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sabato 12 novembre 2016

Cesare Geronzi
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Cesare Geronzi
Cesare Geronzi (Marino, 15 febbraio 1935) è un banchiere e dirigente d'azienda italiano.
Indice [nascondi]
1 Carriera professionale 1.1 Banca d'Italia
1.2 Banco di Napoli
1.3 Dalla Cassa di risparmio di Roma a Capitalia
1.4 Vicende giudiziarie: crac Parmalat, Cirio e Italcase
1.5 Mediobanca
1.6 Assicurazioni Generali
1.7 Editoria e politica
1.8 Calcio
2 Casi giudiziari
3 Altre cariche ricoperte
4 Riconoscimenti
5 Note
6 Altri progetti
7 Riferimenti
8 Collegamenti esterni
Carriera professionale[modifica | modifica wikitesto]
Geronzi ha ottenuto il titolo di studio di ragioniere.
Banca d'Italia[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1960 Cesare Geronzi vince il concorso in Banca d'Italia, entrando a lavorare nel 1961 nel settore cambi e collaborando con il governatore Guido Carli per 15 anni.
Da dirigente del Centro operativo cambi in Banca d'Italia, Geronzi aveva il compito di gestire le operazioni sulle riserve per arrivare al fixing quotidiano lira-dollaro delle 13.15. Geronzi è ricordato come «abilissimo» in tale ruolo da Carlo Azeglio Ciampi.[1]
Banco di Napoli[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1980 diventa vicedirettore generale del Banco di Napoli, seguendo l'allora direttore generale Rinaldo Ossola, già commissario del Banco. L'esperienza di Napoli non è felice: nel 1982 sia lui sia Ossola sono licenziati dal Banco di Napoli.[2]
Dalla Cassa di risparmio di Roma a Capitalia[modifica | modifica wikitesto]
Geronzi passa nel 1982 alla Cassa di Risparmio di Roma come direttore generale. Sotto la sua guida l'istituto di credito inizia a penetrare al di fuori della capitale. Alla fine degli anni Ottanta il Banco di Santo Spirito, storica banca romana controllata dall'IRI presieduto da Romano Prodi, si trova in difficoltà economiche. Geronzi vorrebbe acquistare il Banco, ma Cariroma non dispone degli 800 miliardi di lire necessari per farlo. Per ottenere il capitale necessario, Cariroma vende al Banco di Santo Spirito i propri sportelli, diventando una holding, e con il denaro ottenuto rileva il capitale azionario[3]. Nel 1990 viene aggiunto al gruppo anche il Banco di Roma[4] .
Successivamente la Banca di Roma acquisisce numerose società: compra la Banca Mediterranea, finanzia l'alta velocità delle Ferrovie dello Stato, fonda la holding turistica Ecp. Nel 1995 acquisisce la Banca Nazionale dell'Agricoltura (venduta cinque anni dopo all'Antonveneta a 1,5 volte il prezzo pagato) e il suo gruppo supera un giro d'affari di 10.000 miliardi di lire.
A fine anni '90 il gruppo Banca di Roma si allarga al sud, con l'acquisizione di Mediocredito Centrale e del Banco di Sicilia; in cambio la regione siciliana e la Fondazione Banco di Sicilia ne divengono due soci importanti. Nel 2002 sono assorbite la Banca Popolare di Brescia e la Cassa di Risparmio di Reggio Emilia. È questo il percorso che, attraverso l'unione di banche in crisi o pre-crisi, conduce Geronzi alla creazione nel luglio 2002 di un'unica unità bancaria, Capitalia.
Vicende giudiziarie: crac Parmalat, Cirio e Italcase[modifica | modifica wikitesto]
Exquisite-kfind.png Lo stesso argomento in dettaglio: § Casi giudiziari.
