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martedì 20 settembre 2016

Ornella e io in treno per Osimo

Mi dico: scritto da Orrnlla? la sulfurea la loquace l'immaginifica, la giocoliera delle parole crociate? Dubito. Leggo una spuria Concetta Ciccarelli, quella che ancor mi odia e mi metto come buracraticamente dicesi in ulteriore sospetto. Intanto non no raffreno il mio diletto. Una Ornella paratattica non l'avrei mai sospettata. Una Ornella così gogoliana (lei odia la saccenteria erudita, io invece l'adoro) mi sorprende e incredulo esulto. Già! vi è il riscontro del mio tessuto esitenzial quando quel treno a quel binario non morto ma sepolto certo in fondo alla Termimi lo presi e lo ripresi. Quando? Facciamo il conto: già appunto nel 1969; dovevo raggiungere Fabriano e aiutare lo zoppo ispettore capomissione della BI nell'indagare al freddo inane e nevoso da farti doloraente gelare il moccio la Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana. Adelante Pedro, non sono io che debbo narrare. Eppure certe affinità elettive colpiscono commuovono assimilano. Ornella narratrice, mai ospetatto: lei che dice di non voler tramare nei suoi romanzi. Visto che indulge al realismo ironico perchè non racconta così come sopra il lungo pomeriggio con notturno di domenica scorsa in casa dimessamente dannunziana della signora capocomica deliziosaente alla Bolero?
 

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