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martedì 6 dicembre 2016

C'è di tutto, di più. Berluscpni vorrebbe persino Padona prsidente del consiglio che approva la legge di bilancio. Incredibile! Io sommessamente ci sveso dolo materia per impichment.
Mattarella: approvare la manovra, le dimissioni di Renzi subito dopo
–di Vittorio Nuti e Andrea Gagliardi |
5 dicembre 2016 |
(Ansa)
(Ansa)
«Il Presidente della Repubblica, considerata la necessità di completare l'iter parlamentare di approvazione della legge di bilancio onde scongiurare i rischi di esercizio provvisorio, ha chiesto al Presidente del Consiglio di soprassedere alle dimissioni per presentarle al compimento di tale adempimento». Lo si legge in una nota del Quirinale al termine dell'incontro al Quirinale tra Mattarella e Renzi, nel corso del quale il presidente del Consiglio ha ribadito l’intento di rassegnare le dimissioni dopo l’esito del referendum costituzionale di domenica.
Renzi in Cdm conferma addio, ma dimissioni dopo ok alla manovra
Renzi ha confermato in consiglio dei ministri, secondo quanto riferiscono più fonti, l’intenzione politica di dimettersi. Ma la formalizzazione delle dimissioni avverrà, spiegano le stesse fonti, solo dopo l’approvazione della manovra che nelle intenzioni del governo dovrebbe avvenire nei tempi più brevi possibili, già in settimana. Il Presidente del Consiglio ha ringraziato i titolari dei
dicasteri per la collaborazione e lo spirito di squadra dimostrati in questi anni di Governo. Infine, ha lasciato Palazzo Chigi per recarsi dal Capo dello Stato.
gli scenari possibili |
05 dicembre 2016 |
Manovra e legge elettorale i primi nodi del dopo Renzi
Via libera lampo legge bilanciocon fiducia tecnica
L’ipotesi legata alle dimissioni di Renzi, alle quali si è lavorato in queste ore tra il Quirinale, palazzo Chigi e palazzo Madama, è quella di una approvazione 'lampo' della legge di Bilancio in Senato entro la settimana, in un paio di giorni di votazioni, senza ulteriori modifiche. Il percorso, spiegano fonti del governo e del Pd, potrebbe prevedere una fiducia “tecnica”. Dunque non una fiducia sull’esecutivo, già dimissionario, ma per fare decadere gli emendamenti. Questo permetterebbe di approvare la legge entro sabato e poi di aprire formalmente la crisi di governo. Già mercoledì potrebbe arrivare la fiducia “tecnica” (avversata da Forza Italia) sulla manovra. Poi le dimissioni, probabilmente venerdì.
Berlusconi: Pd dia vita a nuovo governo, fiducia in Mattarella
A sorpresa, da Berlusconi è arrivato il via libera a un governo tecnico guidato dal Pd. «Spetta al Partito Democratico dare vita ad un nuovo governo con il compito di mettere in sicurezza i conti pubblici con l’approvazione della legge di bilancio e soprattutto di consentire al Parlamento l'approvazione di una
nuova legge elettorale basata su criteri che garantiscano la effettiva corrispondenza tra la maggioranza parlamentare e la maggioranza espressa dagli elettori» ha detto il Cavaliere, che ha aggiunto: «Abbiamo fiducia nel ruolo di garante del Capo dello Stato che vigilerà certamente su questa fase delicata con equilibrio e imparzialità. Siamo certi che il Presidente della Repubblica saprà individuare la soluzione più corretta commentando l'esito del referendum».
il m5s |
5 dicembre 2016 |
Blog Grillo rilancia: Italicum anche al Senato, corretto
Mattarella: ora istituzioni rispettino impegni
La linea del Quirinale, tornato centrale in questa fase di forte incertezza politica, è riassunta in una dichiarazione dello stesso Mattarella diffusa a fine mattina dal Quirinale dopo l'incontro informale avuto questa mattina con il presidente del Consiglio all'indomani del risultato referendario. «L'alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri - si legge nella nota - è la testimonianza di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva. L'Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco. Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all'altezza dei problemi del momento».
