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domenica 18 settembre 2016

Messana incolpevole, la Cernigoi calunniatrice
 
 
In questo libro di memorie del Senise, di recente ristampato da Mursia. alle pagine 142- 143, che qui stralciamo, vi è la prova lampante che nel fascicolo personale di Ettore Messana, sinora non ostenso dal Ministero degli Interni, non vi è nulla che possa avvalorare le malevolenze e le calunnie dei detrattori professionisti del Grande Racalmutese Ettore Messana. 
 
Senise aveva sotto mano quotidianamente il fascicolo Messana. Lo conosceva a menadito. Il malevolo Ricciardelli vorrebbe far credere che Senise avesse pessima opinione di Messana; Senise invece ricorda un integerrimo dirigente della polizia, lo definisce 'bravo questore di Trieste' e per nostra fortuna aggiunge che "proprio non aveva l'animo del fascista". Sorprende come il COCO che vorrebbe passare per storico serio distorca il limpido senso del giudizio del Senise in quello che faziosamente scrive per o su Malgrado Tutto.  Il Senise poi  descrive il ruolo del Messana nel preparare l'elenco di tutta la pletora di gerarchi e gerarchetti triestini da arrestare appena si sarebbe attuata la caduta del regime fascista: vi finiscono "tutti i gerarchi a cominciare dal suo [di Trieste] prefetto Tamburini e senza  omettere nessuno dei capoccia che deliziavano la provincia" e noi ci giureremmo che vi finì quell'uomo 'giusto' a nome Feliciano Ricciardelli  e da qui l'odio per Messana che sfociò in quel laido pamphlet che naturalmente fu presto bloccato nella stessa Trieste e mai giunse a Roma.
 
Ed ecco a quale fonte 'storica' si attacca la Cernigoi per perpetrare quello spot tanto calunniatore e dilegginte del Messana che continua a chiamare sino nei giorni scorsi "impresentabile", mentre è lei ad essere impresentabile.
 
Se poi si volesse infamare il Messana come agente dell'Ovra, amico di Gueli, ed altro interviene il Defrancesco che candidamente, non accorgendosi che così le sue rabbiose tesi colpevoliste contro il Messana andavano in fumo, trascrive a pie' pari questo passo elogiativo e discolpante che riguarda il Messana.
 
Lo stralcio da un documento autorevole che il Defrancesco, meritevolmente, ebbe a rintracciare negli archivi di Stato limitandosi però  a dire che si tratta di "lettera anonima indirizzata a Mussolini":
' ... quando il Mormino [il noto senatore fascista di Sutera n.d.r.] fu chiamato da voi come capo di gabinetto il questore di Palermo era già stato nominato nella persona di Giuseppe Messana [e qui forse il Defrancesco ha creduto che si trattasse non del nostro Ettore  ma di altri, senonché le mie ricerche anagrafiche chiariscono che Giuseppe fu il secondo nome di Ettore e penso che al questore quell'Ettore che richiamava alla memoria un triste suicidio di famiglia non gli andasse a genio, n.d.r.] , FUNZIONARIO DI VALORE sacrificato dal Mormino  per dar posto al Lauricella suo fiduciario e milionario che è a tuttora e rimarrà Questore di Palermo e esponente della cricca Mormino, separatista ed accaparratrice".
 
Dunque il Mssana non era nulla di tutto questo e intanto non stava  in Sicilia in contiguità con la novella mafia post-Mori ma come ci informa il pur ostile parente Eugenio Napoleone Messana se ne stava come vice questore a Pordenone, proteggendo e facendo a suo rischio emigrare l'anarchico socialista racalmutese Picone Chiodo.
 
Il Senise poi ha tanta stima di questo suo subalterno da indurlo ad inconsuete atti di generosità: "Quando al bravo [ripete] Messana,  siccome dopo tutto quello che era avvenuto non era prudente lasciarlo a Trieste, lo trasferii a Bologna, residenza assai ambita  e di suo gradimento, non senza aver prima sottoposto il provvedimento alla preventiva approvazione del capo del governo."
Ecco perché il dispaccio telegrafico di trasferimento è tanto asettico e sbrigativo; le malignità del Ricciardelli che hanno mandato in  brodo di giuggiole e la Cernigoi e il suo Pigmalione Casarrubea sono semplicemente delle fandonie calunniatrici.
 
Calogero Taverna
 
 
 

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