Nel 2004 Cesare Geronzi e Capitalia vengono coinvolti nella crisi del sistema finanziario, generata dalla crisi economica argentina e dai crac Parmalat e Cirio. Capitalia però non aveva emesso alcun bond della Parmalat mentre ne emise solo due su 1.100 della Cirio[5], insieme a Unicredito e JPMorgan. Dopo due anni, il 7 dicembre 2006, il tribunale di Brescia ha condannato in primo grado Geronzi per la vicenda del crac Italcase. Questa accusa è stata poi ribaltata nella sentenza d'appello e, l'11 maggio 2009, Cesare Geronzi è stato assolto con formula piena "per non aver commesso il fatto"[6]. Il 4 luglio 2011 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Roma a 4 anni di reclusione per concorso in bancarotta per la vicenda Cirio.
Mediobanca[modifica | modifica wikitesto]
Il 20 maggio 2007, viene deliberata l'approvazione finale della fusione per incorporazione di Capitalia SpA in Unicredit SpA, un'operazione in cui Capitalia viene valutata 22 miliardi di euro. Dopo circa un mese avviene la fusione di Capitalia con Unicredit, e Geronzi viene nominato all'unanimità presidente del consiglio di sorveglianza di Mediobanca, di cui era già vice presidente. L'assemblea del patto di sindacato di Mediobanca S.p.A. lo nomina presidente. Alla fine del 2008 Cesare Geronzi viene riconfermato nella carica di presidente, dopo che il 28 ottobre 2008 l'Assemblea degli Azionisti di Mediobanca approva l'abbandono del sistema di governance “duale” e il ripristino del “tradizionale”.
Assicurazioni Generali[modifica | modifica wikitesto]
Nel marzo 2010 viene designato da Mediobanca quale presidente delle Assicurazioni Generali, nomina concretizzata il 24 aprile 2010.[7][8] Il compenso di Geronzi, rivelato a seguito delle sue dimissioni, è stato di 3,3 milioni di euro all'anno, contro una media di 600.000 euro per un incarico analogo.[9] Come presidente senza deleghe, Geronzi aveva la responsabilità solo della comunicazione e della gestione del consiglio di amministrazione. La sua presidenza di Generali è stata contestata da più parti:
circa la comunicazione, in una intervista al Financial Times Geronzi ha prospettato investimenti opposti a quelli annunciati dal management durante l'investor day, confondendo il mercato; inoltre, in un solo anno Generali ha ricevuto due rilievi dall'ISVAP.[9]
circa la gestione del consiglio, è stato rimproverata a Geronzi la mancanza di reazione alle discussioni in pubblico tra consiglieri, così come alle dimissioni di Leonardo Del Vecchio.[9]
Secondo Luigi Zingales, "nei suoi undici mesi al comando Geronzi aveva fatto molto male, trasformando una delle più illustri imprese italiane in un caos." [1] Cesare Geronzi mantiene la carica di Presidente della Fondazione Assicurazioni Generali.[10] Secondo un report di Kepler Capital Markets, «il prezzo delle azioni Generali non dipende dalla qualità delle operazioni o dalla crescita della società (che rimane forte), ma piuttosto dall'imbarazzante corporate governance. La soap opera può essere sintetizzata come segue: il presidente Cesare Geronzi (un manager con esperienza nel settore bancario, ma non in quello delle assicurazioni) continua a disturbare il lavoro di un top management molto capace».[9]
Il 6 aprile 2011, durante la riunione di un consiglio di amministrazione straordinario della compagnia assicurativa, Geronzi si dimette dopo che 10 consiglieri su 17 hanno manifestato l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti.[11][12] Già da tempo, peraltro, uno dei consiglieri, Diego Della Valle, lo aveva fatto oggetto di critiche, esortandolo alle dimissioni[12].
Editoria e politica[modifica | modifica wikitesto]
La sua carriera professionale è stata sorretta storicamente da amicizie politiche importanti, partendo da quella con Giulio Andreotti nei primi anni Ottanta[13] fino al sostegno ricevuto da una parte dei vertici di Bankitalia alla fine degli anni novanta [14].
