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venerdì 30 dicembre 2016

Pier Luigi Bersani: "Superiamo il renzismo, tre campi d'azione per cambiare il Pd"



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BERSANI
Ansa

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Per il Pd è arrivato il momento di cambiare, o si andrà dritti contro un muro. “Blairismo rimasticato”, “rottamazione” e “giovanilismo” hanno fallito, è tempo di cambiare rotta. È un duro attacco ai principi cardine del renzismo il lungo articolo a firma di Pier Luigi Bersani apparso oggi su Il Campo delle Idee, giornale online dell’Associazione Nuova Economia Nuova Società, centro studi fondato dallo stesso Bersani insieme a Vincenzo Visco.
"Una fase si è chiusa”, scrive l’ex segretario. “L'esigenza urgente e drammatica è di non arroccarsi e di aprire una discussione vera. Perché sarebbe sbagliato pensare solo ad aggiustamenti millimetrici, o che basti mettere una scorza di sinistra nel cocktail degli ultimi tre anni. Non basta. Né il Pd potrà riproporre idee come la rottamazione, o quella forma di giovanilismo un po’ futurista che ha contraddistinto l'ultima fase. Per il centrosinistra si impone una nuova piattaforma politica: guardiamo avanti".
Secondo Bersani, “solo con proposte di una sinistra di governo la sinistra sarà di nuovo competitiva. Se invece il Pd e insieme al Pd tutto il campo progressista restano sul piano di un blairismo rimasticato, e ormai esausto, o se si mettono sulla strada di un populismo a bassa intensità, si va a sbattere contro un muro”.
Per Bersani è necessario evitare che il malessere “venga interpretato solo dalla demagogia”. "Dobbiamo fare in modo che il problema che c'è, il malessere, non venga interpretato solo dalla demagogia. Non lo chiamo neppure più populismo. Sono i cattivi pensieri di una nuova forma di destra nascente. E possono essere guai, se non interviene il Pd, lo schieramento progressista, che è già in ritardo. Come? Io vedo tre campi di azione".
“Il primo: riprendere in mano i diritti del lavoro. C’è poco da fare: se non mettiamo meno insicurezza, meno incertezza e meno precarietà nel lavoro; se prosegue l’umiliazione del lavoro; se non mettiamo più dignità e sicurezza nel mondo del lavoro, se tutto questo non accade, i consumi e gli investimenti non riprenderanno mai. Dobbiamo dirlo chiaro e forte.
Secondo, cercare di ridurre la forbice sociale. Sono due i pilastri per riuscire in questa impresa: fedeltà e progressività fiscale da un lato; e, dall’altro, welfare universalistico davanti a bisogni essenziali della vita delle persone, a cominciare dalla salute. Anche questo dobbiamo dirlo chiaro e forte.
Terzo campo di azione: il ruolo del settore pubblico, diretto e indiretto, negli investimenti. Finché si va avanti con crescite dello zero virgola non possiamo pensare che non vi sia uno sciopero del capitale, come è avvenuto negli ultimi anni. Se non c’è un orizzonte che consente di sperare in una crescita dei consumi, l’imprenditore i soldi se li tiene ben stretti. Quindi ci vuole un nuovo ciclo di investimenti pubblici diretti e indiretti, se vogliamo dare lavoro. Investimenti ben selezionati, perché devono essere orientati al lavoro, alla modernizzazione e al potenziamento dell’apparato economico”.

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