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sabato 15 ottobre 2016

Esigo che mi si specifichi in quale "uso di termini non appropriati, fuori dai canoni di civile convivenza" io sia incappato; e vorrei aver chiaro cosa significhi nel mio caso. l' " Auspico quindi che lo scambio di idee e di opinioni sia caratterizzato dalla comprensione e dal rispetto della regola del buon senso. Confido nella comprensione e nell'osservanza da parte di tutti di questi semplici principi." In effetti io sono incappato nelle isterie di una partenope che disdegna il mio letterato dire e che contesta il mio rispettoso risponderle perché affetto secono lei di risibile supponenza 'divina'. Poco male se non avesse proceduto a mettere spam ad un mio estetico ma molto etico e sottilmente sindacalizzato POST che ha messo a repentaglio la stesa sopravvivenza del "gruppo" secondo quello che il presidente Cottini mi ha dichiarato per filo onde ottenere il mio assenso ad una vistosa intollerabile CENSURA Il "gruppo" può dichiarare tutte le autolmitazioni ESTETICHE che vuole, ma s'intitola con quattro lemmi molto impegnativi e sovraordinanti: Pensionati, FISAC, CGIL Banca d'Italia. E' dunque voce uffiacie non coartabile non censurabile non evirabile dei pensionato (ed io sono un pensionato DIRETTO a tutto tondo) FISAC (e sotto il mutar delle denominazioni vi appartengo dal primo febbraio 1960, se non sbaglio i conti da 56 anni circa e da allora persino subisco trattenute sindcali: pago e quindi asserisco di aver diritti oltre che obbighi). CGIL (e qui casca l'asino: mi interessa poco il risvolto di un pitocco patronato di serie Z, molto invece mi impegna il mondo ideale e soiale e meta aziendale della CGIL il che apre vastissimi panorami di lotta e di crescita politica e sociale in cui intendo albergare con le mie forze, la mia profesionalità d'alto bordo, la mia rinonosciuta NON ANGUSTA CULTURA, la mia singolarità di eloquio, le mie concezioni estetiche, la mia irruenza nelle giuste lotte politiche sociali e sindacali, la mia intemerata libertà). Banca d'Italia e io sono un figlio della elitaria cultura della Banca d'Italia non un fruitore di sguincio dei suoi ormai smagriti fringe benefit. Le parole del compagno Cottini quindi non le contesto mi lasciano del tutto indifferente. Se non reputa di essere idoeneo a una nuova stagione della incidenza sindacale all'interno della Banca d'Italia dell novella CGIL, si dimetta. Calogero Taverna

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