Referendum costituzionale, i risultati regione per regione
POLITICA 2.0 |
18 novembre 2016 |
Le carte di Renzi sul «dopo» referendum e due ragioni che escludono il governo tecnico
Consultazioni in vista
A stretto giro si dovrebbe aprire la fase delle consultazioni: Mattarella dovrebbe iniziere una serie di incontri al Quirinale con i vertici delle forze politiche rappresentate in Parlamento per valutare se esista o meno una maggioranza di parlamentari in grado di appoggiare un nuovo governo. Al centro degli incontri con le delegazioni dei leader di partito e dei capigruppo parlamentari soprattutto il nome del possibile premier sul quale far convergere una maggioranza parlamentare e il programma minimo di un governo post-Renzi.
Ipotesi governo Padoan
Gli occhi del Pd sono sull’attuale ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per la formazione di un governo che traghetti il Paese fino a nuove elezioni politiche. Già, perché anche dal Colle è trapelato nei giorni scorsi che, almeno in una prima fase successiva alle dimissioni di Renzi da Palazzo Chigi, il pallino resta comunque nella mani del leader del Pd, un partito forte di oltre 400 parlamentari. Niente governi tecnici o del presidente, insomma, come ha avuto modo di chiarire più volte lo stesso Renzi in campagna elettorale. Ed è nell’interesse dello stesso Renzi (che dovrebbe restare alla guida del Pd fino al congresso) trovare una soluzione politica puntando su una figura rassicurante per l’Europa e per i mercati e a lui vicina: è appunto l’identikit di Padoan, identikit che si rafforza nello scenario indirettamente descritto ieri da Renzi di rapido cambio di governo con la legge di bilancio ancora da approvare in Senato (l’alternativa è l'approvazione con fiducia in modo da aprire subito dopo la crisi di governo). Più improbabile che si arrivi ad un governo “politico” guidato da un esponente non renziano del Pd (con Dario Franceschini in pole position).
Richetti: Pd chiederà a Mattarella voto quanto prima
«Il Pd può aver paura di molte cose ma non delle elezioni. Andremo dal presidente Mattarella a dare il nostro sostegno ad ogni soluzione che sceglierà ma tenendo ben presente che bisogna andare a elezioni il prima possibile. È
evidente che non si può fare un quarto governo non eletto: ridiamo la parola agli elettori ma con una legge elettorale che dia la possibilità a chi vince, chiunque sia, di avere la necessaria solidità delle istituzioni». Così Matteo Richetti
(PD), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su
le reazioni |
5 dicembre 2016 |
Referendum, Salvini: non sosterrò alcun governo, si voti. Grillo: discutiamo programma on line
Le posizioni dei partiti sul dopo voto
Anche le principali forze di opposizione al governo Renzi, dopo l’annuncio delle dimissioni, invocano compatte le urne. M5S, Lega e FdI chiedono che si svolgano in tempi rapidi le elezioni politiche. Cauta la posizione di Forza Italia, che non esclude neanche l'ipotesi di un nuovo governo. Non vedono le elezioni vicine nemmeno gli esponenti della minoranza interna al Pd, e gli esponenti di centrosinistra schierati per il No, tra cui Massimo D’Alema: per loro non erano necessarie le dimissioni di Renzi e comunque serve un nuovo governo per fare una nuova legge elettorale.
02 dicembre 2016 |
Referendum, Cuperlo: dopo voto Pd non si divida
Direzione Pd slitta a mercoledì
Molto dipenderà dall’orientamento che maturerà nelle prossime ore nelle segreterie dei partiti e in Parlamento. Dove il Pd, il cui segretario è ancora Matteo Renzi, ha oggi la maggioranza: assoluta (alla Camera) e relativa (al Senato, insieme agli alfaniani di Area popolare). Il partito del premier aveva indetto per domani una riunione della Direzione nazionale da cui si dovrebbe capire la linea politica dei dem dopo l’esito del referendum. Ma è slittata a mercoledì alle 15.

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