FOTO | NOME (specie sottospecie 'Forma' CULTIVAR) Descrizione |
Urginea maritima
L'unica specie del genere Urginea coltivata con una certa frequenza soprattutto nelle vicinanze delle coste occidentali della penisola italiana, sulle isole del Mediterraneo ed in Puglia è la cosiddetta cipolla del mare, Urginea martima. Secondo la classificazione botanica più recente questo nome è un sinonimo del corretto nome Drimia maritima (L.) Stearn, (1978). La piante è nota già dall'antichità con il nome Scilla. Quest'ultimo nome viene tuttora frequentemente usato, soprattutto in erboristeria. Infatti, la pianta era conosciuta come droga per le sue proprietà cardiotoniche e diuretiche già dagli egizi, greci e arabi ed è stata descritta da Dioscoride, Plinio e Galeno. L'attività è dovuta a glicosidi cardioattivi (vedi) con notevole tossicità per l'uomo. E' interessante notare che in Sardegna la pianta è considerata magica e per questo viene spesso coltivata negli orti come protezione dal malocchio. Le si attribuisce anche attività ratticida. Nel 2002 è stato pubblicato uno studio approfondito sugli effetti insetticidi degli estratti di Urginea maritima, il quale conferma la validità della prassi di usare la pianta come agente protettivo di alimenti e suggerisce l'opportunità di ulteriori indagini in questo campo.
L'Urginea maritima è caratterizzata da un pesante bulbo (fino 4 kg) di grande dimensione, frequentemente del diametro di 12-15 cm ed oltre. Le foglie verde scuro spuntano in tardo autunno o in primavera ed appassiscono prima della fioritura che avviene in tarda estate. Esse sono di forma lanceolata, larghe ca. 10 cm e lunghe fino a 50 cm. Lo stelo fiorale è verde biancastro e raggiunge normalmente l'altezza di più di 100 cm, in casi eccezionali fino a 2 m. L'infiorescenza è costituita da un grande numero di fiori (anche oltre 100) a forma stellare del diametro di poco più di 1 cm, con tepali bianchi con una costola mediana marroncina e con filamenti giallo-verdastri. La punta dell'infiorescenza a racemo denso (pannocchia) tende frequentemente ad incurvarsi a causa del peso dei fiori. La fioritura inizia dal basso, si protrae a lungo ed è molto decorativa. I fiori sono inodori.
La coltivazione della Scilla maritima non presenta problemi in zone temperate. Il bulbo deve essere piantato poco profondo, con la sua punta coperta solo da 2-3 cm di suolo in un posto esposto al pieno sole. Il substrato deve essere molto permeabile, preferibilmente sabbioso. Durante il periodo del ciclo vegetativo in cui sono presenti le foglie, può risultare vantaggioso somministrare due o tre volte un debole concime liquido per piante fiorite. Durante la piena estate i bulbi non dovrebbero essere mai annaffiati. La Scilla maritima è ben adatta per la coltivazione in piena terra; solo eccezionalmente conviene collocarla in vasi di una dimensione sufficiente.
Sulle spiagge italiane persone senza scrupoli offrono spesso ai villeggianti ignari bulbi di Urginea maritima raccolti in natura, chiamandoli amarillis e cercando di spuntare prezzi esagerati. Dovrebbe essere sufficiente mandare via tali mercanti clandestini dicendo loro che i bulbi non sono altro che Cipolle di mare, dette volgarmente anche Squille, Carpentarie, Scille rosse o Scille marittime, dunque piante di bassissimo valore commerciale.
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