Attraverso la sua attività di importante ed affermato banchiere, Geronzi possiede anche numerose partecipazioni in molti gruppi editoriali, che fanno o hanno fatto capo a diverse testate giornalistiche: Risparmio Oggi (diretto da Bruno Vespa), Il Messaggero di Francesco Gaetano Caltagirone, Class di Paolo Panerai, l'Unità, il manifesto per finire alla tv Telemontecarlo di Vittorio Cecchi Gori.
In seguito è fra i primi finanziatori della Omnitel e fonda la Mmp, una concessionaria di pubblicità, che si occupa di gran parte della carta stampata, pur essendo perennemente in perdita: Topolino, Secolo d'Italia, L'Unione sarda, Qui Touring, Famiglia Cristiana, Osservatore Romano. La Mmp chiuderà nel 1997 con 450 miliardi di perdite, il 70 per cento delle quali sono a carico del partner pubblico. Sono notevoli anche i finanziamenti ai partiti: nel 1996 i Democratici di Sinistra ricevono da Banca di Roma 502 miliardi, secondo quanto riportato dalla Centrale Rischi Interbancaria della Banca d'Italia.
Calcio[modifica | modifica wikitesto]
Dagli anni novanta è aumentato notevolmente il suo impegno nel settore calcistico, ed è nota in particolare l'influenza economica che ha ed ha avuto dentro alcune società calcistiche con problemi finanziari. Luciano Gaucci lo ritenne responsabile del fallimento del Perugia Calcio e gli lanciò numerose accuse da Santo Domingo, dov'era all'epoca latitante; sull'argomento Geronzi è stato sentito dalla magistratura come persona informata sui fatti.
Nel 2004 ha acquisito tramite Capitalia il 49% di Italpetroli, la società che controlla l'AS Roma con una quota del 67%, sfruttando la conversione in azioni di crediti per 35 milioni di euro. La banca deteneva inoltre un'opzione a salire al 51% nel caso il piano di risanamento della squadra non avesse avuto successo ma, nel 2008, tale opzione è stata cancellata. Inoltre Capitalia è uno dei creditori della Lazio, dopo esserne stata anche azionista e averla salvata con un aumento di capitale.
Casi giudiziari[modifica | modifica wikitesto]
Federconsorzi: assoluzione.
Parmalat - Eurolat: Nell'ambito del processo per il crac Parmalat è indagato per usura aggravata e concorso in bancarotta fraudolenta. Per l'accusa Geronzi avrebbe costretto Tanzi ad accollarsi la società Ciappazzi, appartenenti al gruppo Ciarrapico. L'investimento sarebbe stato finanziato da Capitalia con tassi da usura.[15] Per il filone Eurolat, Geronzi è stato rinviato a giudizio per estorsione e bancarotta societaria il 5 aprile 2008.[16][17] Secondo l'accusa, Geronzi avrebbe imposto a Tanzi l'acquisto di Eurolat, società del Gruppo Cirio di Sergio Cragnotti ad un prezzo gonfiato, minacciando di chiudere gli affidamenti bancari. Gli atti del processo sono stati trasferiti da Parma a Roma il 20 giugno perché il reato contestato (estorsione in relazione alla vendita di Eurolat dalla Cirio alla Parmalat) sarebbe stato compiuto a Roma.[18][19] Il 23 marzo 2010, il gup di Roma, Tommaso Picazio, lo proscioglie dall'accusa di estorsione, mentre decide di affidare alla Cassazione la sentenza riguardante la competenza a svolgere il processo per bancarotta.[20][21] Secondo l'accusa, Geronzi avrebbe imposto a Tanzi l'acquisto di Eurolat, società del Gruppo Cirio di Sergio Cragnotti ad un prezzo gonfiato, minacciando di chiudere gli affidamenti bancari. Gli atti del processo sono stati trasferiti da Parma a Roma il 20 giugno perché il reato contestato (estorsione in relazione alla vendita di Eurolat dalla Cirio alla Parmalat) sarebbe stato compiuto a Roma.[22][23] Il 23 marzo 2010, il gup di Roma, Tommaso Picazio, lo proscioglie dall'accusa di estorsione, mentre decide di affidare alla Cassazione la sentenza riguardante la competenza a svolgere il processo per bancarotta.[24]
Crac Cirio: il banchiere è stato condannato per l'emissione e collocamento dei 'bond' Cirio tramite Capitalia.[25] Il 2 marzo 2011 la Procura della Repubblica di Roma ha richiesto per lui 8 anni di reclusione.[26] Il 4 luglio 2011 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Roma a 4 anni di reclusione per concorso in bancarotta.
