si tratta di interpretazione di comodo, oziosa, diversiva. La rivacy - già questo termine inglese è equivoco - deve riguardare le cose private. Qui si tratta di uno scrittore che ha contribuito alla affermazione dell'Italia nel mondo letterario. Privacy non c'è e non deve esserci per niente. Bonum est sui diffusivum. Comunue si appuri, si puntualizzi, si precisi. Se dovese esserci davvero una questione di privacy allora si dovrebbe provvedere: gli obiettivi della fondazione si caducano, non si raggiungono. Per legge il signor Prefetto sciolga organi amministrativi, faccia cambiare statuto, valuti nuovi scopi e consenta al comune l'utilizzo dell'importante struttura in cui ha profuso fondi pubblici, per obiettivi più concgrui quali la crescita culturale ed economica della nostra collettività.








 

Analogo mi pare il problema del teatro. Qui addirittura non so proprio se si tratta di fondazione o di altro cui si è appiccicata codesta specifica giuridica. Il Teatro ormai è irrimediabilmente perduto per gli scopi che i signori dell'Ottocento, taglieggiando con esose tasse la cirttadinanza (leggere dle cronache dell'epoca) eressero questo  opulento edificio. Ora, storia a parte, il teatro può sopravvivere come teatro sperimentale, come teatro per riprese teatrali, televisive , per spettacoli d'avanguardia.

Io agogno il recupero dei grandi dimenticati o vilipesi del passato come ad esempio Rosso di San Secondo o per altro verso per la scoperta di grandi autori dialettali e nel caso mi riferisco al Giudice di Edipo Re. Iniziative manageriali dunque atte a vitalizzare l'economia locale, a dar lavoro qualificato dei giovani, a originali supporti culturali; aspetti e qualifiche degne di una nuova grande Racalmuto verso cui è proiettata la storica ma ormai solo memorabile Regalpetra


 

Nessun commento:

Posta un commento