In atto il TEATRO è chuso per intoppi burocratici -dicono.Vi è pure l'esodo del nipote diretto di Leonardo Sciascia, Fabrizio Catalano, con risvolti polemici non tutti afferrabili da parte di noi poveri cittadini estranei ai giochi di potere.
Mi sono offerto per la soluzione degli intoppi giuridici amministrativi organizzativi ed economici di questo glorioso Teatro Margherita, dal monarchico nome imposto da una plebiscitaria consultazione cittadina. Il Sindaco non si degnato neppure di rispondermi.
Nel canonico profilo che pubblichiamo qui sotto, si attribuisce al pittore Giuseppe Cavallaro l'esecuzione di "dodici scenari". Ma non c'è altro? Ebbe ad operare anche il pittore veneto MARAIA sposatosi poi con Isabella Vinci, come mi postula il nipote Gaetano? Spero in qualche aiuto storico-scientifico.
Costruito fra il 1870 e il 1880, il teatro di Racalmuto - 350 posti, due ordini di palchi, un loggione a ferro di cavallo, golfo mistico per l'orchestra e un ampio palcoscenico - nacque come simbolo di stato delle famiglie ricche del paese, che derivavano potere e benessere dalle locali miniere di zolfo e dal lavoro di coloro che vi penavano. La realizzazione dell'edificio fu deliberata il 19 dicembre 1870 e il progetto fu affidato all'architetto Dionisio Sciascia, allievo della scuola di Filippo Basile, al quale si deve il Massimo di Palermo, concepito nello stesso periodo. La costruzione sarebbe dovuta durare un paio d'anni: occorse invece un decennio. Ma il teatro, alla fine, risultò assai bello, nel giardino dell'ex monastero di Santa Chiara, anticipatore delle armonie del Massimo palermitano, impreziosito dagli stucchi di Giuseppe Carta (autore anche del sipario, che raffigura i Vespri siciliani), nonché dotato di dodici scenari dipinti dal pittore Giuseppe Cavallaro.
La riapertura del teatro Regina Margherita di Racalmuto ha restituito al piccolo paese in provincia di Agrigento, ma anche a tutta la Sicilia, un vero gioiello di arte e architettura che ricalca, seppure in scala minore, il più celebre Teatro Massimo di Palermo. E con il Massimo anche il teatro di Racalmuto ha condiviso il triste primato della lunga chiusura. L'esterno imponente, di stile classicheggiante, le decorazioni a fresco della volta interna in cui i mesi dell'anno fanno da contorno al Carro dell'aurora, il sipario, con la spettacolare rappresentazione pittorica della rivolta dei Vespri siciliani ne fanno un monumento degno della massima attenzione.
Alla riapertura, avvenuta il 14 febbraio del 2003, è stato nominato direttore artistico lo scrittore empedoclino Andrea Camilleri.
Da qualche anno il regista teatrale Fabrizio Catalano è subentrato a Camilleri nel ruolo di direttore artistico.
Nessun commento:
Posta un commento