Crac Italcase: assoluzione in appello con formula piena "per non aver commesso il fatto"[6][27]
Caso Telecom: frode fiscale operata dalla lussemburghese Bell (controllata da Hopa, la merchant bank di Emilio Gnutti partecipata anche da Geronzi).[28]
Parmalat-Ciappazzi:: l'ex presidente di Banca di Roma e Mediobanca, che doveva rispondere di bancarotta fraudolenta e usura aggravata, è stato condannato in primo grado a 5 anni di carcere,[29] condanna confermata dai giudici della Corte d'appello di Bologna.[30]
Altre cariche ricoperte[modifica | modifica wikitesto]
Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A.;
Consigliere di Amministrazione di RCS Quotidiani
Consigliere di Amministrazione della CASPIE (Cassa Autonoma di Assistenza Sanitaria tra il personale dell'Istituto di emissione);
Membro della Giunta di ASSONIME;
Membro del Consiglio Direttivo dell'Associazione “Guido Carli”;
Membro del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia;
Consigliere di Amministrazione della Fondazione Amintore Fanfani;
Consigliere di Amministrazione della Fondazione per l'Istituto Italiano di Scienze Umane;
Membro del Consiglio Direttivo della Fondazione di Diritto Vaticano dell'Ospedale Bambino Gesù;
Consigliere di Amministrazione della Fondazione Cerba.
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
Laurea “honoris causa” in Economia e Commercio conferita dall'Università degli Studi di Bari;
Grande Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana;
Commendatore Sacro Ordine di San Gregorio Magno;
Croce di Commendatore dell'Ordine al Merito Melitense del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta;
Honorary Fellow del Tel Aviv Museum of Art.
Note[modifica | modifica wikitesto]
1.^ a b Il Sole 24 Ore, 7 aprile 2011
2.^ CesareGeronzi.it
3.^ Da la Repubblica del 12 aprile 1999 sezione Affari e Finanza "Storie di banche e di banchieri"
4.^ Da Repubblica del 17 aprile 1992 "Supercorazzata alla romana",
5.^ Crack Bagaglino: assolto Geronzi, Liberal, 13 maggio 2009.
6.^ a b Crac Italcase: assolti Geronzi, Colaninno e Marcegaglia, Il Sole 24 ore, 11 maggio 2009.
7.^ Corriere della sera del 24 aprile 2010 "Geronzi presidente delle Generali"
8.^ Il Sole 24 Ore del 24 aprile 2010 "Il cda di Generali formalizza la nomina di Geronzi alla presidenza"
9.^ a b c d L'Espresso, 9 aprile 2011
10.^ CesareGeronzi.it
11.^ Da Yahoo Finanza del 6 aprile 2011 "Generali: colpo di scena in Cda, si dimette il presidente Cesare Geronzi",
12.^ a b Generali, Della Valle esce da cda soddisfatto ma silente, Reuters, 16 aprile 2011
13.^ Da Repubblica del 12 luglio 1989 "POLITICA, SOLDI E POTERE CON GIULIO PER AMICO",
14.^ Da Repubblica dell' 8 giugno 1998 sezione Affari e Finanza "Cesare II e i suoi alleati",
15.^ Parmalat, Geronzi indagato per usura, La Repubblica, 3 febbraio 2006. URL consultato il 10 ottobre 2008.
