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martedì 17 gennaio 2017

L'intemerato questore Messana

SIGNORA CERNIGOI

Ettore Messana, quando stava a Bolzano come vice questore era diventato così apprezzato da essere destinato come questore a Palermo. Ma non essendo della camarilla fascistà non ebbe quella meritata promozione e non fece quel gran salto di qualità. E tanto lo apprendiamo da un bel volume storico di Gero Difrancesco

Ecco cosa in proposito scrivemmo circa un anno fa.

Da ispettore eccelso quale fui ed ancor mi sento sono partito al contrattacco in difesa di Ettore Messana.
Ancora non ho esaurito di far ricerche d'archivio, non mancando di consultare storici seri magari per il gusto di mettere alla berlima taluni sedicenti storici da strapazzo, da Montalbano a Li Causi, dalla Cernigoi al Ricciardelli e, sia pure con la cautela che bisogna avere quando si combatte contro i defunti, lo stesso Casarrubea, che ormai, con mio accoramento, non è più fra noi.

Aspetto l'uomo politico di Sutera per capire se anche lui vuole aggregarsi ai detratori del Messana in forza di qualche insignificante stralcio di giornale antico.

Ultimamante ho fatto un atto di misericordia: ho fatto sì che il mio compagno comunista Calogero Alaimo Di Loro non si esponesse al ridicolo con un esile e superato libretto approvato da Mangione di Agrigento ma bloccato sonoramente dalla CGIL romana.

E così oggi mi imbatto in Eugenio Napoeaone Messana che nel suo rigonfio tomo sulla storia di Racalmuto parla di Messana e ne parla anche bene.

Il testo di Eugenio Napoleone Messana fu snobbato da Leonardo Sciascia.

Sornionamente divaga il Racalmutese: "negli anni la richiesta e ricerca del libro di Tinebra Martorana ... divenne tanto intensa quanto vana. E non la spense nemmeno la pubblicazione nel 1969, della terza storia del paese: ìRacalmuto nella storia della Sicilia' di Eugenio Napolone Messana ... voluminosa, fitta di notizie."

Soggiungiamo noi : che altretanto "richiesta e ricercata" la storia di Genio .... "era fatica intensa quanto vana" per certe delusioni dell'autore. Ma Sciascia se all'opera "letteraria" del Tineba dette il plcet al suo pur amico Messana, no!, pur "voluminosa e folta di norizie".

E dire che per il romanziere del giorno della civetta "limitato è il numero delle notizie si possono estrarre da libri e da manoscritti, moltissime e di sottili e lunghi tentacoli sono quelle che si possono estrarre dalla memoria. Dalla galassia della memoria".

Per Sciascia dunque le fitte notizie del Messana non avevano il luccicho della "galassia della memoria".

Ma noi - che manco storia vorremmo fare ma semplici cronache antiche del paese nostro - troviamo notizie ghiotte nella immane fatica di Eugenio Napoleone Messana.

Questi, sindaco folkloristico di Racalmuto, approfittò della carica per rovistare nei faldoni e nelle carte comunali. E statene certi che quello che lui scrive sulla seconda metà dell'Ottocento sino ai suoi giorni (sino al 1960) è impareggiabile.

Si abbandona certo a giudizi di valore, lui piuttosto bigotto e cleticale, ma deve atteggiarsi per gioco politico a comunista. Inventarsi meriti sindacali e politici rossi a Racalmuto è blasfemìa. Dare uguale peso a traumi sociali e dispetti paesani e giulivi può disturbare il ricercatore storico ed oberttivo. Ma le notizie ed informazioni che dà Eugenio Napoleone Messana sono impagabili e insostituibili.

E così, e proprio oggi, veniamo a scoprire nel testo del Messana che "fra gli intelettuali del paese che in questo periodo (attorno al 1918) si affermarono e meritano particolare attenzione l'avv. Giuseppe Scimé. l'avv. Salvtore Petrone e l'AVV: ETTORE MESSANA". (v. pag. 357)". Passando a pag. 359 leggo: "Allorché il fascismo soppresse la libertà ed insturò la dittatura, Calogero Picone Chiodo dovette fuggfire da Racalmuto. .... Dopo tanto girare riparò a Bolzano in casa di ETTORE MESSANA, suo amico d'infanzia ed ex compagno, già vice questore in quella città. I due erano tanto intimi che si chiamavano compari. Ettore Messana intanto una mattina arrivato in questura trovò un telegramma firmato dal Ministro dell'Interno, così concepito: 'dicesi ricercato antifascista Calogero Picone Chiodo aggirasi presso codesta città, pregasi disporre accurati servizi onde assicurarlo giustizia prima che valichi frontiera.' ... Il ricercato era l'ospite compare e suo paesano. Tornatosene a casa, aspettò che finisse il pranzo, poi si chiamò in disparte il compare e glielo esibì. Il povero Liddu Chiodo non seppe che dire. Ettore Messana gli assicurò che lo avrebbe messo in salvo lui oltre il confine . Verso sera gli procurò un passaporto con false generalità e lo fece scortare sino a Innsbruck da due agenti."

Sappiamo pur bene che Geniu era fantasioso e non ci giureremmo sulla totale attendibilità delle notizie che ci fornsce. Intanto non sappiamo in che anno siamo. Ma davvero in quell'anno (che dovrebbe essere alla fine degli anni Venti) Ettore Messana era Vice Questore a Bolzano. Quibdi, in poco più di undici anni Ettore Messana sarebbe passato da Vice Commissario di Mussomeli a Vice Questore di Bolzano.



Conosco la settimana scorsa un simpatico personaggio, Gero Difrancesco, già sindaco comunista di Sutera, attore nella veste di Caifa, ed ora valente archivista in Caltanissetta. Mi omaggiò di un sou libro "Storie scordate". Prosa fluida ed elegante, conoscenza storica non indifferente, sagacia ricercatrice.

Nel tracciare la biografia piuttosto laudativa di un equivoco personagio fascista, il senatore Giuseppe Mormino, riporta un anonimo - non cofidandoci la fonte - di data incerta, ma dovrebbe essere un esposto fatto tra il 1933 e il 1936 (noi pensiamo a poco prima del31 luglio 1936) dove per incidens apprendiamo: "... quando il Mormino fu chiamato da voi come capo di gabinetto il questore di Palermo era stato nominato nella persona di Giuseppe Messana, funzionario di valore sacrificato al Mormino per dar posto al Lauricella suo fiduciario .."

Giuseppe è Ettore Messana: era il suo primo nome come risulta delle carte della Matroie di Racalmuto da ultino da noi rinceìvenute.

L'autore dell'esposto dice di non essere siciliano ma di essere stato "inviato in Sicilia con una alta carica, ..... [per cercare ] di ristabilire il costume ed evitare tutte le più impure speculazioni e le più vegognose solidarietà, [ma aveva trovato] nel personale dipendente un fronte unico ed [era] stato soverchiato". Succedeva che "alla maffia bassa e volgare una nuova madffia si è] sostituita che impervesa nell'Isola".

Ovvio che per l'anonimo Messana non era di codesta congrega: a suo giudizio "era funzionario di valore" degno già nel 1933 di fare il questore a Palermo.

Trattandosi del nostro Ettore Messana le diffamazioni, le insolenze, i sospetti, le denigrazioni dell'ANPI di Palermoò, degli storici di recente formato riesino e persino dell duo Cernigoii-Casarrubea, di fronte a siffatte testimonianze, vanno al macero, si squagliano come neve al sole.

Io non faccio agiografia di nessuno, cerco solo la verità.




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