16.^ Fumagalli Marisa, Geronzi a processo per Eurolat, Corriere della Sera, 5 aprile 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
17.^ "Eurolat, Geronzi alla sbarra con l'accusa di estorsione", La Repubblica, 5 aprile 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
18.^ Fumagalli Marisa, Trasferita l'inchiesta Eurolat «A Roma chiariremo tutto», Corriere della Sera, 20 giugno 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
19.^ Eurolat, il processo a Geronzi si sposta a Roma, La Repubblica, 19 giugno 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
20.^ Fumagalli Marisa, Geronzi a processo per Eurolat, Corriere della Sera, 5 aprile 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il ).
21.^ "Eurolat, Geronzi alla sbarra con l'accusa di estorsione", La Repubblica, 5 aprile 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
22.^ Fumagalli Marisa, Trasferita l'inchiesta Eurolat «A Roma chiariremo tutto», Corriere della Sera, 20 giugno 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
23.^ Eurolat, il processo a Geronzi si sposta a Roma, La Repubblica, 19 giugno 2008. URL consultato il 10 ottobre 2008.
24.^ Flavio Haver, Geronzi e Cragnotti prosciolti per Eurolat, Corriere della Sera, 23 marzo 2010. URL consultato il 24 marzo 2010.
25.^ Flavio Haver, Virginia Piccolillo, Crac Cirio, la Procura indaga su Geronzi, Corriere della Sera, 6 dicembre 2003. (archiviato dall'url originale il ).
26.^ Sara Menafra, Il crac di Geronzi: dopo Della Valle arrivano i Pm, www.linkiesta.it, 4 marzo 2011.
27.^ Crac Italcase, vip assolti in appello: tra loro Colaninno, Geronzi, Marcegaglia, Il Messaggero, 11 maggio 2009.
28.^ Marigia Mangano, Telecom, Bell chiude col Fisco versando assegno da 156 milioni, Il Sole 24 ore.
29.^ Parmalat-Ciappazzi: Geronzi condannato a 5 anni di carcere, Corriere Della Sera-Versione On line, 29/11/2011.
30.^ Caso Parmalat-Ciappazzi: 5 anni in appello a Geronzi, 3 anni e 7 mesi a Matteo Arpe, Corriere Della Sera-Versione On line, 13/06/2013.
e poi e, poi e, poi...
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4 commenti
Commenti
Guido Merolla l'entrata della Cassa di risparmio provocò le mie dimissioni dal Banco di Roma, per la ...poca conoscenza di quel gruppo dirigente
Lillo Taverna Penso alla Cassa di Risparmio di Cacciafesta finita giustamente nel macero. Ho scritto ieri di come in fondo inzia da lì la palingenesi della Viglanza Bancaria che per un ventennio fu salvifica. Poi il crack attuale. Ma è un'altra storia. Geronzi come intrepido braccio secolare della ritrosa Vigilianza della Banca d'Italia ha meriti e colpe che un banale e disinformato link non coglie.
Assunta Russo Segrete macchinazioni pilotate pro bono pubblico? Geronzi santo per caso?
Lillo Taverna
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Lillo Taverna Molto da aggiungere, tanto da rettificare, molto altro da verificare. Mi limito a delle curiosità. Non penso che Geronzi abbia mai vinto un concorso di GRUPPO A in BI. Da ragioniere credo che dopo una laurea l'abbia acquistata. Sono fermo a questa celia dell'on. Mucchetti: "in gioventù conseguì il diploma in ragioneria. Più tardi una laurea honoris causa a Bari. Come la debbo chiamare: presidente, commendatore, dottore, ragioniere oppure signore come si usa in banca"? - Risposta: "In Banca d'Italia, dove ho lavorato vent'anni, non si omettevano i titoli di studio. Dottore, professore. In Capitalia, mi chiamavano presidene. Signore era l'appellativo d'uso al Credito Italiano, direi un vezzo democratico, ma anche una presa di distanza . Se le piace di stabilire una certa distanza, mi chiami signor Geronzi." Io che pure stravedo per il dottor Geronzi non lo faccio tanto spiritoso, anche se i salotti bene li frequentava, ma Angelo De Mattia, sì, che sia chiaro ha in gran dispitto i salotti. Ma svolazzando passo a qualcosa di maggiore sconquasso. Passo a pag. 143 delle confessioni del nostro: GERONZI: C'era bisogno di capitali. Per risanare la BNA la Banca di Roma vende Interbanca e lascia il ricavato alla controllata 617miliardi di lire. L'acquirente è l'Antoveneta che aveva nel suo presidente, Silvano Pontello, un vero padre padrone, come direste voi giornalisti. Pontello era molto rispettato e non solo nelle Tre Venezie. Poi sempre a Pontello, cediamo la stessa Bna per 1.350 miiardi di lire e realizziamo una plusvalenza di mille miliardi in meno di 4 anni. MUCCHETTI: E grazie d un tale guadagno una tantum e ad alcune variazioni di contabilità che la Banca di Roma riesce a chiudere bene, con un utile di 909 miliardi di lire, l'anno della grande sfida con il virtuoso San Paolo. Nel 1999, la Banca di Roma si giova del principio contable per cui si calcolano le imposte differite per avere un effetto positivo di ben 849 MILIARDI SUL RISULTATO [....] il revisore avverte che l'utile del 1999 sarebbe stato inferore di 379 miliardi se la banca grazie ad un'altra legge, la provvedidenziale legge 130 di quell'anno, non avesse potuto detrarre direttamente da patrimonio le prime perdite registrate sulla cartolarizzazioni, tema spoìinoso su cui torneremo. [E così] arriviamo a una conclusione sorprendente: la gestione ordinaria della Banca di Roma non avrebbe dato alcun utile, ma avrebbe segnato una perdita di di 1.400 miliardi di lire." Geronzi accusa il colpo. Non può accettare la preoccupante espressione del giornalista poi deputato PD "nelle vostre condizioni". Ma subito si riprende e lui (o chi per lui) esplode in una polemica accusatoria tirando in la ballo lo SBARCO in SICILIIA, per noi la rapina a banca ladra e sconquassata delle due realtà centrali della mia terra, la Sicilcassa e il Banco di Sicilia. Insomma tutta una manovra direi truffaldina di via nazionale 91 e non me la sentirò mai di dire che l'homo diabolicus, quello da carcerare, fine pena mai, sia Geronzi mentre dovrei far finta di non avere contestato che nel frattempo la Banca di Roma con quel falsissimoi bilancio stabiliva CONCAMBI predatori, che dovevano passare sotto verifica della Banca d'Italia ex art. 48 L.B. (di un tempo). Insomma si trattasse di stabilire il concambio delle malconce banche siciliane ma si trattasse del concamnio della Mediterranea di Potenza, la proposta relativa alla fusione doveva "essere sottoposta dagli organi amministrativi dell'aziende al preventivo nulla osta della Banca d'Italia". La quale Banca d'Italia disponeva tra l'altro di arcigni rapporti ispettittivi della sua Vigilanza, anche se a dire il vero quegli ispettori non erano mica del valore del dottore Calogero Taverna, ma del valore di giovinetti che magari manco si accorgevano che a Potenza vi era stata una scellerata regalilia di Colombo al PCI. Sarà un caso: codesto ispettore oggi è divenuto il capo dell'Ispettorato Vigilanza sulle aziende di credito di Visco. Conoscendo fatti e misfatti dall'interno me la rido degi IDOLA FORI dei legulei da strapazzo come quelli dei link sopra citati. E ribadisco la totale inncocenza (rectius non colpevolezza) del dottore Cesare Geronzi. Si è solo limitato ad apporre la sua firma a atti, progetti, bilanci, manipolazioni contabli dei suoi più che auterovoli mandanti, magari presi da una paternalistica politica di salvaguardia bancaria.

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